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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Paratubercolosi bovina, "E' necessario tenere alta la guardia in tutti gli allevamenti"

"Il Parco considera l'allevamento settore strategico del suo tessuto produttivo - dichiara il presidente Luca Santini - Quello tradizionalmente praticato nell'area protetta rappresenta un'eccellenza, sia per specie trattate che per qualità del prodotto lavorato"

Nel Parco nazionale si è recentemente svolto un incontro specialistico dedicato alla paratubercolosi bovina, malattia cronica che determina ingenti perdite nella produttività degli allevamenti e per la quale non esiste ancora un trattamento che garantisca la guarigione.  L'iniziativa di informazione rivolta agli operatori del settore - che ha visto la partecipazione di specialisti della Ausl Emilia Romagna e dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana - si è resa necessaria a causa della sempre maggiore diffusione della paratubercolosi nell’allevamento bovino.

Come indicano numerose indagini su vasta scala condotte nei Paesi a maggiore vocazione zootecnica, la malattia è oggi diffusa in tutto il mondo, con dati di prevalenza di allevamenti infetti variabili dal 7 al 60%, con punte in Lombardia e Veneto del 70%. Il Parco ricorda che in materia, dopo tanti anni in cui il problema è stato sottovalutato, è operativo dal 2013 il Piano di Controllo nazionale, al quale gli allevatori possono aderire in maniera volontaria.
Il Piano prevede l'assegnazione di qualifiche sanitarie per gli allevamenti. La segnalazione dei sospetti infetti è invece obbligatoria, con fermo delle movimentazioni degli animali d’azienda fino alla conclusione degli esami diagnostici. Il legislatore è mosso da obiettivi epidemiologici, sanitari e commerciali:  raccogliere dati sull’insorgenza e la presenza di casi clinici di paratubercolosi nel patrimonio bovino nazionale, fornire agli allevatori gli strumenti per la prevenzione e il controllo dell’infe­zione e permettere la certificazione per il commercio degli animali e dei loro prodotti attraverso una classificazione degli allevamenti basata sul rischio.

"Il Parco considera l'allevamento settore strategico del suo tessuto produttivo - dichiara il presidente Luca Santini - Quello tradizionalmente praticato nell'area protetta rappresenta un'eccellenza, sia per specie trattate che per qualità del prodotto lavorato. Il ruolo di quest'impresa, anche nel quadro della tutela degli ecosistemi e della salvaguardia della biodiversità, è centrale. Lo sforzo per essere vicini agli operatori deve quindi essere costante. Mi preme in tal senso ricordare, perchè tutte le risorse possano essere assegnate, il bando in scadenza a breve per finanziamenti rivolti alle attività agro-silvo-pastorali all'interno dell'area protetta, disponibile al sito www.parcoforestecasentinesi.it".

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