Falò propiziatori, burattini e vin brulé: la nuova formula dei "Lom a Merz"
Il Covid-19 non blocca le antiche tradizioni, così anche quest'anno si riaccendono i Lòm a Mêrz, i tipici falò propiziatori del territorio romagnolo che tornano nel 2021 con un'edizione tutta speciale. Proprio per potere festeggiare l'evento nonostante la pandemia si è pensato a un modello diverso rispetto al passato, necessariamente più “virtuale”. Così dal 26 febbraio al 3 marzo, dopo il tramonto, l’accensione dei fuochi tornerà nelle aie delle case di campagna in vari Comuni dei territori di Ravenna, Forlì e Imola.
Appuntamento sabato 27 febbraio all'Agriturismo Campo Rosso di Civitella di Romagna, dove dalle ore 16 inizia la distribuzione di cestini da asporto e vin brulé. Alle 17 si tiene l'accensione del fuoco propiziatorio, mentre alle 19.30 in diretta Facebook sulla pagina “Il lavoro dei contadini” va in scena il burattino Corvo Nero che racconta le favole sugli animali di Esopo.
Si richiede la prenotazione: Cell. 380 5142609 (Katia) – www.agriturismocamporosso.com - info@agriturismocamporosso.com
La tradizione dei Lòm a Mêrz
La Romagna è una terra storicamente votata all’agricoltura. E l’agricoltura, come molte altre attività “all’aperto” era, ed è tutt’ora, soggetta alle avversità metereologiche. Così la tradizione contadina del passato voleva che per scongiurare la malasorte venissero fatti dei riti propiziatori, come i fuochi magici: i “Lòm a Mêrz” (i lumi di marzo). L’accensione di falò propiziatori intendeva celebrare l’arrivo della primavera e invocare un’annata favorevole per il raccolto nei campi, ricacciando il freddo e il rigore dell’inverno. Il suo significato era quello d’incoraggiare e salutare l’arrivo della bella stagione, bruciando i rami secchi e i resti delle potature. Per questa occasione, negli ultimi tre giorni di febbraio e nei primi tre di marzo, ci si radunava nelle aie, si intonavano canti e si danzava intorno ai fuochi (al fugarèn), mangiando, bevendo e soprattutto divertendosi. L’Associazione, “Il Lavoro dei Contadini” dall’ ormai lontano 2000, ha cercato di tracciare un nuovo solco con i Lumi a Marzo, con rinnovati obiettivi che intendono essere un invito per mettersi in viaggio in queste terre, nelle quali si trova ancora un amore per il cibo tipico, sano, dove viene a galla l’intima civiltà della campagna e l’appartenenza al mondo di piante, animali, riti, usanze, tradizioni e cultura.