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Madonna del Fuoco 2012 senza bancarelle, sarà solo evento religioso

La festa patronale 2012 rimarrà nella storia come evento esclusivamente religioso. "Un conto sono le bancarelle - precisa il parroco del Duomo monsignor Quinto Fabbri - e un altro le celebrazioni liturgiche"

La festa patronale 2012 rimarrà nella storia come evento esclusivamente religioso. “Un conto sono le bancarelle - si affretta a precisare il parroco del Duomo e rettore del santuario mariano, monsignor Quinto Fabbri - e un altro le celebrazioni liturgiche previste per la Madonna del Fuoco, che si terranno regolarmente in Cattedrale”.

L'incredibile dimostrazione di forza dell'inverno, che da decenni non colpiva così duramente Forlì, si riverbera pesantemente anche sul secolare copione della Madonna del Fuoco. La festa patronale 2012 rimarrà nella storia come evento esclusivamente religioso.

In considerazione dell'eccezionale nevicata e delle previsioni meteorologiche a dir poco pessime, il sindaco di Forlì Roberto Balzani ha, infatti, ordinato la soppressione di tutti i mercati e fiere su suolo pubblico nelle giornate di venerdì 3 e sabato 4 febbraio. Non ci saranno i 222 banchi ambulanti dislocati nel cuore del centro storico, stracarichi di piadina all'anice e oggettistica per tutti i gusti, ma la festa vera, quella religiosa, rimane.

Freddo e gelo da record nulla potranno contro la secolare abitudine dei forlivesi di omaggiare la patrona celeste con una visita, anche fugace, alla sua casa “terrena”, in Cattedrale. “Un conto sono le bancarelle - si affretta a precisare il parroco della Duomo e rettore del santuario mariano, monsignor Quinto Fabbri - e un altro le celebrazioni liturgiche previste per la Madonna del Fuoco, che si terranno regolarmente in Cattedrale”. Lo stesso sindaco di Forlì Roberto Balzani, accompagnato dal gonfalone civico, prenderà parte, sabato 4 febbraio, alle 11, alla messa pontificale in Cattedrale, presieduta dal vescovo della Diocesi di Forlì-Bertinoro, monsignor Lino Pizzi.

Basta guardare il programma della festa, farcito come di consueto di messe, canti e preghiere mariane a tutte le ore, a partire dalle 6,30. Si segnalano la liturgia delle 9 condotta dal vescovo di Cesena monsignor Douglas Regattieri, e quella delle 10 affidata al pastore di Rimini monsignor Francesco Lambiasi. Oltre al “pontificale” delle 11, monsignor Lino Pizzi alle 19 presiederà anche la messa delle Associazioni Cattoliche.

Alza bandiera bianca anche la consueta “diretta” di Radio Maria, che avrebbe dovuto prendere inizio alle 16.45 con i Secondi Vespri Pontificali e il rosario: la possente coltre bianca ha avuto la meglio persino sul network cattolico, fondato nel 1983 in Lombardia da un gruppo di persone legate al santuario mariano di Medjugorje e oggi diffuso in tutto il mondo con punte di due milioni di ascoltatori al giorno.

L'ultima liturgia della festa della Madonna del Fuoco è in programma alle 20.30, e sarà officiata dal “padrone di casa” monsignor Fabbri. L'avvento del popolare don Quinto alla guida pastorale della Cattedrale, e di conseguenza anche del santuario seicentesco dedicato alla Madonna del Fuoco, si vede: massima cura della liturgia della festa e dell'ambiente, “traduzione” nell'italiano corrente della settecentesca Novena della Beata Vergine, e l'avvento di un predicatore di grido, qual'è stato don Giacomo Ruggeri, giovane sacerdote direttore dell'Ufficio Comunicazioni sociali della Diocesi di Fano.

“Questa figura - sono parole di monsignor Fabbri - è entrato nella 'voglia della gente' di ascoltarlo e quindi di rendere festa e novena vere testimonianze di fede e di amore mariano”. Lo spettacolare scenario dettato dalla “neve grossa” (un retaggio della storica nevicata del 1929), renderà ancor più avvincente la suggestiva abitudine dei forlivesi di accendere, la sera della Vigilia, ceri e luminarie sui balconi e sui davanzali delle proprie case. La devozione tutta forlivese per la madre celeste Madonna del Fuoco nasce dal rovinoso incendio scoppiato nella notte fra il 4 e il 5 febbraio 1428 nella scuola del maestro Lombardino da Riopetroso. L'edificio, situato nel punto dell'attuale via Cobelli dove si erge la chiesa del Miracolo, andò completamente distrutto. Dalle braci ardenti fu estratta, intatta, una fragile xilografia cartacea della Vergine. Secondo quanto tramandato da Giovanni di Mastro Pedrino, la notte del miracolo assomigliava molto a quella del corrente 2012, con freddo e neve in abbondanza.

La Forlì di quegli anni giaceva ancora sotto gli Ordelaffi, in attesa di Gerolamo Riario e della “Lady di Ferro” Caterina Sforza, ultimo sussulto prima dell'avvento del potere temporale dei Papi. Nei tre secoli e mezzo di dominio pontificio, la città si rianimava, culturalmente e artisticamente, giusto in occasione della prodigiosa manifestazione mariana. La persistente devozione popolare convinse le autorità cittadine a reperire un luogo di culto all'interno della Cattedrale. L'attuale fastosa cappella alla Madonna del Fuoco fu inaugurata ufficialmente il 4 febbraio 1636. Nel 1638 fu eretta anche una colonna votiva al centro della piazza Maggiore, oggi piazza Saffi. Il monumento ha dominato il Campo dell'Abate fino al 14 ottobre 1909, giorno del suo abbattimento per mano di un gruppo di anarchici capitanati da un certo Benito Mussolini. Piero Ghetti

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