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Vino e coronavirus, a rischio la sopravvivenza della aziende vitivinicole: "Mercato congelato"

Il mondo del vino, anche nei territori di Forlì, Cesena e Rimini, ha dato e sta dando lavoro a molti giovani imprenditori che ora, per via dell'emergenza sanitaria globale, rischiano di vedere compromessi sforzi ed investimenti sostenuti

Crollo del fatturato per le cantine a fronte delle limitazioni di mercato inevitabilmente scattate a seguito dell'emergenza coronavirus che mette a repentaglio il futuro del vino romagnolo. A lanciare l'allarme salva vigneti sono le Federazioni Coldiretti di Forlì-Cesena e Rimini che sottolineano il pesante impatto sulle cantine locali per via della chiusura forzata di alberghi, enoteche, agriturismi, bar e ristoranti e dei canali di esportazione, con un conseguente azzeramento delle vendite di bottiglie, mancato pagamento delle forniture già consegnate, il tutto aggravato anche dalle difficoltà logistiche che incontrano i clienti abituati a rifornirsi direttamente in azienda e presso le cantine stesse sfruttando la vendita diretta.

"Senza vendite - affermano i presidenti provinciali Massimiliano Bernabini e Guido Cardelli Masini Palazzi - le aziende non riescono a far fronte ai pagamenti e a finanziare il ciclo produttivo che, dalla campagna alla cantina, non si può fermare. Le misure messe in campo con il blocco delle rate di mutui, prestiti, tasse, contributi sono certamente utili, ma non bastano ed è indispensabile mettere a disposizione delle aziende vitivinicole liquidità sotto forma di compensazioni a fondo perduto per le perdite subite e prestiti a lunga scadenza a tasso zero garantiti dallo Stato”. Un intervento veloce e semplice che dovrebbe essere garantito indipendentemente dalla dimensione aziendale. Ed è necessario che una misura similare sia garantita a bar, ristoranti, alberghi agriturismi per evitare il blocco dei pagamenti delle forniture a cui si sta assistendo e per fare in modo che non chiudano".

Il mondo del vino, anche nei territori di Forlì, Cesena e Rimini, ha dato e sta dando lavoro a molti giovani imprenditori che ora, per via dell'emergenza sanitaria globale, rischiano di vedere compromessi sforzi ed investimenti sostenuti. Ha perso in un solo colpo quasi l'intero fatturato la cantina-azienda agricola Giovanna Madonia di Bertinoro che aveva nell'export verso l'Europa e soprattutto nel rifornimento di enoteche e ristoranti di tutta Italia i principali sbocchi di mercato: "Purtroppo è tutto fermo, la pandemia e il conseguente 'lockdown' hanno congelato il mercato e anche i tanti eventi-fiere già in programma che per la nostra realtà, in termini di visibilità, sono molto importanti - spiega Miranda Poppi, figlia della fondatrice dell'azienda e membro del Comitato dei Giovani Imprenditori agricoli di Coldiretti Forlì-Cesena e Rimini - stiamo proseguendo solo con la vendita diretta ad alcuni privati e a piccolo supermercati, ma questo non è ovviamente sufficiente a coprire le perdite sin qui subite, servono provvedimenti immediati e a fondo perduto finalizzati a compensare i mancati introiti, anche perché le spese di campo devono comunque essere sostenute". 

"A livello nazionale e locale - conclude il Direttore di Coldiretti Forlì-Cesena e Rimini, Anacleto Malara - la Coldiretti è impegnata nella campagna "Io bevo italiano" per promuovere gli acquisti di vini 100% italiani e ha presentato al Governo il piano 'salva vigneti' che, oltre alle misure già enunciate in premessa dai Presidenti, dedicate al sostegno alla liquidità e ad una 'fiscalità di vantaggio' per la filiera produttiva e distributiva, prevede sostegno alle imprese mediante lo snellimento degli adempimenti previsti dall'Oc, di settore con lo sblocco immediato di tutti i pagamenti di aiuti nazionali e Ue (Pac e Psr), ma anche l'avvio di misure volte al controllo dell'offerta come la 'distillazione volontaria' e la 'vendemmia verde'".​

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