''Da Machiavelli a Garibaldi: storie di ospitalità in Romagna''
Mercoledì, alle 15, nel Salone della Parrocchia di Regina Pacis, ingresso da viale Kennedy, Forlì, Gabriele Zelli terrà una conferenza dal titolo: 'Da Sant'Antonio di Padova a Dante, da Machiavelli a Garibaldi: storie di ospitalità in Romagna'. Che la Romagna sia considerata ovunque una terra ospitale è un fatto incontrovertibile. Ma come si è guadagnata questa fama in Italia e nel mondo? Durante il corso dell\'incontro verranno raccontate alcune vicende che hanno visto come protagonisti personaggi che hanno fatto la storia della chiesa, della cultura, della politica del nostro paese che proprio in Romagna hanno trovato sicuro rifugio, o la possibilità far valere le proprie capacità. A partire da Sant'Antonio di Padova, quando ancora semplice appartenente dei Frati Minori, i seguaci di Francesco d\'Assisi, raggiunse l'Eremo di Montepaolo di Dovadola durante il mese di giugno del 1221.
Luogo dove, nella solitudine, visse una straordinaria esperienza di preghiera, penitenza e contemplazione, preparandosi così alla grande missione di apostolo del Vangelo, di difensore dei poveri e dei sofferenti. Per poi rivelarsi a Forlì, l'anno successivo, durante un discorso improvvisato, in occasione di un'ordinazione sacerdotale, che sancì la sua straordinaria cultura biblica e profonda spiritualità, che gli fece ottenere l\'incarico di predicare.
Anche Dante Alighieri, considerato il padre della lingua italiana, nonché autore della Divina Commedia che è universalmente riconosciuta come la più grande opera scritta da un italiano e uno dei maggiori capolavori della letteratura mondiale, quando a Firenze, in seguito a un rivolgimento politico e militare, fu condannato al rogo trovò ospitalità in Romagna. Dapprima a San Benedetto, poi a Forlì; successivamente, dopo aver vissuto in altre città italiane, approdò a Ravenna nel 1318 presso la corte di Guido Novello, dove terminò la stesura della Divina Commedia.
Niccolò Machiavelli arrivò in Romagna nel 1499 in tutt\'altre circostanze. In quell\'anno, su suggerimento dello zio milanese Ludovico il Moro, Caterina Sforza propose ai fiorentini il rinnovo della condotta per il figlio Ottaviano e l'invio di una compagnia di balestrieri per difendersi dai francesi. Ai fiorentini interessava restare in buoni rapporti con Caterina, nonostante intravedessero margini di trattativa per una riduzione dei compensi da corrispondere a suo figlio. Per trattare il rinnovo del beneplacito a Ottaviano inviarono perciò a Forlì Niccolò Machiavelli, allora trentenne, che dovette fare i conti con la scaltrezza della Signora forlivese e in quell\'occasione non la spuntò.
Se l'autore de 'Il Principe' dovette ripartire senza aver ottenuto nulla, Giuseppe Garibaldi, in un contesto storico e politico completamente diverso, ottenne invece dai romagnoli ogni possibile aiuto per sfuggire, insieme al fidato Capitano Leggero, all'esercito austriaco che nelle nostre zone presidiava i territori governati dal Papa dopo la fine dell\'esperienza della Repubblica Romana. L'operazione, nota come la 'trafila', fece riferimento a una rete capillare di coraggiosi patrioti romagnoli, appartenenti alle più varie estrazioni sociali che, nel nome dei propri ideali, non esitarono a mettere a rischio la vita.