Al Teatro Comunale di Dovadola "Il Sogno"
Venerdì e sabato sera al teatro comunale di Dovadola è in programma i saggio finale del Laboratorio d'arti sceniche THE THEATRE "D'una notte di mezza estate, IL SOGNO", tratto da William Shakespeare, di Massimiliano Bolcioni. Illustra Bolcioni: "Il titolo originale dell’Opera in questione è in realtà, “D’una notte di mezza estate, il Sogno: Omicidio Drammaturgico Scenico per 15 Attori basato su Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare”. Ma per non sembrare un film di Lina Wertmuller ci siamo limitati sui manifesti solo alla “prima parte” del titolo. Personalmente non ho mai amato in particolar modo quest’opera del Bardo, ma come sempre mi sono lasciato trascinare dentro per cercare di intuire, per capire “di che tipo di sogno” si tratta e posso dire di aver avuto la netta sensazione di un testo psichiatrico oltre il racconto, in pratica un testo “border line” per non dire allucinogeno o da psico-farmaco. Non pensando solo al lato favolistico visivo dello storico testo e grattando sotto la copertina, ho trovato l’oblìo della mente, la distruzione del razionale prodigata dalla parte fantastica della trama che stravolge quella razionale della parte cosiddetta civile di Ippolita e Teseo, e dei giovani amanti, grazie al gioco dei fiori magici che procurano amore o incanto, ma che per colpa di un pusher dispettoso chiamato Puck, crea invece confusione e diverte col gioco degli equivoci che ne deriverebbe se non fosse che invece, per me, si ottiene così l’opposto totale: invece di confondersi i fatti si manifestano spietatamente per come sono. Nessuno si ama sul serio, come è vero che l’oggetto dei propri sogni è davvero quello che si ritiene comunemente sbagliato. E questo mi induce a rileggere, invertendola,tutta la faccenda secondo Regola Naturale del TEATRO che dimostra sempre più di quanto si mentisca esclusivamente in platea piuttosto che sul palco stesso. Quindi, tra Razionale e Irrazionale la Ragione dovrebbe stare nel mezzo, se non fosse che qua scopro, per colpa di una compagnia di attori improvvisati che appunto sta “nel mezzo delle due trame”, l’origine di tutti i mali si trova proprio in posizione centrale. E allora per costruire il “mio racconto” sono partito dalla realtà quotidiana, o almeno così come solitamente si vuole intendere questa nostra dimensione. Pertanto, ecco arrivare direttamente dal realtà quotidiana un gruppo di attori che fermamente convinti dell’importanza che il TEATRO detiene nella Società, studia quella disciplina chiamata ARTE SCENICA senza mezzi termini. Quindi vediamo sul palco allievi attori che si preparano, si scaldano a volte tranquilli a volte inquieti per qualcosa di impalpabile che si avverte nell’aria, in arrivo, fino a che da una invisibile astronave scendono i personaggi che Shakespeare ci racconta. Ma siccome ai tempi d’oggi l’indifferenza e il non rispetto per quel che il Palco rappresenta parte già dalla platea stessa, qualcosa proprio dalla platea inizia a rovinare il Rito, perché “c’è sempre un povero di spirito in sala che non spegne il cellulare, e che quando suona risponde pure”. E così accade che la realtà quotidiana diviene più assurda dell’irreale stesso, soggiogata dal mezzo tecnologico che rendendo virtuale quel che dovrebbe essere realtà oggettiva, uccide l’Arte dell’Essere a favore dell’Arte del Fingersi, rendendo le persone reali immediatamente personaggio e attore sul palco del Nulla, chiamato oramai Reality o Talent Show. Quando non l’Universo Parallelo a nome Facebook. Di questo pertanto si parla in “ D’una notte di mezza estate, il sogno”. Di attori che a volte diventano spettatori, distratti e distraenti allo stesso tempo, che parlando di regole Aristoteliche a chi nemmeno sa più chi fosse Aristotele, confondono luogo spazio tempo perdendosi così nell’apatia che tanto inquina e ammala l’umano del tempo odierno, ordendo in conseguenza una distruzione della Drammaturgia scenica, un Caos di ruoli e di dimensioni che porta a spezzare il Racconto e al dispersi del Tutto. Ma se è vero che l’Arte, quella autentica, basta a se stessa e sopravvive persino all’Artista, ecco che una volta rimasto solo su di un palco vuoto e di fronte ad una platea rimasta piena di persone fisiche ma vuota di personalità autonome, la speranza di salvezza sta proprio nel riuscire a lasciar parlare i personaggi oramai divenuti più veri del vero. Così, se qualcuno in sala, non intento a giocare col tablet o a leggere messaggini nel cellulare nonostante sia a Teatro alza gli occhi per un istante dal monitor verso il palco, non potrà che notare l’immensa differenza. E farsi rapire da quel sacrifico sacro che si compirà davanti ai suoi occhi: il gesto d’amore di un Interprete che per amore e rispetto verso il Ruolo, lascerà che lo stesso prenda il sopravvento sul tutto, così da ottenere quel che da millenni è stato; l’Evento sul Palco, il Pubblico in Sala e l’Attore dietro la Maschera".
in scena:
Matteo Rambelli
Stefania Paganin
Vincenzo Turiaco
Biancaluce Derni
Elisa Zecchini
Tobia Canducci
Alice Liverani
Andrea Piovaccari
Eros Zanchetta
Giammarco Pantera
Nicole Vignoli
Nicola Ghinassi
Maria Antonietta Bavila
Massimo Vareschi
Jannet Fathallah
INFO E PRENOTAZIONI: 0543/756883 - 339/7097952 - 347/9458012 - info@teatrodelleforchette.it
BIGLIETTERIA (apertura il giorno di spettacolo dalle ore 20) INTERO € 10,00
RIDOTTO € 5,00 (Riduzioni per Ragazzi dai 6 ai 25 anni, Over 65, Soci T.D.F.)