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Unindustria, si va alla conta tra gli industriali. Lettera dei passati presidenti: "Partecipate"

L'assemblea degli industriali "dissidenti" di Forlì-Cesena si terrà, come previsto, sabato mattina nella sala conferenze della fiera di Forlì

L'assemblea degli industriali "dissidenti" di Forlì-Cesena si terrà, come previsto, sabato mattina nella sala conferenze della fiera di Forlì e, dopo la relazione del presidente ad interim Stefano Minghetti (ufficialmente 'spodestato' da Confindustria alcuni mesi fa ed ora espulso per aver organizzato proprio un'assemblea degli associati non ufficializzata) si metterà ai voti il disconoscimento del "commissariamento" degli organi eletti localmente dentro Unindustria Forlì-Cesena, ad opera della Confindustria nazionale. Insomma, assieme all'azione giudiziaria che è già partita presso la magistratura ordinaria, esauriti gli strumenti interni per risolvere la contesa, questo sarà il secondo atto di una frattura ormai insanabile che sta paralizzando la principale associazione degli industriali. La misura dello scollamento tra "base" degli associati e vertici nazionali sarà data proprio dalla partecipazione all'assemblea "non ufficiale" e dal voto di sabato mattina.

Assemblea "non ufficiale" perché gli organi commissariati che attualmente rappresentano Unindustria Forlì-Cesena hanno già fatto sapere di non ritenere legale la riunione e le eventuali delibere che saranno prese al suo interno. Ma come segno di "distensione" a quanto sembra verrebbe ora proposto ai dissidenti di creare loro una loro libera associazione di industriali, affiliata a Confindustria, ma senza la possibilità di utilizzare nome e marchio e senza poter partecipare alla vita interna confindustriale. La partecipazione all'assemblea di sabato, intanto, è stata caldeggiata dai precedenti presidenti con una lettera inviata agli associati. A sottoscriverla sono Italo Carfagnini, Vittorio Croci e Pier Angelo Giannessi.

L'assemblea dei 360 associati è stata convocata l'imprenditore Stefano Minghetti, presidente dopo l'uscita di scena di Carafagnini, che in una lettera agli associati di fine marzo aveva annunciato la volontà di tenere un'assemblea straordinaria dell'associazione “per poter formare liberamente decisioni senza condizionamenti esterni”.

La diatriba che nasce di rifiuto di Forlì-Cesena a confluire e fondersi nella Confindustria Romagna a cui hanno preso parte invece Ravenna e Rimini, proponendo invece una federazione e non una fusione. Negli ultimi mesi si sono verificati diversi atti formali, tra un sostanziale commissariamento degli organi direttivi locali da parte della Confindustria nazionale, azioni legali e polemiche sui media. Il tutto in una situazione così intricata e sovrapposta di organi provvisori che ormai le rispettive parti non riconoscono neppure più reciprocamente l'autorità per prendere provvedimenti. L'ultima puntata di questa vertenza che rischia di lasciare solo macerie è l'espulsione di diverse industrie associate. Ben 5 imprenditori locali di Forlì-Cesena (Pier Angelo Giannessi, Bruno Biserni, Luciano Agri, Franco Sassi, Marisa Rossi) sono state infatti espulsi dagli organi provvisori per aver esternato sulla stampa dubbi e valutazioni. 

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