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L'ondata di maltempo

Alluvione in Romagna, le cause spiegate dall'esperto Pierluigi Randi: "Solo nel maggio del 1929 e 1939 cadde più acqua"

L'INTERVISTA - Rendiconta Randi: "In circa 36 ore sono caduti fino a 240 millimetri di pioggia (prime colline del ravennate, Casola Valsenio) e tra 150 e 200 millimetri in diverse aree collinari del ravennate del forlivese"

Nelle aree collinari sono stati sfiorati i 300 millimetri di pioggia in meno di 48 ore, come quelli registrati dalla centralina meteo dell'Arpae Emilia Romagna a Trebbo. Non ci sono dubbi: "Si è trattato di uno degli eventi di pioggia intensa più importanti mai registrati per il mese di maggio è la sentenza di Pierluigi Randi, tecnico meteorologo certificato e meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti) -. Solo nel maggio 1939 e nel maggio 1929 si ebbero accumuli di pioggia localmente maggiori, mentre nel piovosissimo maggio 2019 gli apporti furono meglio distribuiti nell’arco del mese".

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Rendiconta Randi: "In circa 36 ore sono caduti fino a 240 millimetri di pioggia (prime colline del ravennate, Casola Valsenio) e tra 150 e 200 millimetri in diverse aree collinari del ravennate del forlivese, mentre in pianura sì è oscillati tra 80 e 120 millimetri con i massimi sul lughese e faentino, e i minimi verso la bassa forlivese. Meno interessati il cesenate e soprattutto il riminese. I valori accumulati sulle colline del ravennate e del forlivese occidentale sono all’incirca quelli che cadono normalmente in tutta la primavera, mentre i valori climatologici di maggio sono stati doppiati o anche triplicati".

"Nonostante non si siano manifestati temporali, gli enormi accumuli di pioggia sono derivati da 36 ore almeno di pioggia ininterrotta a causa della lenta evoluzione del sistema perturbato che le ha originate, ovvero un fronte occluso nato in seno a una depressione innescatasi sul mar Tirreno che ha richiamato da sud-est aria molto umida e mite in quota sopra uno strato più fresco ma altrettanto umido nei bassi strati dovuto a correnti da nord-est - prosegue l'esperto meteo nell'analisi -. Si tratta di una classica situazione da piogge consistenti in regione, ma nel caso di martedì esse sono state particolarmente elevate sui rilievi a causa dei forti venti tra nord e nord-est che hanno favorito il fenomeno dello stau appennino, ovvero un ulteriore impulso ai moti verticali determinato dallo sbarramento orografico nei versanti esposti".

Nelle prossime ore è prevista una tregua, quanto durerà?
"L’evento è oramai concluso a parte le ultime deboli piogge o pioviggini sui rilievi. Un’espansione verso est dell’alta pressione sub-tropicale favorirà un miglioramento ulteriore per i prossimi giorni, almeno fino a domenica inclusa, con prevalenza di schiarite e senza nuove precipitazioni, associate ad un rapido aumento delle temperature, specie nei valori massimi. Tuttavia, nella prossima settimana potremmo avere una nuova fase instabile (da confermare data l’incertezza ancora presente), che però dovrebbe avere caratteristiche diverse, ovvero non piogge prolungate ed insistenti, ma rovesci o temporali a carattere sparso e di breve durata, quindi meno pericolosa".

Come dovrebbe proseguire poi il mese di maggio?
"Per il momento prevale un segnale ancora moderatamente instabile, quindi con periodi di bel tempo ma interrotti da fasi di instabilità, aspetto del tutto normale nella stagione primaverile. Le temperature non dovrebbero discostarsi particolarmente dalla norma del periodo".

Tanta pioggia dopo un aprile piuttosto avaro di precipitazioni…
"Si tratta di una delle caratteristiche del “nuovo clima”, e quanto occorso negli ultimi 2 mesi ne è una sorta di manifesto. Pochissime piogge in aprile (che invece dovrebbe essere un mese piuttosto piovoso), con l’80% in meno della normale pioggia attesa, e di seguito tutta la pioggia di due mesi o di un’intera stagione in meno di due giorni. Tutto ciò appartiene alla categoria degli “estremi”, vale a dire un clima molto più variabile rispetto a un tempo, e i dati lo confermano, non solo sul trend all’aumento delle temperature, ma anche in base a un sensibile peggioramento della distribuzione delle precipitazioni".

Qual è la situazione del deficit idrico?
"Ormai, almeno per quanto riguarda il nostro territorio, il deficit è risolto, quantomeno in riferimento alle condizioni di siccità sul breve periodo, mentre permane una condizione ancora moderatamente critica sul deficit di lungo periodo (12-24 mesi). Non dimentichiamo che una buona frazione delle precipitazioni degli ultimi due giorni andrà persa per dilavamento e ruscellamento, quindi non sarà resa disponibile ai terreni e alle colture. In ogni caso direi che il problema per il momento è archiviato, almeno in Romagna".

E' sbagliato dire che il mese di aprile è stato piuttosto fresco?
"No, è sostanzialmente corretto. Infatti abbiamo archiviato un aprile 2023 leggermente fresco con anomalia di temperatura media di -0,2°C su base 1981-2010, ma di -1,0°C su base 1991-2020, il che implica che tra i due trentenni la temperatura media di aprile si sia alzata di ben +0,8°C, mica poco. Se però andiamo più indietro nel tempo (trentenni 1971-2000 o 1961-1990) l’anomalia diventa positiva anche per aprile 2023, ma fermiamoci all’epoca recente. Da rilevare che si è manifestato il terzo aprile consecutivo con temperatura media più o meno inferiore alla norma (2023-2022-2021), aspetto sicuramente singolare dato il contesto climatico attuale. Da segnalare l’intensa gelata tardiva del giorno 6 con temperature minime assolute fino a -3/-4°C anche sulle aree di bassa pianura associate a danni rilevanti alle colture".

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