Umberto Maria Giardini e la sua chitarra in concerto al Diagonal Loft Club
Continuano i concerti del mercoledì al Diagonal Loft Club; questa settimana, alle 22, è la volta di Umberto Maria Giardini con il soft rock della sua chitarra.
Umberto Maria Giardini, conosciuto in passato con lo pseudonimo di Moltheni, è un cantautore italiano. Ha usato il nome d'arte Moltheni dal 1999 al 2010. Nel 2012, dopo una parentesi con i Pineda, ha preso il suo nome reale.
"Dopo il notevole riscontro di pubblico e critica ottenuto, prima con “La dieta dell’imperatrice” e successivamente con l’Ep “Ognuno di noi è un po' anticristo”, oggi è la volta di “Protestantesima”, nuovo attesissimo album di uno tra i musicisti più dotati di personalità della scena musicale italiana passata e presente: quella che nel nostro paese ancora oggi conta. Un disco che approfondisce l’esperienza dei due lavori precedenti ma che in qualche modo affina ancor di più la sua scrittura sempre efficace, diversa e soprattutto autentica. Un suono che si è fatto più tagliente ma vellutato, quando occorre, a suggellare dieci episodi desideranti e allo stesso tempo desiderati. Brani con l'urgenza di espandersi nel vuoto infinito ma anche di implodere in se stessi. Un'attitudine ancor più elettrica rispetto ai lavori precedenti, sempre più sbilanciata verso gli estimatori di quella eleganza e un po' retrò che tanto ha contraddistinto il nuovo ciclo dell'artista, bolognese di adozione, nella fase oramai quadriennale del post-Moltheni.
Così diventa semplice scoprire la vivacità e la consapevolezza dei propri mezzi di un artista che non ama ripetersi e che sfugge da tutti i raffronti possibili con gli altri nomi del panorama rock tricolore degli ultimi decenni. “Protestantesima” può essere pertanto definito come un album dall’anima nuova. Dinamico, sbilenco, nonché padrone di quella zona d’ombra tanto amata dagli estimatori di progetti internazionali come The Smiths, St Vincent e Anna Calvi. Umberto Maria Giardini ancora una volta coniuga il buon gusto all’eclettismo che ispira il suo lavoro, con le sei corde e soprattutto con la voce, riuscendo ancor oggi a stupire”