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La grande mostra

L'esplorazione del mondo contemporaneo, la pandemia e la guerra: alla scoperta della grande mostra fotografica "Civilization"

L'esposizione è articolata in otto sezioni dedicate ad altrettanti temi, che permettono di affrontare una panoramica esaustiva e trasversale sulla contemporaneità

Seoul, Pechino, Auckland, Melbourne e Marsiglia. Il viaggio nel mondo di "Civilization: Vivere, Sopravvivere, Buon Vivere" farà tappa a Forlì e intratterrà dal 17 settembre all'8 gennaio i visitatori del Museo San Domenico con 300 immagini di oltre 130 fotografe e fotografi provenienti da cinque continenti. L'esposizione, che affronta temi del presente e del futuro del mondo contemporaneo, sempre più caratterizzato dai fenomeni della interconnessione e della globalizzazione, è co-prodotta dalla Foundation for the Exhibition of Photography (Minneapolis, New York, Parigi e Losanna) e dal National Museum of Modern and Contemporary Art of Korea di Seoul, in collaborazione con Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì.

"Civilization: Vivere, Sopravvivere, Buon Vivere": la presentazione della grande mostra

L'esposizione è articolata in otto sezioni dedicate ad altrettanti temi, che permettono di affrontare una panoramica esaustiva e trasversale sulla contemporaneità e che nella formulazione proposta a Forlì si arricchisce di un focus inedito, che rende unica l’esposizione e ne completa l’analisi con un affondo che vede protagonisti i migliori nomi della fotografia contemporanea nazionale. Accanto a esponenti cardine della fotografia internazionale come Edward Burtynsky, Candida Höfer, Richard Mosse, Alec Soth, Larry Sultan, Thomas Struth, Penelope Umbrico e altri, merita infatti di essere sottolineata la notevole presenza di autori italiani – come Olivo Barbieri, Michele Borzoni, Gabriele Galimberti, Walter Niedermayr, Carlo Valsecchi, Massimo Vitali, Luca Zanier, Francesco Zizola – segno della progressiva crescita di reputazione della nostra fotografia.  

Quanto ai criteri di creazione e curatela della mostra, spiega William A.Ewing, "il primo principio sul quale ci siamo soffermati è la definizione. C'è chi parla di civilizzazione globale e chi universale, noi abbiamo scelto il termine planetario ed un esempio calzante è quello del movimento olimpico. Questo ci fa capire la civilizzazione è un impegno collettivo e nessuno si può sottrarre, ma questo è stato cammuffato sfortunatamente dall'individualismo. La civilizzazione è un fenomeno collettivo, come una cipolla fatta a strati e ciascuno di noi pone uno strato di pelle di questa cipolla globale".

Un altro principio è la necessità di avere un processo che abbia in se la capacità di rinnovarsi costantemente - continuo -. Il quinto principio è stato il concentrarsi sul 21esimo secolo, prendendo come inizio gli anni '90, caratterizzati dal ruolo di internet, dalla caduta del muro di Berlino e dall'espansione economica della Cina. E quindi riconducendo questi cinque principi ai temi della fotografia abbiamo capito che era possibile trovarli in questa arte, con fotografi presenti in tutto il mondo e che hanno a che fare con tantissimi professionisti. Ed i fotografi selezionati non si limitano a guardare il proprio spazio, ma vanno oltre prendendo ispirazione dal lavoro di altri grandi fotografi". 

A curare l'esposizione è Holly Roussell, svizzera-americana, storica dell'arte e fotografica, vantando esperienze internazionali di grande prestigio, nomina da Paris Photo come commissaria per la selezione degli artisti emergenti dell'aria asiatica e non solo. "La mostra è articolato in un viaggio poetico di otto capitoli, nato spontaneamente attraverso le immagini che avevamo a disposizione - racconta -. E' un lavoro di 130 artisti di tutto il mondo alle prese con diverse fasi della propria carriera, tra emergenze e famosi. Ci sono sguardi diversi sulla civilizzazione, da quello che viene visto dal fotografo concettuale a quello che si occupa di reportage giornalistici". 

Le sezioni

Si parte dalle immagini di grandi metropoli al centro di "Alveare-Hive", per esplorare le reti urbane che danno forma alle città moderne e descrivere i complicati flussi delle attività umane in contesti in continuo cambiamento, raccontate da Robert Polidori e Pablo López Luz, o dagli edifici iconici come la Burj Khalifa Tower di Philippe Chancel e le Torres de Satélite di Olivo Barbieri.  

Alle persone e alle loro relazioni è dedicata la sezione "Soli insieme-Alone Together",, che si concentra sulla crescente digitalizzazione come elemento e strumento di queste relazioni, ben rappresentate dai ritratti di Pieter Hugo e di Katy Grannan e dalle immagini di soldati che comunicano attraverso Skype di Adam Ferguson.  

In "Flusso-Flow" i Carpoolers di Alejandro Cartagena, le immagini degli aerei di Mike Kelley e Jeffrey Milstein o i containers di Alex MacLean rivelano i movimenti visibili ed invisibili delle persone, delle merci e delle idee attraverso il mondo contemporaneo, evidenziando l’impatto che questo flusso ha su tutti noi.  

In "Persuasione-Persuasion" troviamo le fotografie di grandi eventi collettivi, come quelle di Mark Power e Nick Hannes, o le immagini dedicate alla pubblicità di Robert Walker, Andrew Esiebo, Lauren Greenfield e Priscilla Briggs per esporre i meccanismi di persuasione utilizzati dalla pubblicità, dalla religione e dalla politica.  

Nella sezione "Controllo-Control", autori come Lynne Cohen, Philippe Chancel e Luca Zanier danno forma all’impatto delle varie tipologie di autorità e alla volontà di dare ordine e struttura al nostro sviluppo futuro.  

"Rottura-Rupture" esamina i fenomeni di disgregazione sociale, rivelando i conflitti tra gli individui e imponendo una presa di coscienza dei fallimenti della civilizzazione, immortalati in modo esemplare nelle immagini di Mandy Barker, Xing Danwen e Penelope Umbrico. In questa sezione, la mostra di Forlì ha voluto emblematicamente inserire per la prima volta le immagini di due eventi capitali che negli ultimi anni hanno mostrato i rischi e la fragilità della civiltà contemporanea: la pandemia e la guerra in Ucraina.  

A fare da contraltare ci sono le immagini di parchi dei divertimenti come quelle di Reiner Riedler o le spiagge affollate di Massimo Vitali e Zhang Xiao al centro di "Fuga-Escape", che prendono in esame i fenomeni del tempo libero e dei momenti ricreativi, rivelando i meccanismi, le contraddizioni e i paradossi dell’industria del divertimento.  

Con le immagini avveniristiche di Valérie Belin, Simon Norfolk e Vincent Fournier, o ancora le fotografie di un razzo partito dalla base spaziale della Guinea francese e del più grande radiotelescopio del mondo di Michael Najjar, "E poi..../ Next" chiude la ricognizione su come il mondo del ventunesimo secolo sta prendendo forma, con la sua rapida evoluzione globale.  

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