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Forlimpopoli celebra la giornata della memoria ricordando l'opera di Giorgio Perlasca: gli studenti incontrano il figlio

Nell’inverno tra il 1944 ed il 1945 Giorgio Perlasca riuscì a salvare dallo sterminio nazista, a Budapest, migliaia di ungheresi di religione ebraica fingendo di essere un console spagnolo, lui che non era né diplomatico né spagnolo

In occasione della Giornata della Memoria, l'Amministrazione comunale e l'Anpi di Forlimpopoli organizzano un incontro per le scuole sulla figura di Giorgio Perlasca. Venerdì 4 febbraio, l'aula magna dell'Istituto Marinelli di Forlimpopoli ospiterà un incontro con Franco Perlasca, figlio di Giorgio, e Luciana Amadio della Fondazione Giorgio Perlasca riservato a tutti gli studenti dell'Istituto che si collegheranno in diretta streaming dalle loro classi. L'iniziativa si inserisce nel calendario di "Dare futuro alla memoria" rassegna di eventi e iniziative volte, per l'appunto, a costruire il futuro sulla base di una più approfondita conoscenza della nostra storia, che giunge quest'anno alla 22° edizione.

Nell’inverno tra il 1944 ed il 1945 Giorgio Perlasca riuscì a salvare dallo sterminio nazista, a Budapest, migliaia di ungheresi di religione ebraica fingendo di essere un console spagnolo, lui che non era né diplomatico né spagnolo. Dopo l’entrata in Budapest dell’Armata Rossa, Perlasca venne fatto prigioniero e quindi liberato dopo qualche giorno, riuscendo infine a rientrare in Italia dopo un lungo e avventuroso viaggio per i Balcani e la Turchia. Da eroe solitario divenne un “uomo qualunque”: condusse una vita normalissima e non raccontò a nessuno, nemmeno in famiglia, la sua storia di coraggio, altruismo e solidarietà.  Solo negli anni Ottanta alcune donne ebree ungheresi, salvate dallo sterminio, alla ricerca del diplomatico spagnolo, finalmente trovarono Giorgio/Jorge Perlasca e rivelarono all'Italia la storia del loro salvatore spingendolo a portare la sua testimonianza - e la sua storia - nelle scuole dove incontrò migliaia di studenti.

Giorgio Perlasca è morto il 15 agosto del 1992 ed è sepolto nel cimitero di Maserà a pochi chilometri da Padova. Ha voluto essere sepolto nella terra con un’unica frase sulla propria lapide: “Giusto tra le Nazioni”, scritta in ebraico. Il suo nome, infatti, si trova a Gerusalemme, tra i Giusti fra le Nazioni, e un albero a suo ricordo è piantato sulle colline che circondano il Museo dello Yad Vashem.

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