“Schiava a 16 anni – Il decalogo dell'inferno”: alla Fabbrica delle Candele il talk show con Luca Pagliari
Un’iniziativa di prevenzione significativa, rivolta sia ai giovani che ad un pubblico adulto, in occasione della “Giornata Internazionale sulle violenza sulle donne”. Obiettivi dell’incontro-dibattito “Schiava a 16 anni – Il decalogo dell'inferno”-I dettagli della cronaca, che si svolgerà il 25 novembre, dalle ore 18,30 alle 20,00, è quello di realizzare un incontro che unisca narrazione e dibattito, emozione e razionalità. Dare vita a un format dai due volti con l’obiettivo di indurre importanti riflessioni sulle violenze di genere e sulla necessità di raggiungere una maggiore consapevolezza, in merito alle tematiche che saranno affrontate, sottolineando l’importanza di denunciare e di chiedere aiuto.
L'evento è organizzato dall’Associazione “Cav. Eris Bravi - APS”, che si occupa di promuovere la cultura legata al territorio e di sensibilizzare i cittadini su molteplici problematiche, fra le quali quelle connesse al disagio femminile, e della famiglia e l’Associazione di Promozione Sociale “Un'altra storia – Aps”, che ha come scopo sociale la tutela dei minori, degli adolescenti, dei giovani e di tutte le persone, come le donne, che vivono condizioni svantaggiate all’interno del contesto sociale, con il sostegno del Comune di Forlì, Assessorato alle Politiche Giovanili, Educazione, Formazione e Impresa, che ha, fra i suoi obiettivi, la sensibilizzazione dei giovani sulle tematiche sociali e di attualità, congiuntamente a FIDAPA – Federazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari di Forlì, uniti dagli stessi intenti.
Paura, violenza psicologica e fisica e sopraffazioni di ogni genere, ma anche coraggio, saranno al centro dello storytelling di Luca Pagliari, giornalista, ideatore e conduttore del format, che ha ricostruito giornalisticamente la storia di una ragazza sedicenne vittima di violenze, con il consenso ricevuto dalla famiglia della stessa, per divulgare questa esperienza affinchè possa essere di aiuto ad altre donne che non trovano la forza di manifestare e condividere il proprio dolore. “L’evento rivolto a giovani, adulti, cittadinanza, mondo associazioni, che avrà una durata circa di 90 minuti, si divide in due momenti distinti tra loro - spiega Valentina Vimari di Un’altra storia - . Nella prima parte, attenendosi esclusivamente alla sconvolgente durezza degli atti processuali, Luca Pagliari ricostruirà un fatto di cronaca che ruota principalmente attorno a due figure: la vittima, una ragazza sedicenne, ed il carnefice, un giovane venticinquenne. Un viaggio dentro un incubo basato su paura, violenza psicologica e fisica e sopraffazioni di ogni genere. Un racconto ricco di tensione ed a volte purtroppo vicino all’orrore che non concederà nulla alla fantasia o alle considerazioni dell’autore. Il copione di questa vicenda è già contenuto nelle pagine processuali e nei verbali degli interrogatori. Nella seconda parte la narrazione lascerà il posto all’approfondimento delle tematiche affrontate, assieme ad alcuni esperti saranno dibattuti i temi della violenza sulle donne e della misoginia. Quello che deve essere fatto, oltre a punire severamente i colpevoli, è educare al rispetto della persona, elemento non sempre presente soprattutto nelle classi sociali senza istruzione, occorre far capire che uomini e donne uguali diritti e nessuno può privare l’altro di un diritto inviolabile e privare la donna della libertà con la violenza fisica e psicologica.”
“Abbiamo scelto la formula del dibattito, tramite la conduzione di Pagliari - afferma, Kevin Bravi dell’APS “Cav.Eris Bravi” - per andare a fondo su una problematica della quale purtroppo sentiamo oramai parlare ogni giorno. Alle domande ed eventualmente anche a quelle del pubblico, cercheranno di fornire delle risposte adeguate e i loro punti di vista gli ospiti ed esperti che saranno presenti: Tonia Bardellino – sociologa, psicologa, criminologa, giornalista pubblicista, docente di Sociologia della devianza e della criminalità all’Università La Sapienza di Roma e di Criminologia al Master di II Livello in Criminologia dell’Università Niccolò Cusano di Roma, l'assessora Paola Casara - assessore alle Politiche Giovanili, Servizi Educativi, Scuola e Formazione, Politiche per l’impresa e Servizio Civile del Comune di Forlì, Maria Teresa Rinieri - presidente Commissione Pari Opportunità del Comune di Forlì, Lorena Poggi - past president FIDAPA di Forlì (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari), Giulia Roberta Civelli, responsabile Unità Centro Donna e Pari Opportunità del Comune dì Forli e Melissa Caramia - referente Progetto contro la violenza di genere “#SpeakUp” dì Forli. E’ necessario contrastare le opinioni diffuse o stereotipi che si hanno del ruolo della donna nella società: la donna è fatta per stare in casa, per accudire i figli, nel lavoro non è capace di occupare ruoli importanti, chi decide nella famiglia è l’uomo. Tutte affermazioni sorpassate, non adatte ad un mondo moderno, in quanto considerano la donna come un essere umano inferiore.”
La storia al centro dello storytelling ripercorrerà attraverso gli atti processuali la vicenda di una sedicenne caduta nella rete di un mostro. Il plagio, le violenze l’isolamento, l’imposizione di regole terribili, la paura. La forza di una madre che è riuscita con intelligenza e soprattutto grazie all’amore a sottrarre la figlia al suo carceriere. Mancavano pochi mesi al compimento dei 18 anni ed alla celebrazione di un matrimonio già pianificato, quando grazie all’aiuto provvidenziale di una psicologa, la giovane ha trovato la forza di sottrarsi alle angherie del suo carceriere. La ricostruzione giornalistica basata sugli atti processuali intende rimanere minimalista e profonda, in grado di scrutare il dolore e la difficile condizione di essere adolescente e donna in balia di un venticinquenne senza scrupoli. Quella della protagonista non è solo la sfida alle devianze mentali dell’aguzzino, ma anche la sfida ai luoghi comuni, ai pregiudizi ed a quella impalpabile forma di razzismo che spesso accompagna storie del genere.
“Abbiamo scelto questa storia forte, per sensibilizzare anche i giovani in età scolastica (oltre agli adulti), spiega Casara, perché questa vicenda resta comunque principalmente legata alla coraggiosa scelta della ragazza di rivolgersi alla magistratura e acconsentire alla divulgazione di questa sua esperienza, affinchè possa essere di supporto ad altre donne che non trovano la forza di esprimere il proprio dolore. Il processo di primo grado si è concluso con una condanna a nove anni per violenza sessuale. A livello mondiale si stima che la violenza sia una causa di morte o di disabilità per le donne in età riproduttiva altrettanto grave del cancro e una causa di cattiva salute più importante degli effetti degli indicenti stradali e della malaria combinati insieme. L’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS definisce il problema della violenza contro le donne ed i bambini come un problema globale di salute pubblica e valuta i costi economici e sociali che ne derivano, definendo l’ampia gamma di conseguenze - tra cui il danno psicologico, la privazione e il cattivo sviluppo.”
Per affrontare questo tema così “importante e delicato” è stato scelto Luca Pagliari, giornalista, autore e storyteller, che da anni si occupa di violenza di genere, pari opportunità, bullismo e cyberbullismo. Realizzando una lunga serie di campagne di sensibilizzazione collaborando con Polizia di Stato, Presidenza del Consiglio dei Ministri, MIUR, Ministero delle Pari Opportunità, Presidenza della Camera dei Deputati e altri importanti enti pubblici e privati.
"Per fronteggiare questa problematica - chiude Francesca Mengozzi, presidente FIDAPA di Forlì - diventa quindi fondamentale, in ottica preventiva, insegnare ai nostri figli a riconoscere quei segnali di rabbia e impulsività che sono alla base della violenza e a riconoscere le diverse forme di violenza. Esistono infatti tante forme di maltrattamento alcune più visibili ed altre più subdole e striscianti come ad esempio umiliazioni e critiche continue, controllo costante anche di tipo economico, isolamento dal contesto sociale, comportamenti persecutori e continuativi. Bisogna inoltre insegnare alle ragazze e alle donne a uscire dall’isolamento, che è uno dei principali meccanismi di mantenimento e perpetuazione della violenza. Bisogna rompere il segreto e parlarne, così come è riuscita a farlo (con l’aiuto della madre) questa ragazza, con la famiglia, con le amiche, con gli specialisti dei centri antiviolenza. Questo per riuscire ad intervenire, per poter costruire una rete di aiuto e un’alternativa per tutelarsi".