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Sfratti per morosità, un piaga sociale. Nel 2011 oltre 400

Il problema degli sfratti per morosità continua ad affliggere il territorio di Forlì-Cesena. Il totali di provvedimenti emessi nel 2011 è di 501 di cui 477 per morosità e 24 per finita locazione

Il problema degli sfratti per morosità continua ad affliggere il territorio di Forlì-Cesena. Il totali di provvedimenti emessi nel 2011 è di 501 di cui 477 per morosità e 24 per finita locazione. Si registra, rispetto al 2010 un calo del 9,4%. Ma in aumento del 5,89% sono invece le richieste di esecuzione forzata: 593 nel 2011 su tutta la provincia di cui 227 sfratti eseguiti, aumentati anche questi del 2,25%.

"I dati complessivi del 2011 - fa notare l'Unione inquilini -, disegnano una condizione di sofferenza sociale acuta: quasi 64 mila nuove sentenze emesse a livello nazionale, di cui quasi 56 mila per morosità e 124 mila richieste di  esecuzione forzata. Non tragga in inganno, quindi, il meno 2,3% sul totale degli sfratti emessi nel 2010. Il dato degli sfratti è pertanto ancora in aumento pesante su tutto il territorio nazionale e crescono di oltre l’11% le richieste di esecuzione forzosa degli sfratti con l’Ufficiale Giudiziario.Malgrado l’aumento clamoroso degli ultimi anni, la morosità riesce a crescere ulteriormente. Nel 2011, gli sfratti per morosità sfiorano il 90% del totale delle nuove sentenze emesse (contro l’85% dello scorso anno)”.

“A questi dati agghiaccianti – continuano i rappresentanti degli inquilini - vanno aggiunte le conseguenze inevitabili derivanti dai tagli sociali effettuati dal governo con l’azzeramento del fondo sociale per gli affitti che riguardava circa 300 mila famiglie sul territorio nazionale con redditi bassi. Dallo scoppio della crisi, l’andamento degli sfratti segnala con evidenza l’acuirsi di una irrisolta questione sociale legata al diritto alla casa negato".

"Serve una sospensione immediata dell'esecuzione di tutti gli sfratti - chiedono gli inquilini -, compresa la morosità incolpevole e uno stanziamento straordinario per ripristinare un fondo sociale per gli affitti adeguato alle esigenze delle famiglie in difficoltà.Serve un piano straordinario per gli alloggi popolari, utilizzando con priorità il patrimonio pubblico e le aree pubbliche. Questa sarebbe una “valorizzazione sociale” dei beni pubblici e non la dismissione speculativa che il governo prepara. Sarebbe una grande opera pubblica, un investimento per il lavoro e la giustizia sociale.”

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