Il Teatro delle Forchette porta in scena lo spettacolo "Paragraph 175"
Sabato 25 gennaio, ore 21, al Teatro Comunale di Predappio giunge la Compagnia Teatro delle Forchette con lo spettacolo Paragraph 175.
Liberamente tratto dalle testimonianze degli omossessuali sopravvissuti all'olocausto nazista e al documentario "Paragraph 175" di Rob Epstein e Jeffrey Friedman, il regista Antonio Sotgia porta in scena questa pièce densa di emozione.
Il muro di Berlino è solo un ricordo. La generazione dei tempi della guerra sta per scomparire. Il mondo sembra deciso a creare un futuro brillante. Ma una cultura si basa anche sui ricordi. Alcuni vengono ostentati, altri nascosti. 75 anni fa, il regime nazista decise di ripulire la Germania dall'omosessualità. Furono arrestate 100.000 persone. 15.000 persone sono state mandate nei campi di concentramento. Negli anni '20 la Repubblica di Weimar era conosciuta come il paradiso degli omosessuali. Gli abitanti di Berlino non conoscevano il Paragrafo l75: la legge tedesca antisodomia che risaliva al 1871. Con quella legge, c'era pericolo di minacce e incarcerazioni. Per abolire il Paragrafo 175, nacque un movimento guidato da Magnus Hirschfeld: scienziato e pioniere delle ricerche in ambito sessuale, nonché socialista, ebreo e omosessuale.
Il partito Nazista, nato dopo la Prima Guerra Mondiale, aveva piani ben precisi per i giovani tedeschi. La purità ariana avrebbe salvato la Nazione dalla vergogna e avrebbe dato inizio ad un futuro glorioso. Volevano trasformare la nazione in una forza pronta a combattere.
Ernst Roehm fu alleato di Hitler fin dal principio. Nei primi anni '20 Roehm costituì un gruppo di combattenti e incitò i veterani ad entrare nelle S.A., formazioni paramilitari d'assalto, per sostenere i grandi progetti di Hitler. Gli oppositori, ansiosi di denunciare i nazisti, pubblicizzarono l'omosessualità di Roehm. Hitler, invece, lo appoggiò. Si trattava di un'eccezione. Il partito nazista aveva sempre condannato l'omosessualità. Hitler poteva contare su alleanze con industria ed esercito. L'idea di Rohem di rafforzare le S.A. era divenuta una minaccia. Il 28 giugno 1934 Hitler ordinò l'esecuzione di Rohem e di 300 sospetti nemici del Reich. Questo primo massacro fu chiamato "La notte dei lunghi coltelli". Hitler diede come giustificazione per l'omicidio di Roehm la sua omosessualità, e si ripromise di eliminare gli omosessuali dal partito. L'opposizione al regime etichettò i nazisti come omosessuali. I nazisti diedero inizio alle persecuzioni. La Gestapo creò un settore per il reato di omosessualità. Nel '35, all'anniversario della morte di Rohem, i nazisti modificarono il Paragrafo 175 per estendere la definizione di comportamento gay illegale. L'omosessualità femminile non fu inserita nella legge, perché considerata una deviazione temporanea e curabile. Le donne erano considerate strumenti per la riproduzione. Oggi alcuni lager sono considerati monumenti storici. Alcuni sono stati distrutti, altri sono stati restaurati e destinati ad altri usi. Nel '44, la macchina nazista cominciò a perdere colpi. I russi avanzavano da est, gli inglesi e gli americani da ovest. Una serie di bombardamenti aerei distrusse le città tedesche. I campi di concentramento furono risparmiati. La versione del Paragrafo 175 rimase in vigore fino al 1968.
Nella Germania Ovest le leggi naziste restarono in vigore fino al 1968. Chi era stato incarcerato in base al Paragrafo 175 fu definito criminale. Nessuno ha avuto il riconoscimento di vittima del nazismo. La cultura gay ha sempre sofferto, in tutta la sua storia, di periodiche “interruzioni” di varia natura. Editti, leggi, sentenze, usi, tradizioni, roghi, bandi, confini, violenze, insulti, camere a gas, lavori forzati, carceri e pregiudizi hanno da sempre interrotto il nascere di una vita e cultura gay duratura e stabile.
Biglietti: intero 15 euro, ridotto 10 euro.