Ulisse sbarca al teatro comunale di Predappio con "Odissea. Come morire in un mare di risate!" di Massimiliano Bolcioni
Il 17 e 18 maggio, alle ore 21, al Teatro Comunale di Predappio, l'associazione culturale Teatro delle Forchette presenta ODISSEA. Come morire in un mare di risate!, di Massimiliano Bolcioni, con la regia di Stefano Naldi. Per ogni biglietto strappato saranno devoluti all'associazione Avis di Predappio 0,50 €.
Cast: Andrea Bedei, Eros Zanchetta, Stefano Burchi, Marco Ceragioli, Alice Liverani, Giuseppe Verrelli, Alice Bertaccini, Paola Fabbri, Vincenzo Turiaco, Andrea Piovaccari, Jannet Fathallah, Chiara Magrone, Caterina Malandrino, Silvia Frulli, Biancaluce Derni, Maria Antonietta Bavila, Giulia Foschi.
Protagonista di questo spettacolo Ulisse e compagni di viaggio che, dopo la caduta di Troia, decidono di portare con sé cibi nuovi da ogni posto che incontreranno durante il loro viaggio di ritorno, per un glorioso banchetto da tenersi ad Itaca. Ma i più ricordati personaggi, dalle Sirene a Polifemo a Circe e via a seguire, sino a maledizioni divine, complicheranno notevolmente le cose. Un personaggio aggiunto segna ogni volta le sorti di tutti questi incontri ma, come spesso accade nei testi di Bolcioni, risulta essere quel personaggio in realtà cardine a livello drammaturgico per "leggere veramente" il tutto. Un feticcio che spesso torna "travestito" in vari testi di Bolcioni e che qua diventa Malìa Karras, chiaro riferimento a un altro Mito, ma autentico, quale fu la grande Maria Callas, a sua volta eroina greca in qualche modo anch'essa "maledetta dagli Dèi".
Questa Odissea ci dice che, se lo storico Poema era a suo modo una Fiction dei Tempi, oggi diventa un Serial Tv, condito da suoni e musiche pop o etniche o antiche a seconda dei luoghi, da cibi legati ai luoghi reali ai quali Omero accennava, da numeri musicali orecchiabili, da riti arcaici sulle olive ascolane tenuti da megere sarde, da mostri siculi che inneggiano al caffè, fino al rito tv delle sirene mezze nude che reclamizzano il tonno come fosse una pratica sessuale. L'"Ulisse perduto" di turno si aggira tra le pericolose scansie di un centro commerciale, grande quanto il Mediterraneo.
Risate e divertimento garantite, ma non gratuite. Anche se così potrebbe sembrare, dato il politicamente scorretto adottato a condire il tutto, sia dal Testo originale che dalla Regia. Alle fondamenta di tutto, rimane sempre l'ironia iconoclasta della rivisitazione del celebre Poema Omerico da parte di Bolcioni, che filtrando il tutto sotto la lente del doppio e qui anche triplo senso, dimostra ancora una volta come egli sia giustamente ritenuto dagli esperti in materia uno dei maggiori Autori Registi e Attori Camp del panorama Italiano degli ultimi 30 anni.