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Almanacco forlivese, la settima perla è "Sobborgo Mazzini"

Dopo "I Borghi", i "Sobborghi". La settima perla della popolare collana de "L'Almanacco Editore" sulla storia forlivese, si arricchisce del "Sobborgo Mazzini".

Dopo “I Borghi”, i “Sobborghi”. La settima perla della popolare collana de “L’Almanacco Editore” sulla storia forlivese, si arricchisce del “Sobborgo Mazzini”. Concluso l’inquadramento “intra muros” con “E’ Borg ad Sarach”, Borgo San Pietro, Borgo Schiavonia, Borgo Ravaldino, Borgo Cotogni e il Campo dell’Abate, il gruppo storiografico imperniato su Gilberto Giorgetti, Gabriele Zelli e Piero Ghetti, impreziosito quest’anno dal ricercatore Mario Proli, inizia a scandagliare le periferie, predisponendo una pubblicazione sull’area abitata fuori Porta San Pietro, che si protende sino al Foro Boario.

“Sobborgo Mazzini” esibisce 70 pagine dense di informazioni e saggi storici e fotografie d’epoca in parte inedite, cui va aggiunto il consueto percorso fotografico di stretta attualità “A piedi per il Borgo”, curato da Fabio Blaco. Come già sperimentato negli anni passati con le precedenti opere, “Sobborgo Mazzini” è un libretto capace di coniugare la facile lettura storico-culturale al crescente interesse dei forlivesi per il proprio passato. “E’ arduo – spiega il coautore Gabriele Zelli – pensare di condensare in 70 pagine le vicende di un sobborgo così ricco di storia come quello fuori Porta San Pietro. Il nostro lavoro e le nostre ricerche vogliono infatti essere base e stimolo per approfondire fatti e gesta assolutamente decisivi nell’ultramillenaria storia locale”. Intanto, il toponimo “Sobborgo Mazzini” è una scelta degli autori. Qualcuno lo definisce quartiere Foro Boario, altri dicono semplicemente l’abitato di via Ravegnana oltre Corso Mazzini: “E’ una zona – si legge nella prefazione - che sfugge a definizioni toponomastiche più precise, compresa tra le ex aree industriali Eridania e Forlanini da una parte, e Mangelli dall’altra”.

Quel che è certo è che è nato a partire dal 1861, con l’arrivo della ferrovia e del treno. Fra le realtà più importanti descritte nel testo, spiccano l’essiccatoio del tabacco di via Cadore, la scomparsa fornace Pianta, le scuole primarie Manzoni, pubblica, e Santa Maria del Fiore, paritaria. Ma c’è anche la consueta teoria di personaggi indimenticabili che hanno legato la propria vita al sobborgo, tutti mirabilmente descritti da Gilberto Giorgetti: : Augusto Rotondi, detto Zambutèn, donna Rachele Guidi, vedova Mussolini, Lorenzo De Antiquis ed Ely Neri. Da Giorgetti anche la consueta condivisione dello sterminato archivio fotografico con immagini d’epoca veramente affascinanti. Scorci di un tempo che fu che ritroviamo anche negli scatti in bianco e nero messi a disposizione dal Dopolavoro ferroviario, presieduto da Elio Leoni, visibili proprio in questi giorni nella Sala degli Angeli del Palazzo Comunale di Forlì, in occasione dei 150 anni della Vecchia Stazione di via Monte Santo. “Sobborgo Mazzini”, strenna di grande resa a prezzo modico, è in vendita a dieci euro nelle principali librerie ed edicole della città.

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