Alla corte della Rocca di Forlimpopoli arriva la mostra collettiva "Luce"
Nella sala mostre all’interno della corte della grande Rocca in Piazza Fratti a Forlimpopoli si apre "Luce", mostra collettiva d’Arte Patrocinata dal Comune di Forlimpopoli, visibile dall'8 dicembre 2022 al 6 gennaio 2023.In mostra Cristian Cimatti con sculture di ceramica raku-metalli-legno , Mavis Gardella con arte cinetica, sculture metalliche in movimento e Alessandra Rinaldi con cucito pittorico, quadri con tele realmente cucite a mano.
Il progetto espositivo nasce da un pensiero della curatrice Paola Gatti, elaborato poi con gli artisti che si pongono l’obiettivo di stimolare maggiormente gli incontri fra le persone attraverso la loro arte. Questi momenti bui che stiamo vivendo, colmi di paure e tensioni, portano le persone sempre più a chiudersi in se stesse, per questo la mostra allestita, adatta ad ogni età, avrà il compito di far entrare nello spirito natalizio chi la visiterà, creando un’atmosfera magica e sorprendente. Interverrà il critico d’arte, Antonio Dal Muto.
ALESSANDRA RINALDI
Il “cucito pittorico” è il nome che la Rinaldi ha dato al suo personale linguaggio artistico. Per prima cosa traccia il segno con le cuciture che poi sviluppa attraverso l’uso dei colori. Attraverso la sinergia dei due elementi, cucito e pittura, avviene la creazione di ogni suo pezzo. Ogni quadro è un viaggio. Avviene un movimento a ritroso con il quale scompone, rielabora e trasforma parole ed emozioni, creando una nuova unità nella tela cucita e dipinta.
CRISTIAN CIMATTI
Le sue opere eclettiche uniscono vari elementi come ceramica, ferro, catrame e ingranaggi ed entrano nel profondo di chi le osserva. Volti che assumono espressioni differenti, regalano emozioni contrastanti anche semplicemente modificando la prospettiva da cui vengono osservate. Cristian Cimatti è difficilmente spiegabile e impossibili da collocare. Egli non si ritiene un artista, ma ciò che alberga nella sua mente visionaria poi esiste. La creatività che muove le sue mani, trasforma la materia in sculture di metallo e ceramica che pungono la mente, disgustano o deliziano. Questo autore dalla pelle unta e scivolosa, che non permette di essere etichettato, dichiara che l’interpretazione che dà alle sue opere non vale nulla di più o nulla di meno di quella di ogni altro che le ammira. La sua scultura fa nascere pensieri che si scontrano, permettendo punti di vista differenti. Come un detrito evacuato dalla società, scorre il suo viaggio accompagnato dalle miserie e dalle risate del suo tempo.
MAVIS GARDELLA
Quello di Mavis Gardella è un approccio quasi alchemico alla materia che testimonia una profonda padronanza della tecnica e una fluida manualità nel processo di realizzazione. La sinuosità dei volumi e il ritmo armonioso delle linee avvolgono ogni opera in un'aurea evocativa dove la raffinatezza estetica si risolve attraverso una lavorazione incisiva e consapevole. L'artista riesce a comunicare l'energia del FERRO e del fuoco che lo plasma per mezzo
di una plasticità formale che entra in rapporto con lo spazio circostante, imponendosi per senso armonico e pura bellezza, ferro, elemento chimico 26, che è al centro della nostra vita. Come mammiferi, lo abbiamo nell'emoglobina, al centro di quella struttura("eme") che fissa l'ossigeno nei polmoni e lo trasporta ai tessuti; il rosso del nostro sangue e tutto ciò che simbolicamente rappresenta, è dovuto al ferro. Tra le sue sculture, le opere cinetiche sono inserite all'interno di gabbie metalliche e reticoli che disegnano lo spazio vuoto e delimitano una sorta di embrione fatto di ingranaggi meccanici primordiali, pistoni oscillanti, soffietti, luci, cuori vivi e "sanguinanti", ali che si dibattono. Per questo gli automi sono mistici: pur schiettamente meccanici e metallici, pulsano infatti di umanità.