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La crisi non risparmia nessuno: a rischio anche la 'Segavecchia'

Anche la Segavecchia in crisi: se fino a una decina di anni fa i carri allegorici erano mai meno di sette e i volontari mai meno di un'ottantina, oggi i carri sono cinque e i lavoranti sfiorano appena la ventina.

I volontari del Comitato Segavecchia hanno deciso di pranzare assieme. Lasagne fatte in casa e carne alla brace. Vino. Ciascuno ha portato qualcosa e insieme, ieri all'ora di pranzo, hanno presentato l'edizione della Segavecchia 2013: in programma dal 3 al 10 marzo per le vie del centro storico di Forlimpopoli. C'erano il nuovo presidente del Comitato, Mauro Grandini, il suo vice Mirco Campri e la ventina di volontari che, nonostante la crisi, tenta di tenere in vita la festa più antica di Forlimpopoli. Si parla di ultima Segavecchia, dopo centinaia di anni, non tanto perché potrebbe essere davvero l'ultima ma perché, se permarrà lo stato di fondi risicati e di crisi delle vocazioni nel volontariato, la vecchia sagra potrebbe non avere vita lunga, anzi.

LA CRISI COLPISCE ANCHE LA SEGAVECCHIA - Se fino a una decina di anni fa i carri allegorici erano mai meno di sette e i volontari mai meno di un'ottantina, oggi i carri sono cinque e i lavoranti sfiorano appena la ventina. In conferenza c'erano tutti, dalle sorelline Eleonora e Noemi Duca di appena undici anni, allo storico costruttore 73enne Bruno Battistini. Nel mezzo la nuova generazione, quella dei Cristian Aldini, che cerca di raccogliere il testimone della sagra assieme ad alcuni amici. «Crisi degli sponsor -dice Mauro Grandini- e passaggio dal biglietto all'offerta libera, fanno chiudere i conti in passivo. Negli anni siamo stati costretti ad assistere alla riduzione del numeri dei carri e al loro ridimensionamento. Alla situazione economica dobbiamo poi aggiungere il numero decrescente di chi lavora ai carri». Un gruppo ormai sparuto e che non molla. «Persone fantastiche -aggiunge il presidente- che passano tutte le sere dei sei mesi che precedono la festa, nel capannone, per costruire i carri allegorici. Per non fare morire la festa». A fronte di tutto ciò, e non assistere a una morte lenta, il Comitato sta lavorando per riallineare la caratteristica della festa. «Vorremmo specializzarci in gruppi allegorici appiedati e diventare, negli anni, punto di attrazione per tutte le sfilate di Carnevale della zona. Già quest'anno invito tutti a prendere contatto con noi. Le iscrizioni sono apertissime e contiamo anche sui paesi vicini».

PREMI PER I MIGLIORI - La Segavecchia è anche un concorso con premi economici in palio. Per i carri, oltre al contributo di mille euro per tutti, sono da assegnare 3mila euro per il primo classificato, 2.500 per il secondo, 2mila per il terzo. Per i gruppi a piedi, invece, i premi vanno dal primo (1.200 euro) al secondo (800) fino al terzo (400).

I CARRI IN CONCORSO - I carri in concorso: 'The flinstones' del gruppo Giovani carristi pazzi di Sant'Andrea, 'In Italia c'è ci becca e c'è chi raglia' del gruppo Cima di Franco Montaletti, 'C'è speranza Scooby Doo?' del Gruppo di periferia.

CARRI NON IN CONCORSO - I carri non in concorso: 'La veggente vede e provvede' dell'associazione La nostra scuola di Sant'Andrea e 'Valli ranch' della cooperativa sociale Lamberto Valli di Forlimpopoli. In più sfileranno i gruppi a piedi e alcuni piccoli carri che si aggiungeranno, solidalmente, all'ultimo momento.

LE NOVITA' - Tra le novità dell'Ultima Segavecchia si segnalano il concorso fotografico su social network, la riscoperta del dolce tipico 'Pagnotta della Segavecchia' e l'aperitivo con i giostrai. «Serve un moto d'appartenenza da parte di tutti -chiude Grandini- e per salvare la festa contiamo di interpellare tutte le sue anime. Le famiglie dei giostrai, i carristi, i commercianti e soprattutto la popolazione di Forlimpopoli».

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