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Settimana Santa più fredda della norma, "ma la primavera poi sarà calda". Prime tendenze per l'estate

Queste le previsioni Pierluigi Randi, tecnico meteorologo certificato e meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti)

Una Settimana Santa all'insegna delle temperature sotto la media. Ma probabilmente la Pasqua sarà asciutta. Queste le previsioni Pierluigi Randi, tecnico meteorologo certificato e meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti). Definirlo un colpo di coda invernale "forse è esagerato, ma è molto probabile che la settimana sia piuttosto fredda, chiaramente nella misura in cui può esserlo un periodo di inizio aprile - spiega Randi -. Probabilmente non sarà particolarmente instabile anzi, sono attese precipitazioni piuttosto scarse salvo a livello episodico e di breve durata, con frequenti fasi soleggiate, ma sarà un po’ freddo, quello sì".

Che bilancio si può fare del primo terzo di primavera?
"La partenza della stagione primaverile è stata assai mite se non proprio calda, con il mese di marzo appena concluso che ha mostrato un’anomalia di temperatura media, in Romagna, di ben +2,5°C rispetto al trentennio 1981-2010, il che lo colloca al quarto posto tra i più caldi dal 1950, peraltro non distante dal marzo 2017 che ebbe un’anomalia di +2,7°C. Buone notizie sul fronte delle precipitazioni, con marzo 2023 che ha registrato un 7,2% di pioggia in più, sempre in Romagna, e rispetto al medesimo periodo climatologico. Buono il bilancio delle precipitazioni del primo trimestre 2023, con un surplus di circa il 30%, essenzialmente a carico di gennaio, che è un ottimo traguardo se si considera il periodo pregresso e la situazione estremamente critica di altre regioni del Nord".

Negli ultimi giorni abbiamo visto i primi temporali, specie verso il litorale, con fenomeni di graupel. Siamo nella classifica fase degli sbalzi di primavera
"Sì, a mano a mano che avanza la stagione diventa sempre più frequente l’attività temporalesca, principalmente sui rilievi e nelle ore pomeridiane, ma i primi fenomeni convettivi si affacciano anche sulle pianure e sulle coste. Se consideriamo la comparsa dei primi temporali direi che siamo in linea con i tempi tipici dettati dalla climatologia, che vede un incremento in frequenza di questi fenomeni tra la seconda e la terza decade di marzo. Ciò dipende dal fatto che in quota possono arrivare masse d’aria ancora assai fredde, mentre nei bassi strati l’aria, specie nelle ore pomeridiane, comincia a riscaldarsi sensibilmente per la forte radiazione solare che agisce al suolo. Di conseguenza aumenta notevolmente il gradiente termico verticale (aria fredda sopra aria calda) ed ecco che basta una piccola spinta dal basso per innescare i temporali. Contestualmente, l’aria ancora piuttosto fredda in quota aumenta la probabilità che arrivino al suolo precipitazioni come grandine di piccole dimensioni o graupel (piccole palline di ghiaccio)".

Aprile come esordirà?
"Sarà un esordio piuttosto freddo, che con discrete probabilità ci terrà compagnia fino a circa la metà del mese. Chiaramente non tornerà l’inverno, ma avremo di fronte il volto più freddo della primavera, specie entro il giorno 8 quando le temperature medie saranno di 2-3°C almeno al di sotto della norma. In queste condizioni non si possono escludere locali brinate o gelate tardive nel corso della prossima settimana (indicativamente tra mercoledì e venerdì), ma molto dipenderà dalla presenza o meno di nuvolosità notturna, e questo ancora non è possibile prevederlo a livello locale".

Che indicazioni arrivano per il proseguimento della primavera?
"Dopo una prima parte non particolarmente calda e con precipitazioni leggermente inferiori alla norma; il prosieguo della stagione mostra uno scenario d’insieme con maggiore probabilità di temperature superiori alla norma e piovosità intorno alla norma o appena inferiori, anche se sulle precipitazioni l’abilità di previsione di questi modelli è decisamente più bassa".

E' già possibile conoscere una linea di tendenza per l'estate?
"In questo caso gli scenari indicati dai modelli lanciati per proiezioni stagionali, sono coerenti con il cambio di fase di Enso (El Nino Southern Oscillation, ovvero un modello di circolazione tropicale sul Pacifico equatoriale che può sortire effetti, sebbene attenuati, anche sul comparto europeo) che è in atto proprio in questo periodo, ovvero il passaggio da una lunga fase di La Nina (è durata in pratica tre anni) a una fase di El Nino. Generalmente il cambio di fase dell’Enso (da Nina a Nino) è correlato con stagioni estive molto calde e poco piovose sull’area mediterranea nella prima parte; meno calde e più instabili nella seconda parte, ed è quello che più o meno indicano i modelli attualmente, posto che siamo ad inizio aprile e l’abilità di previsione su una stagione ancora lontana come quella estiva è inevitabilmente molto bassa".

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