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"Un italiano di Parigi viene a Forlì": per la mostra su Boldini arrivano i capolavori

C'è grande attesa per la nuova mostra messa in campo ai Musei San Domenico dalla Fondazione Carisp di Forlì. Protagonista indiscusso del 2015 sarà Giovanni Boldini, certamente il più grande e prolifico tra gli artisti italiani residenti a Parigi

C'è grande attesa per la nuova mostra messa in campo ai Musei San Domenico dalla Fondazione Carisp di Forlì. Protagonista indiscusso del 2015 sarà Giovanni Boldini, certamente il più grande e prolifico tra gli artisti italiani residenti a Parigi. “Boldini, lo spettacolo della modernità” apre i battenti l'1 febbraio e resterà aperta fino al 14 giugno. Le anticipazioni arrivano dal coordinatore della mostra, Gianfranco Brunelli. “Questa mostra avrà la stessa qualità scientifica delle altre, con una chiave di lettura autonoma, caratteristica distintiva delle nostre esposizioni, eguagliate anche per numero di opere a qualità”.

Brunelli annuncia importanti collaborazioni che hanno permesso di costruire, con circa 250 opere, “la più grande monografia mai fatta su Boldini, dagli anni '30”. La prima con il Musée d’Orsay, con il quale  Città di Forlì e la Fondazione, Brunelli e Fernando Mazzocca in primis, hanno lavorato per portare la mostra su Wildt all’Orangerie di Parigi. Questo rapporto ha reso possibile l'arrivo di 4 opere di Boldini, due delle quali mai prestate ('Madame Charles Max' e 'Moulin rouge'), più due di Degas (Gli uomini di finanza e uno dei quadri raffiguranti le celeberrime ballerine). “Mentre un italiano sconosciuto va a Parigi, un italiano di Parigi viene a Forlì”, dice Brunelli, che annuncia anche l'arrivo dal Museo Boldini di Ferrara l'arrivo di ben 34 opere, tra cui i disegni.

Nella sua lunghissima carriera, caratterizzata da periodi tra loro diversi a testimonianza di un indiscutibile genio creativo e di un continuo slancio sperimentale che si andrà esaurendo alla vigilia della Pima Guerra Mondiale, il pittore ferrarese ha goduto di una straordinaria fortuna, pur suscitando spesso accese polemiche, tra la critica ed il pubblico. Amato e discusso dai suoi primi veri interlocutori, come Telemaco Signorini e Diego Martelli, fu poi compreso e adottato  negli anni del maggiore successo dalla Parigi più sofisticata, quella  dei fratelli  Goncourt e di Proust, di Degas e di Helleu, dell’esteta Montesquiou e della eccentrica Colette. Rispetto alle recenti mostre sull’artista, questa rassegna si differenzia per una visione più articolata e approfondita della sua multiforme attività creativa, intendendo valorizzare non solo i dipinti, ma anche la straordinaria produzione grafica, tra disegni, acquerelli e incisioni. Le ricerche più recenti di Francesca Dini (curatrice della mostra insieme a Mazzocca), consentono di arricchire il percorso con la presentazione di nuove opere,  sia sul versante pittorico che, in particolare,  su quello della grafica.

Uno di punti di maggior forza, se non quello decisivo, della mostra sarà la riconsiderazione della prima stagione di Boldini negli anni che vanno dal 1864 al 1870, trascorsi prevalentemente a Firenze a stretto contatto con i Macchiaioli. Questa fase, caratterizzata da una produzione di piccoli dipinti (soprattutto ritratti) davvero straordinari per qualità e originalità, sarà vista in una nuova luce grazie alla possibilità di presentare parte del magnifico ciclo di dipinti murali realizzati tra il 1866 e il 1868 nella Villa detta la “Falconiera”, a Collegigliato presso Pistoia, residenza della  famiglia inglese dei Falconer. Saranno in mostra, e in questo caso si parla di un prestito straordinario, due delle tempere staccate di circa 3 metri per 1,60 ognuna. Si tratta di vasti paesaggi toscani e di scene di vita agreste che consentono di avere una visione più completa del Boldini macchiaiolo. Anche due Van Dyck  (da Firenze e Roma)e un Goya (Da Madrid) saranno tra i capolavori di questa mostra, e Brunelli annuncia che potrebbe essercene un quarto.

Le prime sezioni, nelle sequenza delle sale al piano terra, saranno dedicate all'immagine dell’artista rievocata attraverso autoritratti e ritratti; alla biografia per immagini (persone e luoghi frequentati); all’atelier; alla grafica così rivelatrice della sua incessante creatività. Le sezioni successive, al primo piano, dopo il ciclo della “Falconiera”, ripercorreranno attraverso i ritratti di amici e collezionisti la grande stagione macchiaiola. Seguirà la prima fase successiva al definitivo trasferimento a Parigi, caratterizzata dalla produzione degli splendidi paesaggi e di dipinti di piccolo formato con scene di genere, legata al rapporto privilegiato con il celebre e potente mercante Goupil.

Avranno subito dopo un grande rilievo, anche per la possibilità di proporre confronti con gli altri italiani attivi a Parigi, come De Nittis, Corcos, De Tivoli e Zandomenenghi, le scene di vita moderna, esterni ed interni, dove Boldini si afferma come uno dei maggiori interpreti della metropoli francese negli anni della sua inarrestabile ascesa come capitale mondiale dell’ arte, della cultura e della mondanità. Seguiranno infine le sezioni dedicate alla grande ritrattistica che lo vedono diventare il protagonista in un genere, quello del ritratto mondano, destinato ad una straordinaria fortuna internazionale. A questo proposito costituirà una novità la possibilità di accostare per la prima volta ai suoi dipinti le sculture di Paolo Troubetzkoy in un confronto interessante sia sul piano iconografico che formale

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