- Dove
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Quando
- Dal 21/01/2016 al 24/01/2016
- da giovedì a sabato alle 21, domenica alle 16
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Prezzo
- da 14 a 25 euro
- da 14 a 25 euro
- Altre Informazioni
La pluripremiata opera del drammaturgo, scrittore e sceneggiatore belga, naturalizzato parigino, Éric-Emmanuel Schmitt, "Il visitatore", sarà al Fabbri (come di consueto per la Prosa con 4 repliche) dal giovedi ore 21 alla domenica (solo la replica domenicale è alle 16). Sotto i riflettori nel ruolo dei protagonisti due attori del calibro di Alessandro Haber e Alessio Boni – accanto a Nicoletta Robello Bracciforti e Alessandro Tedeschi - regia di Valerio Binasco; le musiche dello spettacolo sono di Arturo Annecchino, le scene di Carlo De Marino e i costumi di Sandra Cardini.
TRAMA - Aprile 1938. L’Austria è stata da poco annessa di forza al Terzo Reich, Vienna è occupata dai nazisti, gli ebrei vengono perseguitati ovunque. In Berggstrasse 19, celeberrimo indirizzo dello studio di Freud (Alessandro Haber), il famoso psicanalista attende affranto notizie della figlia Anna, portata via da un ufficiale della Gestapo. Ma l’angosciata solitudine non dura molto: dalla finestra spunta infatti un inaspettato visitatore (Alessio Boni) che fin da subito appare ben intenzionato a intavolare con Sigmund Freud una conversazione sui massimi sistemi. Il grande indagatore dell’inconscio è insieme infastidito e incuriosito. Chi è quell’importuno? Cosa vuole? È presto chiaro che quel curioso individuo non è un ladro né uno psicopatico in cerca di assistenza. Chi è dunque? Stupefatto, Freud si rende conto fin dai primi scambi di battute di avere di fronte nientemeno che Dio, lo stesso Dio del quale ha sempre negato l’esistenza. O è un pazzo che si crede Dio? La discussione che si svolge tra il visitatore e Freud, e che costituisce il grosso della pièce, è ciò che di più commovente, dolce ed esilarante si possa immaginare: Freud ci crede e non ci crede; Dio, del resto, non è disposto a dare dimostrazioni di se stesso come se fosse un mago o un prestigiatore. Sullo sfondo, la sanguinaria tragedia del nazismo che porta Freud a formulare la domanda fatale: se Dio esiste, perché permette tutto ciò?
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