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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Biciclette, l'appello della Fiab al sindaco: "Introdurre il 'contro senso ciclabile' in città"

“Tale modifica, - scrive Ventimiglia nella missiva al sindaco - avanzata da molti comuni e dalla FIAB (Federazione Italiana amici della Bicicletta), allineerebbe l'Italia a molti paesi europei nei quali, più che in Italia, la mobilità ciclistica viene sistematicamente promossa e favorita"

Fiab Amici della Bicicletta ha inviato in questi giorni una lettera al sindaco di Forlì, Davide Drei, sul "contro senso ciclabile" (il senso unico eccetto bici), adottato da anni in molte città europee e da qualche tempo anche in alcune città italiane. L'iniziativa, partita dalla Fiab di  Varese, si è  diffusa a livello nazionale  dopo la risposta negativa del ministro Lupi ai  Comuni che chiedevano di autorizzare il contro senso ciclabile. “La norma – spiega la presidente di Fiab Forlì, Maura Ventimiglia - era inclusa nella proposta di riforma del Codice della strada, ancora in discussione in Parlamento, ma  è stata eliminata dopo l'approvazione di un emendamento presentato da Scelta Civica”.

Per questo molti Comuni hanno chiesto al Ministro l'autorizzazione all'introduzione del "contro senso ciclabile" anche in mancanza di una legge nazionale. Il Ministro ha negato l'autorizzazione dichiarando che l'applicazione di  tali misure sarebbe fonte di pericolo per i ciclisti. “Ma che valore può avere una affermazione non sostenuta da alcun dato statistico?  Martedì, in occasione della Settimana Europea della Mobilità Sostenibile , si aprirà a Milano un vertice dei Ministri dei Trasporti Europei: invitiamo il Ministro Lupi  a partecipare e a farsi spiegare i vantaggi del "senso unico eccetto bici"”, continua la presidente.

“Tale modifica, - scrive Ventimiglia nella missiva al sindaco -  avanzata da molti comuni e dalla FIAB (Federazione Italiana amici della Bicicletta), allineerebbe l'Italia a molti paesi europei nei quali, più che in Italia, la mobilità ciclistica viene sistematicamente promossa e favorita: Francia, Belgio, Germania, Svizzera. Ovviamente il "controsenso ciclabile" sarebbe applicabile solo ad alcune strade, prevalentemente i centri urbani, e dovrebbe accompagnarsi ad alcune condizioni e provvedimenti di calmieramento e sicurezza del traffico. Gli oppositori a tale modifica, già bloccata poche settimane fa da un emendamento di Scelta Civica in sede di Commissione Trasporti della Camera, in realtà non sono stati finora in grado di portare
argomenti provanti della presunta pericolosità di tale pratica se non le generiche, pretestuose e
umilianti argomentazioni che gli italiani sulle strade sarebbero diversi dai tedeschi, francesi o
svizzeri e fingendo di preoccuparsi della sicurezza dei ciclisti, limitandone di fatto la circolazione”.

“Le esperienze e le rilevazioni statistiche di grandi e piccole città europee, ma anche di molte città italiane (Reggio Emilia, Bologna, Torino) attestano in realtà che l'introduzione del doppio senso ciclabile, praticato con la dovuta intelligenza tecnica, non comporta alcun aumento di incidentalità, spesso anzi si accompagna ad una sua riduzione, e favorisce l'incremento degli spostamenti in bicicletta. La nostra associazione ha già avuto modo di evidenziare alla sua amministrazione l'utilità di praticare il controsenso ciclabile anche nella nostra città, attuabile di fatto anche a codice vigente con una visione tecnica-culturale meno supina e formalistica della tradizionale organizzazione del traffico. - si legge nella lettera al sindaco - Siamo quindi a chiederle di unire la sua voce a quella degli amministratori di Milano, Torino, Reggio Emilia, Bologna, nel richiedere al governo di introdurre nel Codice della Strada norme utili a
favorire la circolazione urbana e quotidiana delle biciclette, compreso il "senso unico eccetto bici", affinché anche in Italia sia consentito alle amministrazioni comunali di adottare soluzioni già ampiamente e positivamente sperimentate, superando ogni dubbio interpretativo e anacronistiche resistenze”.

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