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Economia

"Troppi suicidi per la crisi, attivare la Consulta sul lavoro"

Il segretario regionale Emilia-Romagna Salvatore Malerba, che fa una proposta operativa presentata della Cisal: "Attivare la Consulta comunale sul lavoro aperta a tutti i soggetti interessati del mondo economico e delle professioni, sindacati compresi"

“L’ultimo suicidio a causa della crisi economica, appena 24 ore fa in Abruzzo: un assicuratore 44enne si è tolto la vita con un sacchetto di plastica in testa. Più vicino a noi, quattro giorni fa, s’è è tolto la vita a causa della crisi un imprenditore di 69 anni di Poggio Berni, nel riminese.  Ed anche Forlì ha avuto i suoi morti: Angelo Di Carlo, che un anno fa si è dato fuoco davanti Montecitorio, o i tanti sconosciuti che hanno provato a togliersi la vita per paura di non farcela: per ultima una vecchietta che s’è gettata nel pozzo di casa”. Gesti estremi, messi in fila dal segretario regionale Emilia-Romagna Salvatore Malerba, che fa una proposta operativa presentata della Cisal: “Attivare la Consulta comunale sul lavoro aperta a tutti i soggetti interessati del mondo economico e delle professioni, sindacati compresi”.

“Se una persona si reca al proprio Comune perché ha bisogno qualcosa gli viene detto che non ci sono soldi. Mentre milioni di euro sono stati buttati dalla finestra in scelte sbagliate o fallimentari: pensiamo a Seaf o Sapro. I cittadini si sentono abbandonati, nessuno si occupa delle persone in difficoltà economiche. Anzi, al contrario. Ci sono molti casi di genitori che perdono il lavoro e che si vedono togliere i figli dagli assistenti sociali. C'è tanta gente che ha perso tutto e che non vede altra uscita possibile se non il suicidio. Se ci fosse una politica sociale adeguata di sostegno alle fasce deboli i suicidi non ci sarebbero”, per questo la proposta.  

“I cittadini sono messi a dura prova da una quotidianità che presenta impegni, scadenze e conti da pagare,  annichiliti dalla paura di non farcela. Il peso di queste morti dovrebbe ricadere sui nostri governanti che non hanno saputo fronteggiare la crisi, attuare politiche di sostegno alle aziende, risolvere l’incongruenza degli istituti di credito foraggiati dallo Stato che negano i finanziamenti alle imprese. Il risultato di questa condotta è una strage silenziosa e strisciante, che minaccia di assumere proporzioni sempre più estese”, afferma Malerba.

Secondo l’ultimo studio condotto da Link Lab, il Centro Studi e Ricerche Socio Economiche della Link Campus University, dal 1° gennaio al 20 novembre 2013  si sono contati almeno 119 casi di suicidio, con una preoccupante escalation a settembre e ottobre. Ben 208 i suicidi registrati in Italia per motivazioni economiche dall'inizio del 2012 a fine 2013. E nel biennio precedente (nel 2009-11) s’è registrato  un aumento del 12% dei suicidi nelle persone di 25-64 anni.

 “Sono cifre che non fotografano pienamente il problema ed altre morti o gesti inspiegabili (persone che scompaiono nel nulla senza dare spiegazioni)  sfuggono a questa macabra statistica. Non e' possibile che vi siano cittadini e imprenditori che sempre piu' spesso si trovano costretti a trasformare una richiesta di aiuto in soluzioni estreme, come il suicidio, perche' oppressi da debiti o perche' oramai privati della speranza di trovare un'occupazione o perchè non trovano ascolto o risposte concrete nelle stesse istituzioni che questa infinita crisi economica hanno provocato”, chiude Malerba.

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