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Il 2022 l’anno più caldo, inverno eccezionalmente mite. "Uno schema che rientra nel cambiamento climatico"

L'INTERVISTA - L'inizio del 2023 non solo si caratterizza per l'assenza dell'inverno, ma anche per la bassa qualità dell'aria, con valori di pm10 ovunque superiori al limite di 50 microgrammi per metro cubo

E' un inizio di 2023 dal clima eccezionalmente mite per il periodo. Si avverte soprattutto nell'entroterra, al riparo da nebbie e nubi basse che stanno offuscando da giorni le pianure romagnole. In collina le temperature massime registrate da alcuni giorni superano la soglia dei 15°C, dieci gradi oltre i valori medi climatologici del periodo 1991-2010. Le vette sono spoglie di neve, nitida fotografia del un cambiamento climatico che in tanti ancora fanno finta di non vedere. 

Il 2023 ha ereditato l’anno più caldo per la Romagna a livello di temperatura media annua, polverizzando il limite precedente che apparteneva al 2014. I 10 anni più caldi della serie storica che in questo caso parte dal 1900, si sono avuti tra il 2007 e il 2022, con i cinque più caldi occorsi tra il 2014 e il 2022. L’anomalia di temperatura media del 2022 è stata di +1,6°C su base 1981-2010, che salirebbe a +2,1°C se venisse considerato il trentennio 1961-1990. E anche il mese di dicembre è stato il più mite dal 1950. 

L'inizio del 2023 non solo si caratterizza per l'assenza dell'inverno, ma anche per la bassa qualità dell'aria, con valori di pm10 ovunque superiori al limite di 50 microgrammi per metro cubo. Una situazione di stallo, informa Edoardo Ferrara di 3bmeteo.com, "che si protrarrà fino a sabato, con tempo spesso grigio e fosco sulle pianure, a tratti nebbioso specie durante le ore più fredde. Da domenica possibile arrivo di una perturbazione atlantica con finalmente piogge e un ridimensionamento termico soprattutto in Appennino". 

Ferrara, quali sono le cause della persistenza dell'anticiclone nord-africano?
"Una corrente a getto troppo settentrionale che trascina verso latitudini più settentrionale gli anticicloni subtropicali, di cui fa parte quello africano. Uno schema che rientra nel cambiamento climatico che stiamo sperimentando, coadiuvato da temperature superficiali dell'Atlantico più calde del normale".

A parte l'episodio di Santa Lucia, il 13 dicembre, che ha portato neve a tratti anche in pianura, l'inverno non si è mai visto. Quando è previsto un ritorno alla normalità?
"Probabile una fase più dinamica dall-8-9 gennaio, quando le perturbazioni atlantiche tenteranno di raggiungere nuovamente l'Italia, portando piogge, un po' di neve in Appennino e temperature più vicine alle medie del periodo ma, almeno per ora, non si intravede il vero freddo invernale, semplicemente una ridimensionata termica". 

Inverno ko o ci sono le possibilità di un ritorno del "Generale" nella seconda parte della stagione?
"Difficile dirlo, è probabile qualche incursione fredda tra fine gennaio e febbraio, ma si tratterà eventualmente di episodi fini a sè stessi. Gli inverni miti stanno diventando la nuova normalità, con freddo e neve relegati ormai a singoli episodi".

Che considerazioni si possono fare sul 2022 appena concluso?
"Un anno fortemente anomalo. E' stato il più caldo mai registrato a livello nazionale, ma probabilmente anche in tutto il globo, con una temperatura superiore alla media di 1.06°C rispetto alla media trentennale 1991-2020. Il tutto con l'aggravante della siccità che ha colpito particolarmente duro soprattutto il nord ovest italiano. La causa di tutto questo ancora una volta l'ingerenza dell'anticiclone subtropicale sull'Europa centro-occidentale, che di fatto ha spesso sbarrato la strada alle piovose perturbazioni atlantiche. Ricordiamo inoltre i 40°C di Londra a luglio, una temperatura semplicemente assurda".

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