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Adinolfi a Forlì contro la "teoria gender": la rivolta delle associazioni

Una rivolta che coinvolge diverse associazioni, quella che si sta organizzando in occasione dell'incontro con il giornalista Mario Adinolfi, organizzato dalla diocesi di Forlì-Bertinoro, alla Sala Icaro del Liceo Classico per venerdì sera

Una rivolta che coinvolge diverse associazioni, quella che si sta organizzando in occasione dell'incontro con il giornalista Mario Adinolfi, organizzato dalla diocesi di Forlì-Bertinoro, alla Sala Icaro del Liceo Classico per venerdì sera.

Arcigay Alan Turing Rimini Forlì Cesena, Arcigay Frida Byron Ravenna, Un Secco No Forlì, Il Progresso delle Idee Forlì, Associazione Culturale Voce Donna Castrocaro, Amnesty International Forlì, Giovani Comunisti Forlì, Fo Demos, Giovani Democratici Forlì e Coming Out Rimini non ci stanno. "Per fare da contraltare a tanta ignoranza e per difendere la dignità del luogo procederemo alla distribuzione materiale informativo cartaceo ai margini dell’incontro, in piena coscienza del diritto di esprimere serenamente ed educatamente le posizioni dalla comunità scientifica internazionale in risposta alle consuete mistificazioni antiscientifiche e offensive di Adinolfi", spiegano.

"Attraverso le sue dichiarazioni, e direttamente con il titolo dell'incontro “Voglio la mamma e il papà”, offende la dignità e la serenità di migliaia di neonati, infanti e adolescenti appartenenti alle famiglie omogenitoriali e denigra famiglie reali, monogenitoriali, allargate, le famiglie vere, che non hanno bisogno del "tradizionale" per essere chiamate tali, famiglie che appartengono e integrano il tessuto sociale italiano e contribuiscono al bene comune - chiariscono i contestatori -. Le numerose dichiarazioni del relatore violano costantemente le evidenze empiriche degli studi scientifici di carattere psicologico, pedagogico, sessuale e sociale (come riportato in appendice). Sono posizioni, quelle di Adinolfi, destituite di fondamento dall’Ordine degli psicologi E-R, dall’Associazione Italiana di Psicologia e perfino dall’ufficio scuola della Diocesi di Padova. La diffusione di questi concetti allarmistici, che minano il rapporto di fiducia tra famiglie e scuola pubblica, è inaccettabile quando avviene proprio nei luoghi della scuola pubblica, la cui funzione è invece la diffusione di un sapere di alto valore scientifico e culturale. Da una parte queste espressioni offendono il luogo, e dall’altra il pericolo è che queste idee possano trarre un implicito e improprio sostegno dal luogo in cui vengono diffuse. Considerato il ruolo educativo grazie al quale il Liceo sta formando le menti dei suoi allievi, è doveroso da parte degli organi di controllo salvaguardare tale principio etico, e dissociarsi ufficialmente da iniziative lesive dello stesso".

"Riteniamo doveroso - proseguono le associazioni -  informare il presunto relatore che numerosi studi condotti dall'American Psychological Association, American Psychiatric Association, American Academy of Pediatrics e altri gruppi di studio non hanno evidenziato alcuna differenza negli effetti dell'omogenitorialità rispetto alla genitorialità eterosessuale. Infatti non esiste alcuna prova scientifica che l'essere dei buoni genitori sia connesso all'orientamento sessuale dei medesimi. Al contrario, i risultati delle ricerche indicano che genitori lesbiche e gay hanno la stessa probabilità di quelli eterosessuali di fornire ai loro figli un ambiente di crescita sano, favorevole e con lo stesso livello di competenza sociale. Inoltre ben 73 studi scientifici riconosciuti (contro 4 che sostengono il contrario) condotti in oltre 30 anni dimostrano empiricamente che il benessere dei bambini delle famiglie omogenitoriali è identico a quello delle famiglie tradizionali".

LEGA NORD -  “Talebani del gender e della cosiddetta omogenitorialità. Ovvero quelle associazioni tra cui i Giovani democratici di Forlì o l’Arcigay, insieme a sigle più o meno note e numerose, che esprimono tanto spregio della libertà e del confronto democratico da demonizzare aprioristicamente chi propugna idee differenti dalle loro. Su temi, tra l’altro, importanti come quello della famiglia e, soprattutto, del benessere dei bambini e dei minori in generale, che noi consideriamo fondamentali per contrastare il nichilismo e i sentimenti autodistruttivi che permeano la nostra società, influenzata in modo negativo proprio da quella cultura disvaloriale della post sinistra”. Lo affermano Jacopo Morrone, segretario nazionale Lega Nord  Romagna, e Massimiliano Pompignoli, consigliere regionale del carroccio. “Noi della Lega Nord non siamo contrari al riconoscimento di diritti individuali delle persone dello stesso sesso che intendono convivere, ma non condividiamo nel modo più assoluto la possibilità delle adozioni gay. Ogni bambino ha il diritto di avere un padre e una madre. E’ la sana psicologia che lo afferma: ciò che trasmette un padre è diverso da quello che trasmette una madre e non può essere sostituito da surrogati. Le associazioni citano, per suffragare le loro posizioni pro gender e pro omogenitorialità, alcuni studi, il più delle volte ricerche condotte su piccoli campioni reperiti in gruppi, per così dire, interessati all’esito dell’indagine. In realtà, attualmente ci sono solo due ricerche su campioni molto significativi reclutati in modo casuale. La più recente si intitola “Emotional problems among children with same-sex parents: difference by definition”, pubblicata alla fine del dicembre 2014, dove sono stati coinvolti centinaia di bambini e ragazzi che hanno vissuto dai 4 ai 17
anni con genitori eterosessuali o legati da vincoli omosessuali. Gli esiti non confortano le tesi sostenute dalle associazioni citate, poiché, sempre secondo questa ricerca, nei minori figli di coppie omosessuali aumentano sensibilmente i problemi, emotivi, disturbi da deficit di attenzione e dell’apprendimento, oltre a condizioni di disagio generali. Altri studi confermano questi dati scientifici, le cui cause dovrebbero essere accettate anche da chi difende la teoria gender. Non a caso è nata di recente una Commissione scientifica per la famiglia, apartitica e non confessionale, composta da professionisti selezionati per la provata conoscenza nella loro branca, che, riferendosi alle “menzogne di una certa propaganda ideologica”, le contestano come prive di ogni scientificità. Ci stupisce che anche il Pd e altre forze politiche e sociali inseguano le chimere gender, delegittimando di fatto la famiglia intesa all’articolo 29 della Costituzione e venendo meno al supremo interesse dei bambini, come recita la legge 184 sull’adozione dei minori."
 

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