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Seconda irruzione di aria fredda del mese: la neve tonda imbianca alcuni quartieri

La seconda ondata di freddo del mese si è manifestata nel cuore della nottata tra mercoledì e giovedì con lo sviluppo di rovesci che dalla pianura Ravennate si sono estesi seguendo la traiettoria della Ravegnana

Alcuni modelli meteorologici avevano indicato la possibilità di qualche isolata spruzzata di neve anche in pianura in parte del Forlivese. E la seconda ondata di freddo del mese si è manifestata nel cuore della nottata tra mercoledì e giovedì con lo sviluppo di rovesci che dalla pianura Ravennate si sono estesi seguendo la traiettoria della Ravegnana, per poi spegnersi nell'entroterra. I fenomeni, a macchia di leopardo, si sono sviluppati tra le 3.30 e le 4.45. Alcune zone della città si sono svegliate con i termometri tra -3 e -1 e addirittura imbiancate dalla neve tonda o graupel. Ghiaccio anche sulle strade interessate dalla precipitazione, come ad esempio tra Meldola e Carpena o sulla Cervese nella zona di Carpinello e lungo la Tangenziale. Rallentamenti sono stati registrati in particolare tra Ca'Ossi e il Ronco

Neve tonda a Forlì, 10-01-2019

Che cos'è la neve tonda

Quella della neve tonda è un tipo di precipitazione solida, costituita da granelli di ghiaccio bianchi e opachi di forma sferica del diametro di circa 2-5 millimetri. Questi grani sono facilmente comprimibili e rimbalzano quando arrivano al suolo. La precipitazione si sviluppa da cumulonembi: attraversando uno strato di atmosfera relativamente più caldo, i fiocchi si fondono, ma non completamente. Il fiocco di neve conserva così parte della sua struttura originaria, ma nel frattempo si arrotola su se stesso e si può ricoprire di uno strato di ghiaccio per la presenza di goccioline di acqua sopraffusa che si "aggregano" al fiocco. Questo tipo di precipitazione si osserva abitualmente con un temperatura lievemente superiore allo zero.

Le condizioni favorevoli sono in genere create dal passaggio di un vortice freddo in quota. Ed è proprio quello che è accaduto nella nottata tra mercoledì e giovedì: in questo si possono formare rovesci temporaleschi, anche difficile da prevedere, che possono scaricare l'aria fredda improvvisamente nei bassi strati, con precipitazioni sottoforma di neve tonda. Nei prossimi giorni le correnti settentrionali in quota garantiranno condizioni di stabilità, con temperature minime al di sotto dello zero e massime intorno ai 5°C. La Protezione Civile ha diramato per la giornata di venerdì un'allerta gialla per "temperature estreme" nelle aree collinari: "La persistenza di un flusso di aria polare di origine continentale mantiene sul territorio regionale temperature minime negative, più marcate sulle aree di pianura, e temperature medie giornaliere negative sulle aree collinari e sui rilievi appenninici".

Terza decade di gennaio: rischio freddo intenso

E la terza decade del mese, dopo un lungo periodo senza precipitazioni, potrebbe esser condizionata da condizioni perturbate e fredde. Recita il bollettino dell'Arpae sul lungo termine: "L'area mediterranea potrebbe essere interessata da una prevalente circolazione depressionaria con probabile ingresso di correnti fredde di origine polare verso fine mese. Si prospettano quindi eventi di precipitazione, con quantitativi attesi che potranno risultare superiori alla norma. Le temperature, inizialmente in linea con la media climatologica, tenderanno a calare portandosi al di sotto della norma nella seconda parte del periodo". 

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