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Lo chef Massimo Bottura a Casa Artusi: "Diamo importanza ai giovani"

Il dialogo tra Montanari e Bottura è continuato all’insegna degli obiettivi che ognuno di noi deve porsi “seguendo la propria strada ma studiando sempre percorsi alternativi, lasciando una porta aperta all’imprevisto

Non capita di certo tutti i giorni poter conoscere un genio avanguardista della cucina come Massimo Bottura. E il pubblico che giovedì sera affollava Casa Artusi durante la presentazione del suo ultimo libro ‘Vieni in Italia con me’ sembrava averlo intuito. L’accoglienza per Massimo Bottura all’interno del secondo appuntamento dell’iniziativa “Exponiamoci” è stata esemplare e la città intera, per mano del sindaco Mauro Grandini, ha voluto ringraziarlo della sua presenza dedicandogli un riconoscimento raffigurante Pellegrino Artusi, opera dell’artista Pasquale Marzelli, lo stesso che ogni anno viene attribuito ai grandi personaggi attraverso il Premio Artusi.

Bottura ha aperto la serata con una riflessione sul futuro: “c’è bisogno di ripartire dalla cultura perchè, per poterci esprimere dobbiamo innanzitutto conoscerci con umiltà, un’umiltà che può derivare solo dalla cultura. E poi dobbiamo dare importanza ai giovani, perchè non è vero che sono depressi e hanno molto da imparare”. E ancora Bottura ha ricordato l’importanza di coltivare le proprie passioni. “La stessa passione con cui ha scritto ‘Vieni in Italia con me’ – ha spiegato Massimo Montanari, storico nonchè presidente del Comitato scientifico di Casa Artusi - un libro scritto con amore, dove le ricette finiscono in appendice. E dove lo stesso titolo indica la filosofia di Bottura di voler sempre coinvolgere il pubblico, di portarselo dietro sul palcoscenico”.

‘Vieni in Italia con me’ non è solo un libro, è una vera e propria esperienza di vita scritta in 20 anni, è “la spiegazione di come l’Italia possa esistere solo attraverso la condivisione dei suoi prodotti, diversi per ogni Regione, che finiscono nel grande calderone chiamato cucina italiana. Un libro in cui le immagini non rappresentano solo dei piatti ma ambienti, persone, pezzi di vita” lo ha descritto Montanari.

“Il più grande cambiamento della mia vita lavorativa che ho voluto descrivere nel mio libro è stato il passaggio dal concentrarmi sul mio ego, sul far vedere quanto ero bravo, al concentrarmi solo sull’importanza ingredienti – ha detto Bottura – ho poi incominciato a democratizzare i piatti più snob della cucina internazionale, rendendoli accessibili a un pubblico sempre più vasto e giovane”. D’altronde, per uno chef stellato come Bottura, anche rendere il foie gras un piatto per tutti è un gioco da ragazzi: “basta aggiungere lo stecco di un croccantino e subito si torna bambini, mangiando senza il bisogno di coltello e forchetta. Alla fine tornare all’infanzia e mangiare con la stessa gioia dei bambini è la cosa più bella”, ha detto.

Il dialogo tra Montanari e Bottura è poi continuato all’insegna degli obiettivi che ognuno di noi deve porsi “seguendo la propria strada ma studiando sempre percorsi alternativi, lasciando una porta aperta all’imprevisto. Dedizione e ossessione della tecnica sono necessari perchè riescono a risolvere i problemi, ma non bisogna mai dimenticare un pizzico di ironia per non prendersi troppo sul serio. Se avete l’idea giusta e ci credete veramente, tenete duro e un giorno ve lo riconosceranno”, ha detto Bottura.

Si è infine riflettuto su come i progetti di “Expo 2015 – Nutrire il pianeta, energia per la vita” possano veramente aiutare a diminuire lo spreco alimentare e permettere di mangiare a chi ancora oggi va a letto a pancia vuota. “Non sottovalutate i prodotti poveri, con questi si possono creare piatti straordinari - ha ammonito il grande Chef – e smettete di buttare il cibo, anche dagli scarti possono nascere piatti prelibati”.

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