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Venerdì, 19 Aprile 2024
Meteorologia e natura

Gennaio più piovoso della norma, ma non basta: "Ci trasciniamo ancora il notevole deficit del 2021"

Ma non è tutto oro ciò che luccica. Ed è Pierluigi Randi, tecnico meteorologo certificato e meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti), a spiegare il perchè

Potrà suonare "strano", ma il mese di gennaio che ci siamo appena lasciati alle spalle è stato, in Romagna, più piovoso rispetto alla norma climatologica riferita al periodo 1981-2010, con anomalia positiva del 33,6%, con massimi sul cesenate e forlivese e anomalie minime sul ravennate. Dando uno sguardo alla mappa pluviometrica elaborata da Emilia Romagna Meteo, su Forlì sono caduti tra i 59 e gli 81 millimetri di pioggia, mentre sul resto del territorio forlivese si oscilla tra 44 e 76 millimetri. 

METEO - Uno sguardo al futuro - Siccità, l'allarme di Coldiretti - La nevicata del 9 gennaio

Ma non è tutto oro ciò che luccica. Ed è Pierluigi Randi, tecnico meteorologo certificato e meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti), a spiegare il perchè: "Le precipitazioni mensili si sono concentrate ovunque nella prima decade del mese (il 9 gennaio sotto forma nevosa anche in pianura, ndr), lasciando poi venti giorni abbondanti senza precipitazioni ad eccezione di quelle occulte. Quindi, è importante quanto, ma anche come piove". Inoltre, ricorda Randi, la Romagna deve ancora recuperare il deficit pluviometro del 2021.

"Nonostante una certa ripresa delle piogge tra dicembre e il 10 gennaio, ci trasciniamo ancora il notevole deficit del 2021, il quale avrebbe richiesto un inverno piuttosto piovoso per recuperarlo; cosa che fino ad ora non è accaduta - aveva spiegato pochi giorni fa lo stesso Randi a ForlìToday nello speciale dedicato al decennale del "nevone" -. Anzi, le precipitazioni sono nuovamente molto calate. Ancora oggi l’ammanco di piovosità ereditata dallo scorso anno è ben evidente osservando lo stato del terreno, escluso lo strato più superficiale".

Ed è recente l'intervento di Sauro Benvenuti, responsabile area forlivese Coldiretti Forlì-Cesena, a rilanciare l'allarme siccità: "E' diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana con danni stimati in media in un miliardo di euro all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti. I cambiamenti climatici hanno modificato soprattutto la distribuzione sia stagionale che geografica delle precipitazioni anche se l’Italia resta un Paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente dei quali purtroppo appena l’11% viene trattenuto".

E all'orizzonte non si intravedono piogge degne di nota, salvo la possibilità di deboli piovaschi venerdì pomeriggio. Nei giorni a seguire, informa il servizio meteorologico dell'Arpae, "la decisa rimonta del campo di alta pressione riporterà condizioni di tempo soleggiato sui rilievi, con probabile ritorno di nebbie piuttosto estese sulle pianure, almeno nelle ore notturne e del primo mattino. Le temperature pertanto risulteranno più elevate sui rilievi, mantenendosi ovunque su valori superiori alle medie climatologiche".

"E meno male che c'è la diga di Ridracoli", verrebbe da esclamare. Martedì mattina il volume dell'invaso era al suo 77% della capienza totale, con poco più di 25 milioni di metri cubi d'acqua nell'invaso artificiale. Mentre lo scorso anno la diga aveva attirato su di sè le attenzioni con le prime spettacolari tracimazioni

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