Il mezzosoprano forlivese Lucia Cirillo approda al Diego Fabbri
Lucia Cirillo mezzosoprano forlivese, approda al teatro Diego Fabbri sotto la direzione di Filippo Maria Bressan che guida l'Orchestra Bruno Maderna.
La prima parte del programma, dedicata a Mozart, si apre con l’Ouverture da La clemenza di Tito, ultimo lavoro teatrale del grande musicista: il clima nobilmente eroico tipico dell'opera seria di stampo settecentesco è evocato da solenni unisoni, intervallati da lunghe pause, che si sviluppano in un concitato primo tema, seguito da un secondo di dolce cantabilità e da un terzo tempo fugato. Ricca e varia è l’aria di Sesto ("Parto, parto, ma tu ben mio meco ritorna in pace") contrassegnata da un Adagio e da un Allegro, magnificamente sorretti dal pastoso timbro del clarinetto concertante. Segue l’aria da concerto Ch'io mi scordi di te? - Non temer, amato bene ricca di pathos, particolarmente adatta a mettere in evidenza le doti espressive della cantante, in un dialogo brillante e serrato con le figurazioni e le modulazioni melodiche di un'orchestra di respiro cameristico. Il Don Giovanni, insieme al Flauto magico, rappresenta il punto più alto e profondo del genio creativo di Mozart. L'Ouverture racchiude due temi che rappresentano una sintesi sinfonica dell'opera. Il primo è un Andante in crescendo annunciato da accordi gravi degli archi che richiamano la scena finale del Commendatore e simboleggiano il destino vendicatore, mentre il secondo tema in tempo Molto allegro vuole essere un ritratto strumentale del giovane cavaliere estremamente licenzioso.
I rapporti di Beethoven con l'opera e la vocalità italiana, piuttosto esigui, risalgono agli anni di formazione del compositore. Protagonista dell’ aria Ah! perfido! è un'eroina di stampo metastasiano, che, con lusinghe e minacce, implora il suo eroe di non abbandonarla. Una cura finissima del dettaglio è quella del recitativo, attentissimo alle sfumature del testo. Segue il cantabile Per pietà dove troviamo l'espressione sublimata di un levigato neoclassicismo. Nel finale la voce della solista si piega verso una prova di bravura, con scale e arpeggi che esprimono il versante più aggressivo e le lacerazioni interiori dell'eroina.
La Sinfonia n. 82, la prima delle cosiddette sei sinfonie parigine di Haydn, deve il suo titolo al tema iniziale dell'ultimo tempo, dove i bassi possono richiamare l'idea del grugnito e della danza traballante di un orso ammaestrato, mentre la frase dei primi violini può ricordare l'andamento di certa musica da girovaghi e saltimbanchi. Il primo tempo coi suoi passaggi cromatici improvvisamente ansiosi e febbrili ha accenti mozartiani. L'Allegretto presenta un paio di volte una melodia popolaresca, orchestrata in differente maniera. Gagliardo e scandito, il Minuetto contrasta con l'estrema leggerezza melodica del Trio.
Programma della serata:
Wolfgang Amadeus Mozart Ouverture da La Clemenza di Tito KV 621
Wolfgang Amadeus Mozart Parto, parto, ma tu ben mio- Aria di Sesto da
La clemenza di Tito KV 621 Adagio - Allegro
Wolfgang Amadeus Mozart Ch'io mi scordi di te? - Non temer amato
bene, Aria da concerto KV 505 - Recitativo-
Andantino-Rondò - Andante
Wolfgang Amadeus Mozart Don Giovanni, Ouverture, K 527
Ludwig van Beethoven Ah! perfido! - Allegro con brio
Per pietà, non dirmi addio - Adagio
Franz Joseph Haydn Sinfonia n. 82 in do maggiore L'Ours (L'orso) Vivace – Allegretto – Minuetto e Trio – Finale: Vivace assai