Una mostra sulla Battaglia di Forlì al Sacrario dei Caduti di corso Diaz
Sulla scia del libro arriva anche la mostra. Presentato il 29 ottobre scorso presso la Casa del Mutilato in via Maroncelli, il volume “La Battaglia di Forlì 1944 – 1946”, scritto da Marco Nardini e Romano Rossi, sarà esplicato in una rassegna allestita all’interno del Sacrario dei Caduti (chiesa di S. Antonio Vecchio) posto in corso Diaz 95, a partire dal 5 novembre prossimo. Si tratta di una serie di pannelli, apparati iconografici e cimeli originari dell’epoca che ha visto Forlì e la Romagna coinvolte negli eventi bellici della Seconda Guerra Mondiale.
La mostra, anticipata il 29 ottobre scorso presso la Casa del Mutilato di via Maroncelli, è stata inaugurata in forma integrale il 5 novembre, alle 11, all’interno di S. Antonio Vecchio e rimarrà visibile sino al 30 novembre negli orari di apertura del Sacrario, il sabato e la domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19. Altri giorni e orari per la visita di gruppi e scolaresche sono prenotabili al numero 349-8499000 di Ugo Berti. Per comprendere appieno la rassegna occorre partire dal libro. L’opera, frutto concreto di mesi e ricerche in archivi e testi svolti dagli autori, affronta per la prima volta un tema quasi sconosciuto, ovvero la presenza e i relativi effetti sul territorio e la popolazione, dell'VIII Armata Britannica a Forlì e circondario tra la fine del 1944 e il 1946. Buona parte dei suoi reparti operativi rimangono in città nella pausa invernale sul fronte del Senio e durante l'offensiva finale di aprile, mantenendo poi una significativa permanenza fino a tutto il 1946 e oltre. Forlì diventa la sede dei centri di comando, logistica, addestramento e svago per numerosi reparti britannici, indiani, neozelandesi, polacchi, irlandesi, canadesi, sudafricani e di altre nazionalità. Grazie alla presenza degli alti comandi alleati, la città riceve particolari attenzioni, con i principali luoghi del centro che assumono nomi e valenze anglosassoni.
Cambia anche l'assetto sociale, che risulta radicalmente trasformato, con la “vita” militare alleata che, grazie a questa opera monumentale, viene finalmente raccontata nei dettagli. Per questo libro sono state utilizzate prevalentemente fonti anglosassoni, molte delle quali inedite in Italia. I testi sono corredati da 456 foto, per la quasi totalità datate e localizzate nel contesto, insieme a 31 mappe a colori elaborate appositamente e altri documenti originali riportati in formato immagine. Sempre il 5 novembre, dalle 10 alle 16, sarà organizzato anche un raduno di veicoli storici ex militari in Piazza Saffi. A tutti i partecipanti sarà proposto di recarsi al Sacrario per una visita alla mostra. “La chiesa di Sant’Antonio Vecchio in Ravaldino – scrivono Marco Viroli e Gabriele Zelli in Forlì Guida alla Città – fu recuperata dapprima fra il 1932 e il 1934, su progetto dell’architetto Costantino Icchia, poi negli anni Cinquanta, quando vennero riportati alla luce l’elegante bifora centrale, le decorazioni in laterizio della facciata e i resti di due antichi affreschi di cui si ignorava l’esistenza”.
L’intervento risolutore a cura del Comitato per Forlì Storico-artistica, fu avviato nel 1955, proprio in funzione del suo utilizzo a Sacrario dei Caduti forlivesi di tutte le guerre, disposto l’anno prima: viene ricostruito l’abside e ultimata la fiancata prospiciente la via Sant’Antonio Vecchio. Gli ultimi restauri, finanziati dal Comune di Forlì, risalgono al 2008 su progetto dell’architetto Roberto Pistolesi. Il Sacrario custodisce lapidi con un migliaio di nomi, a partire dalle battaglie legate a Guido da Montefeltro e Caterina Sforza, per arrivare ai caduti della seconda guerra mondiale, ivi compresi 48 militi della Repubblica Sociale Italiana. Piero Ghetti