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Studio di Confcommercio: "Segnali di ripresa. Ma famiglie e imprese non se ne sono accorte"

E' il commento di Alberto Zattini, direttore di Confcommercio Forlì, in merito a quanto è emerso dall’Osservatorio mensile Confcommercio-Format

"Ormai i segnali di una ripresa reale sono chiari. Il Paese sta uscendo gradualmente e lentamente dalla crisi: il Pil è in rialzo; dopo quasi tre anni torna a diminuire il numero dei fallimenti; nel primo trimestre 2015 continua a crescere il numero degli occupati; si è superato lo spettro della deflazione. Eppure ciò che si sta prospettando è una ripresa ancora fragile, di cui molte famiglie e imprese non si sono ancora accorte". E' il commento di Alberto Zattini, direttore di Confcommercio Forlì, in merito a quanto è emerso dall’Osservatorio mensile Confcommercio-Format.

Sono state proposte nel comprensorio forlivese ad un campione di 50 piccole e medie imprese una serie di quesiti sull’ipotesi di introduzione della local tax, il bonus di 80 euro e la riduzione del cuneo fiscale. "Sull’ipotesi governativa di introduzione di un’unica imposta locale, la cosiddetta “local tax”, al posto di quelle attualmente esistenti il 41,20% delle imprese del terziario preferisce l’accorpamento di Imu e Tasi - afferma Zattini -. In prevalenza sono imprese del commercio e dei servizi, di piccole dimensioni; il 27,10% indica l’accorpamento di Imu, Tasi, Tosap e l’imposta di pubblicità. Sono soprattutto imprese del turismo e dei servizi, di piccole dimensioni; mentre il 31,70% sceglie l’accorpamento di Imu, Tasi e Tari. Sono in prevalenza imprese del commercio e dei servizi, di medie dimensioni".

Quanto al bonus di 80 euro erogato ai lavoratori dipendenti con reddito fino a 24mila euro, "la quasi totalità degli imprenditori del terziario, il 96,20%, non ritiene che sia una misura sufficiente per la riduzione della pressione fiscale - osserva il direttore di Confcommercio Forlì -. Inoltre per l’86,9% degli imprenditori del terziario la riduzione del cuneo fiscale, escludendo il costo del lavoro dei dipendenti a tempo indeterminato dall’Irap, è insufficiente per il calo delle tasse sulle imprese. In particolare: il 76,80% ritiene che questa misura non vada incontro alle esigenze delle piccole imprese senza dipendenti, mentre il 23,20% vorrebbe ulteriori interventi sull’Irap, escludendo anche il costo dei lavoratori a tempo determinato".

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