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Giovedì, 25 Aprile 2024
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L'estate 2021 è la quarta più secca dal 1950: ecco perchè è piovuto così poco. "Cambiamenti climatici? Non ci resta molto tempo"

A tirare le somme è Pierluigi Randi, tecnico meteorologo certificato e meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti)

"L’estate meteorologica appena conclusa è stata nel complesso calda, ma non paragonabile a quella del 2003, che rimane tuttora la più calda dal 1950". A tirare le somme è Pierluigi Randi, tecnico meteorologo certificato e meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti). Tuttavia sono le anomalie pluviometriche ad aver avuto un peso maggiore rispetto a quelle termiche. "L’estate 2021 ha visto un deficit di precipitazione del 58%, ovvero sono mancate più della metà delle piogge normalmente attese", sottolinea.

"Tuttavia, da inizio anno il 2021 è decisamente il più secco dal 1950, mancando all’appello più del 50% delle normali precipitazioni, dopo un 2020 anch’egli avaro di pioggia - osserva -. Dal 2000 ad oggi ci siamo “divorati” il 25% delle precipitazioni medie estive (un quarto).
Inutile precisare che con agosto si è chiuso l’ottavo mese consecutivo con precipitazioni inferiori alla norma".

Randi, ormai il gran caldo sta diventando una consuetudine di tutte le estati...
L’estate meteorologica appena conclusa è stata nel complesso calda, ma non paragonabile a quella del 2003, che rimane tuttora la più calda dal 1950. Infatti, la stagione 2021, con un’anomalia di temperatura media di +1,9°C (rispetto al valore climatologico di periodo 1971-2000), si piazza al sesto posto tra le più calde dal 1950, preceduta da quelle del 2003, 2012, 2017, 2015 e 2019. Quella del 2003 ebbe un’anomalia di temperatura media di ben +3,3°C, quindi tra la 2003 e la 2021 vi è una differenza di quasi 1 grado e mezzo a “favore” di quella del 2003. Occorre peraltro precisare che le anomalie stagionali sono state contenute da una seconda metà del mese di agosto piuttosto fresca, mentre il mese più anormalmente caldo della stagione è stato quello di giugno con un’anomalia termica di ben +3,0°C (il quarto più caldo dal 1950). In ogni caso, le prime 7 estati più calde dal 1950 appartengono al nuovo millennio, ovvero sono sopraggiunte dopo il 2000.

Perchè assistiamo ad una sempre più frequente recrudescenza delle ondate di calore?
Il cambiamento climatico ha determinato delle sostanziali variazioni a carico della circolazione atmosferica a grande scala, con la fascia degli anticicloni sub-tropicali che nell’ultimo ventennio si è spinta, mediamente, assai verso nord, guadagnando diversi gradi di latitudine. In tal modo le onde di calore, che sono generate dall’attività dei promontori anticiclonici nord-africani, tendono ad invadere più facilmente e per più tempo l’area mediterranea e, di conseguenza, anche la nostra regione. Nell’estate appena conclusa onde di calore molto intense hanno soltanto sfiorato la nostra regione, ma al centro e soprattutto al sud Italia sono state estremamente severe, facendo abbattere numerosi record di temperatura massima assoluta. In Romagna, solo quella occorsa tra il 12 e il 16 agosto è stata severa, con alcuni valori massimi fino a 38/39°C, ma le altre ci hanno solo sfiorato.

Altra nota dolente, le scarse precipitazioni, soprattutto in Romagna. A quanto ammonta il deficit idrico?
Purtroppo le anomalie pluviometriche hanno avuto un peso ancora maggiore rispetto a quelle termiche, quantomeno a livello stagionale. L’estate 2021 ha visto un deficit di precipitazione del 58%, ovvero sono mancate più della metà delle piogge normalmente attese. Tuttavia, dal 1950, si annoverano tre estati ancora più secche di quella appena terminata: quella del 2012 (-72%), quella del 2017 (-62%), e quella del 2003 (-61%). Pertanto, quella del 2021 risulta la quarta più secca dal 1950, e anche in questo caso occorre rimarcare come le estati più secche appartengano all’epoca recente, prova ne sia che dal 2000 abbiamo perso il 25% (un quarto) delle precipitazioni estive. Si tratta di un dato estremamente preoccupante e che comincia ad avere i caratteri della tendenza climatologica, aspetto comunque già evidenziato a tempo debito dai modelli di clima, quando già dagli anni ‘90 indicavano scenari estivi più secchi su buona parte dell’area mediterranea, aspetto che effettivamente si sta confermando.

Perchè si è vista poca pioggia dal periodo primaverile in avanti?
I regimi di circolazione sul quadro euro-atlantico sono stati particolarmente sfavorevoli; in parte per l’ostinata presenza di alte pressioni in molti casi spintesi dal nord Africa fino al centro-nord Europa passando per il nostro territorio, e in parte per l’interferenza di alte pressioni spintesi dal medio Atlantico al bacino del Mediterraneo. Inoltre, nei pochi casi di circolazioni favorevoli al manifestarsi di periodi instabili, essi sono stati caratterizzati da depressioni centrate a nord della nostra regione, con inevitabili correnti da SW nei bassi strati all’origine di venti di fohn appenninico, i quali hanno impedito in gran parte la possibilità di precipitazioni, se non in forma assai isolata. Infatti, specialmente tra maggio e giugno, sono state particolarmente numerose le giornate di fohn appenninico (garbino), che hanno contribuito a rendere ancora più secchi i suoli.

L'estate meteorologica si è congedata con un clima gradevole e qualche precipitazione. Settembre vedrà ondate di calore tipiche dell'estate settembrina?
Il segnale che si coglie sul lungo termine, passibile sempre di variazioni, mostra un andamento termico superiore alla norma anche se non in forma estrema, mentre le precipitazioni sembra che possano riprendere con una maggiore continuità ed estensione (assolutamente auspicabile) vero la fine della prima decade del mese e per tutta la seconda decade. Ma servono conferme, per ora si tratta solo di un segnale.

Che autunno dobbiamo aspettarci?
Al momento gli scenari autunnali (settembre-novembre), in base alle elaborazioni d’insieme (ensemble) del modello europeo Ecmwf, indicano temperature medie superiori alla norma, ma ciò ormai non fa più notizia, anche se non in forma eccessiva, e precipitazioni inferiori, in particolare nella fase centrale della stagione, quindi ottobre. In generale gli scenari di precipitazione sono comunque meno attendibili rispetto a quelli termici, poiché si tratta pur sempre di modelli globali che considerano la circolazione media su vasta scala. Quindi suggerirei di non disperare poiché spesso questi scenari a lungo termine sono stati disattesi.

Il 24 settembre è in programma un nuovo sciopero mondiale del Clima. I giovani chiedono risposte ai 'grandi' del mondo. Nel frattempo è sotto l'occhio di tutti che il global warming è un problema attuale, scioglimento dei ghiacci, inondanzioni e siccità…
Purtroppo l’emergenza sanitaria ha un po' distolto l’attenzione dei media dal problema climatico, e nel contempo anche a livello politico è evidente un certo “stallo”, nei fatti. Ma mentre la pandemia finirà, così come finirono tutte quelle che annovera la nostra storia, l’emergenza climatica continuerà e si aggraverà col passare del tempo, avendo tempi di compimento che solo molto lunghi e ben superiori ad una pandemia. Dovremo “vaccinarci”anche per fronteggiare questo tipo di emergenza, ma si tratta di un vaccino che non si fabbrica in laboratorio e non si inietta, bensì si inculca e si applica con idee, tecnologia e volontà, prima politica e poi sociale. E affidarsi alla scienza e alla ricerca, che ci faranno superare la pandemia e sarebbero in grado di farci fronteggiare al meglio il problema climatico (adattamento, resilienza ed altro). Ma non ci resta molto tempo, purtroppo.

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