rotate-mobile
Economia Santa Sofia

Vis Mobility, allarme dei sindacati: "A rischio 50 posti di lavoro"

La Vis Mobility è un’azienda che lavora nel settore della segnaletica e della cantieristica stradale, nata nel 2014 dal fallimento di Acis e Ciss

Fim, Fiom e Uilm hanno chiesto un "incontro urgente" in Prefettura per fare il punto sulla situazione in atto alla Vis Mobility di Santa Sofia. In particolare i sindacati richiedono "la presenza sia dell’intera compagine sociale dell’azienda, per fare chiarezza su quadro di responsabilità e impegni, che delle banche, volto a sbloccare la liquidità necessaria per la sopravvivenza a breve termine della società". "E’ reale il rischio di un’ulteriore chiusura e di 50 licenziamenti che posso essere evitati con un intervento tempestivo delle istituzioni del territorio e la volontà delle parti in gioco di trovare una soluzione", evidenziano Riccardo Zoli (Fim), Giovanni Cotugno (Fiom) e Valerio Garattoni (Uilm).

"La Vis Mobility è un’azienda che lavora nel settore della segnaletica e della cantieristica stradale, nata nel 2014 dal fallimento di Acis e Ciss (che allora occupavano quasi 200 dipendenti) e che risente delle difficoltà che ancora investono il settore che hanno portato a una riduzione nel numero di occupati (erano quasi 80 al momento della costituzione) e al progressivo ritardo nel pagamento delle retribuzioni che ora ammonta a tre mensilità, causando grandi problemi a quei lavoratori che già avevano delle retribuzioni ancora da percepire dalle aziende fallite", illustrano in una nota Zoli, Cotugno e Garattoni.

"Tale drammatica situazione rischia in questo momento di precipitare perché, oltre ad una situazione di ordini ancora abbastanza negativa dovuta anche al blocco di quasi 18 mesi di tutti i grandi cantieri per la riforma del codice degli appalti, è arrivata la decisione dei due istituti di credito con cui l’azienda lavora di ridurre drasticamente gli affidamenti - proseguono i sindacalisti -. Questa decisione, giustificata da bilanci negativi e dalla necessità di un piano industriale dove tutti i soci della realtà incrementino l’impegno finanziario, determina una situazione di incertezza che può compromettere l’operatività dell’azienda".

"Il credito concesso dalle banche è utilizzato quasi esclusivamente per l’anticipo fatture, e il suo blocco ha determinato un’ulteriore riduzione della liquidità della realtà, rischiando non solo di peggiorare la situazione relativa al pagamento delle retribuzioni ma anche di compromettere la continuità stessa dell’azienda, non in grado di far fronte a tutti i suoi impegni - aggiungono i sindacalisti -. Nel tentativo di diminuire l’impatto potenzialmente devastante nei confronti dei lavoratori è stata aperta negli scorsi giorni una cassa integrazione straordinaria della durata di un anno, in modo che l’utilizzo degli ammortizzatori sociali possa coprire le problematiche relative agli ordini".

"Ma questo non basta - proseguono Zoli, Cotugno e Garattoni -. Per dare operatività e impedire la chiusura di un’azienda che occupa 50 dipendenti che difficilmente troverebbero un’altra occupazione e impoverirebbe ulteriormente il territorio di Santa Sofia, dove restano estremamente ridotte le prospettive occupazionali, serve lo sblocco degli affidamenti bancari, fondamentali per dare respiro ai lavoratori e alle loro famiglie ma anche la definizione di un piano industriale di largo respiro". I sindacati, su mandato dell'assemblea dei lavoratori, hanno richiesto un incontro urgente in Prefettura.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Vis Mobility, allarme dei sindacati: "A rischio 50 posti di lavoro"

ForlìToday è in caricamento