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Una mostra a Santa Sofia dedicata al "Premio Campigna"

La mostra, realizzata grazie alla collaborazione scientifica di Orlando Piraccini, resterà aperta al pubblico fino al 26 giugno. Orario di visita: domenica 9,30-12,30 e 15,00-18,00 e su prenotazione e richiesta.

Sarà inaugurata sabato alle ore 16.30, alla Galleria d’arte contemporanea “Vero Stoppioni” di Santa Sofia la mostra “Arte cesenate al tempo del “Campigna”. L’esposizione, promossa dal Comune di Santa Sofia, con il patrocinio e la collaborazione dell’Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna, illustra momenti e aspetti importanti della storia del “Premio Campigna”, legati alla presenza dell’ambiente artistico cesenate a Santa Sofia dalla nascita della manifestazione nel 1955 all’ultima sua edizione del 1978. La mostra, realizzata grazie alla collaborazione scientifica di Orlando Piraccini, resterà aperta al pubblico fino al 26 giugno. Orario di visita: domenica 9,30-12,30 e 15,00-18,00 e su prenotazione e richiesta.

Fin dalle prime edizioni del “Campigna”, che si svolgeva nella suggestiva cornice della foresta appenninica, l’ambiente artistico cesenate ha rivolto una particolare attenzione al concorso di Santa Sofia, riconoscendo un significato speciale nelle sue ragioni e motivazioni legate alla valorizzazione dell’ambiente naturale, ma anche apprezzamento per la cura organizzativa e il buon livello delle commissioni giudicatrici. Cesenati (Alberto Sughi e Giovanni Cappelli) furono tra i premiati alla prima edizione “estemporanea” del ’55 da una giuria della quale fecero parte – tra gli altri – il pittore locale Innocente Biserni, detto Cencino, l’artista bolognese Aldo Borgonzoni e il noto critico Marcello Azzolini. Osvaldo Piraccini è per la prima volta premiato al “Campigna”, in occasione della seconda edizione del ’56, mentre nell’anno seguente torna a trionfare Giovanni Cappelli. Nel 1957 entra a far parte della commissioni giudicatrice Vero Stoppioni, vero artefice del futuro successo del “Premio” e grande estimatore dell’ambiente artistico cesenate. Sarà lui a chiamare più volte a Santa Sofia Alberto Sughi, sia nella veste di espositore e di membro di giuria. Accanto a Cappelli, un altro promettente artista cesenate, lo scultore Amedeo Masacci, è chiamato da Stoppioni a far parte della commissione giudicatrice dell’edizione 1963. Cesenate è l’artista che risulterà in assoluto il più premiato alle edizioni concorsuali del “Campigna” tra il 1955 ed il ’78: dopo il riconoscimento del ’56, Osvaldo Piraccini sarà dichiarato vincitore nel 1964, nel 1966 e all’ultima edizione “a premi” del 1978.

Sono oltre sessanta le opere in mostra. Tra gli autori presenti, oltre a Cappelli, Sughi, Masacci, Piraccini, anche Luciano Caldari, Mario Bocchini, Obes Gazza, Andrea Tassini, Italo Riciputi, Gaudio Serra, Aristide Gattavecchia, Silvano Barducci, Ugo Pasini, Carlo Panzavolta. Il percorso espositivo si articola in diverse sezioni. Si inizia con le opere e i documenti che attestano la presenza degli artisti cesenati nell’ambito del “Premio Campigna” e dell’ambiente santasofiese. Sono qui esposte opere facenti parte della Raccolta della Galleria “Stoppioni” e di collezioni private santasofiesi. A seguire figurano dipinti “cesenati” provenienti dalla Raccolta d’arte della Provincia di Forlì-Cesena e visibili al pubblico in questa occasione. Si tratta di opere “d’origine cesenate” altamente rappresentative, anch’esse legate alla cosiddetta “stagione dei premi”. Dalla Biblioteca Malatestiana di Cesena provengono invece alcuni dipinti della Collezione Renzo Ravegnani assieme ad una serie di istantanee del noto fotografo scattate sul finire degli anni ’60 negli studi di pittura di Sughi, Cappelli e Piraccini. A quest’ultimo è dedicato un piccolo omaggio con una serie di dipinti “di paesaggio” eseguiti tra la fine degli anni ’70 e i giorni nostri, in una sorta di continuità con Terra abbandonata, l’opera vincitrice del “Campigna” del ‘78. I dipinti, quasi tutti eseguiti “dal vero” nell’alta collina tra le valli del Savio e del Bidente, si iscrivono in uno spazio poetico astratto-concreto e sono da vedere “nella direzione della tonalità e della libertà dell’immagine” (Francesco Arcangeli).
 

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