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Emergenza pioggia in Romagna e siccità: "Da marzo i mesi più aridi dal 1961"

Il deficit di pioggia raggiunge i valori massimi con una percentuale superiore al 60%

Si rivede la pioggia in Romagna. Ma anche in questo primo scorcio di settembre perdura, senza inversioni decise di tendenza, la situazione generale di stress idrico diffuso già evidenziata ad agosto. Dall’inizio del mese le precipitazioni sono state infatti quasi del tutto inesistenti o comunque non significative visti i livelli registrati, drasticamente scarsi o addirittura nulli: in media, nell’area considerata, è caduta un solo millilitro di acqua. Le zone che ad oggi manifestano criticità più marcata sono Piemonte Meridionale, Emilia-Romagna e Alto Marchigiano. Le portate del Grande fiume si mantengono invece costanti ma comunque sotto la media a Pontelagoscuro che, in queste ultimissime ore, risulta pari a 760 m3/s (- 30% sulle medie).

"Oltre alla scarsità evidente di precipitazioni nelle prime due settimane di settembre va sottolineato che, se il trend fosse confermato anche per il resto dei giorni del mese, quindi con assenza di ulteriori piogge consistenti, ci troveremmo ad affrontare uno dei settembre più secchi di sempre, tuttavia la forte variabilità del mese fa sperare in un aumento delle precipitazioni a lungo termine - spiega Meuccio Berselli, segretario dell'Autorità Distrettuale del Fiume Po-MiTE -. In Emilia-Romagna per esempio, calcolando le piogge dall’inizio del mese di marzo alla metà di settembre, emerge un deficit medio regionale, sul clima 2001-2020, di circa 178 millimetri (- 47.5 %).

"Su vaste aree del settore orientale, particolarmente in Romagna, sui rilievi del Bolognese e in altre aree più ristrette dei rilievi occidentali, il deficit di pioggia raggiunge i valori massimi con una percentuale superiore al 60% - prosegue -. Se consideriamo la pioggia complessiva dal primo marzo al 2 settembre abbiamo i mesi più aridi dal 1961. Seppur in discesa, rispetto il clima torrido di agosto, anche le temperature rimangono, nei primi giorni di settembre, allineate con il mese precedente, con medie superiori di 2-3 gradi".

“In queste condizioni penalizzanti in continuo mutamento - conclude - è chiaro che la nuova normativa comunitaria che l’Unione Europea ha deciso di introdurre a breve e che prevede misure ancor più stringenti riguardo ai deflussi ecologici (pur ponendosi importanti obiettivi sotto l’aspetto della conservazione dell’ecosistema acquatico e degli utilizzi), va rivista in tempo utile. Serve un calcolo “ad hoc” per ogni area geografica che tenga conto delle medie reali e delle condizioni locali; è comprensibile che Italia, Spagna o Grecia non possano e non debbano essere comparate a Danimarca o Olanda, presentando condizioni climatiche e ambientali completamente differenti. Sotto questo profilo, non trascurabile in prospettiva, occorre agire prima che sia tardi".

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