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"L'Abbejazzario" torna per raccontare i giganti del jazz a Forlimpopoli

Nelle edizioni precedenti di L’Abbejazzario, in un gioco di narrazioni, chiavi di violino e di basso, si sono percorse le tappe significative dello sviluppo di questa musica, in una polifonia che va dal bebop al free, seguendo le impronte di musicisti che hanno costruito sul pentagramma la grammatica di un fenomeno artistico che è espressione della società e della cultura statunitense

L’Abbejazzario, dall'idea dell'associazione Dai de Jazz giunge alla sua terza edizione, fedele all’assunto originale, il desiderio di narrare con un approccio storico l’esperienza umana e artistica dei protagonisti, dei veri giganti del jazz, una musica che ha segnato il Novecento, generando un linguaggio espressivo che dalle sue radici fondative è ancora oggi in continuo sviluppo. Il jazz, da sempre foriero di creatività e ricerca, innervato nella cultura afroamericana, trova nella modulazione delle 12 battute blue, nell’accendersi delle voci, del battere di mani e piedi e dell’improvvisazione l’elemento costitutivo di un lessico che ha adepti in ogni angolo del globo terracqueo, dai club di Manhattan a quelli di piccoli borghi.

Nelle edizioni precedenti di L’Abbejazzario, in un gioco di narrazioni, chiavi di violino e di basso, si sono percorse le tappe significative dello sviluppo di questa musica, in una polifonia che va dal bebop al free, seguendo le impronte di musicisti che hanno costruito sul pentagramma la grammatica di un fenomeno artistico che è espressione della società e della cultura statunitense nelle sue più intime sfaccettature, dalla segregazione ai concerti alla Carnegie Hall, dalle partiture all’atto che genera la libertà espressiva. 

Gli artisti che hanno lasciato traccia significativa nell’evoluzione del jazz sono centrali anche in questa terza edizione, in una prospettiva che va dal quadro attorno a un singolo musicista al racconto sugli interpreti di uno strumento: con “Portrait in jazz” ( 12 dicembre ore 21) si scandaglierà la musica e l’esperienza di Bill Evans, fra pianoforte e voce che narra; con “Fiato alle trombe” (23 gennaio) si vuole dare voce squillante a questo strumento principe del jazz attraverso solisti che ne hanno innovato la modulazione interpretativa, come Clifford Brown, Lee Morgan, Kenny Dorham; “Saxomaniac” ( 20 febbraio) sarà una vera immersione nel mondo del sassofono e dei sassofonisti, con personaggi quali Parker, Cannonball Adderley, Art Pepper, Sonny Rollins; “Le grandi donne del jazz” (20 marzo) ci porterà nell’atmosfera di quelle artiste che col loro strumento/mezzo espressivo, la voce, hanno nutrito e nutrono di energia, lirismo e malinconia il fraseggio jazzistico, come, fra le tante, Bessie Smith, Ella Fitzgerald, Billie Holiday, Gretchen Parlato. Una partitura aperta per chi sente questa musica, è curioso, vuole conoscerne storia e interpreti, sentirne parlare, guardare vis-à-vis i musicisti e partecipare all’atto creativo dell’arte. I Concerti si terranno al Teatro Verdi di Forlimpopoli


 

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