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Il viaggio di oltre 1500 chilometri del temporale distruttivo che ha toccato anche la Romagna: "Ci è andata di lusso"

L'INTERVISTA - Pierluigi Randi tecnico meteorologo certificato e meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti) analizza l'ondata temporalesca che ha attraversato la Romagna

La sfuriata temporalesca tra giovedì e venerdì ha messo ko l'estate? A quanto pare no, secondo il parere di Pierlugi Randi, tecnico meteorologo certificato e meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti), anche se "non tornerà quell’estate feroce e canicolare che abbiamo avuto fino quasi a ferragosto, con temperature estreme". L'esperto meteo ha analizzato per ForlìToday la recente ondata di maltempo che ha seminato non pochi danni sull'Italia, Romagna compresa.

Randi, le piogge, a tratti anche intense portate dall'ultima ondata di maltempo, hanno avuto l'effetto di attenuare la siccità nelle nostre zone?
Diciamo che si è trattato di un “boccata di ossigeno”, ma le piogge, pur in qualche caso consistenti, non sono bastate per considerare risolto l’evento di siccità estrema che ci accompagna da molti mesi a questa parte. Inoltre, gli accumuli sono stati molto più elevati sulle aree di bassa pianura (ravennate soprattutto), molto meno sui rilievi. Pertanto, gli effetti positivi sui corsi d’acqua maggiori e sugli invasi risultano assai modesti, mentre per i terreni agricoli, specie quelli situati nella bassa pianura, l’evento di pioggia è stato sicuramente più benefico, anche se una discreta parte della pioggia caduta è andata persa per ruscellamento e dilavamento superficiale, sia per l’intensità delle precipitazioni, sia per la secchezza pregressa dei suoli. Ma siccome in qualche modo si doveva pur cominciare, accogliamo di buon grado questo importante episodio piovoso.

La Romagna è stata interessata da un filotto di temporali, partiti da molto lontano. Qual è stata la loro genesi?
Ci sono stati quattro principali passaggi temporaleschi. Partiamo da un presupposto: una vasta saccatura di provenienza nord atlantica è affondata in quota sul Mediterraneo occidentale staccando un vortice depressionario secondario, ed in seguito autonomo, colmo di aria fredda. Tale vortice si è poi spostato verso est-nord-est puntando il centro-nord della Penisola sorvolando, lungo il suo cammino, acque superficiali estremamente calde (fino a +5/+6°C di anomalia termica) e interagendo nel contempo con un massa d’aria molto calda e umida di origine nord-africana che risiedeva nei bassi strati. Proprio tra il Mar Ligure, il Mare di Corsica e l’alto Tirreno si sono innescati vasti e violenti sistemi temporaleschi che, portati dalle correnti in quota prima da sud-ovest e poi da sud, sono giunti fino a noi.

Il primo transito temporalesco, quello di giovedì mattina, è lo stesso che ha seminato danni in Toscana?
Esattamente, e ci è andata di lusso dal momento che, impattando l’Appennino e allontanandosi dal mare, ha perso parte del suo potenziale; altrimenti avremmo avuto un evento simile, o anche peggiore, di quello del 10 agosto 2017, quando si ebbero raffiche di vento fino a 130 chilometri in Romagna. Il temporale che ha causato gravissimi danni e vittime in Toscana fortunatamente è giunto a noi indebolito per l’ostacolo rappresentato dall’Appennino, ma ugualmente in grado di “farsi sentire”, con forti rovesci e intense raffiche di vento (fino a 92-95 chilometri orari sul ravennate). Si è trattato di un raro “derecho”, termine spagnolo che significa "diretto", "su una direzione".

Può spiegarci questo fenomeno?
Il derecho è un particolare e raro fenomeno che si può classificare come tale quando un Sistema Convettivo alla Mesoscala (MCS) mantiene venti di 93 km/h o superiori per almeno 400 chilometri. E i dati confermano questo aspetto (dalla Corsica al Veneto). In particolare, quello di gioved mattina si può catalogare come "Serial Derecho", ovvero un derecho derivante da una vasto sistema convettivo contenente al suo interno più linee temporalesche multicellulari, e che si forma in presenza di aree di basse pressioni bene organizzate.

immagine del maltempo che ha colpito la regione-2

Nella foto il passaggio ripreso dal radar del violento sistema temporalesco

Dove e quando si è fermato?
Il “derecho” in questione si è formato nel corso della notte intorno all'isola di Maiorca e da lì non si è più fermato: la Corsica è stata investita in pieno, con venti fino a 224 km/h; tutta la fascia tra La Spezia e Livorno e che si estende fino al confine nord-orientale italiano ha avuto venti prima fino a 140-150 km/h sul confine Liguria-Toscana, e poi oltre 90 km/h (sulla nostra regione e fino al veneziano). In totale il sistema convettivo ha percorso oltre 1500 chilometri finendo fino alla Slovenia, Austria centro-orientale ed infine Repubblica Ceca meridionale. Non ci sono state trombe d’aria, ma solo venti fortissimi lineari (downburst), tuttavia parimenti distruttivi.

Sono seguiti poi altri temporali...
Un secondo passaggio, serale, è stato molto simile al primo sebbene meno intenso, proveniente anch’esso da sud-ovest (Toscana) e con una linea multicellulare (QLCS) che ha interessato soprattutto il nord della Romagna, laddove ha trovato un ambiente ancora molto caldo e umido nei bassi strati dopo aver superato i rilievi. Nel frattempo il vortice freddo in quota si avvicinava da ovest dando inizio alla terza fase temporalesca, notturna, in questo caso dovuta non all’interazione con i mari estremamente caldi, ma al gradiente termico tra temperature sempre più basse in quota e l’aria calda e umida ancora presente nei bassi strati (non erano transitati fronti).

Di notevole impatto le immagini delle grandinate nel riminese...
Si sono formati gruppi (cluster) di temporali aggregati, ma localmente molto violenti con grandine severa (riminese e pesarese), proprio perché è stato massimo il contrasto tra l’aria fredda in quota e quella caldo-umida al suolo. Il vortice, fungendo come un volano di aria fredda, nella sua evoluzione lenta verso est ha innescato fenomeni temporaleschi per tutta la notte. Infine, un quarto passaggio temporalesco si è avuto nella mattinata di venerdì con una linea multicellulare a “chiudere” il passaggio della parte più attiva del vortice; questa è stata meno intensa, poiché ormai il ricambio d’aria nei bassi strati era avvenuto.

Ha impressionato l'intensa attività elettrica, specie dei passaggi temporaleschi del tardo pomeriggio prima e della nottata poi...
L’elevata attività elettrica è sintomo di temporali piuttosto intensi poiché caratterizzati da correnti ascendenti particolarmente violente che ottimizzano la separazione delle cariche elettriche tra particelle liquide e solide entro le nubi temporalesche. Inoltre, si proveniva da una sensibile invasione di aria calda nord-africana nelle 48 ore precedenti; il pulviscolo sahariano contribuisce a ionizzare particolarmente l’atmosfera, ed è tipico avere temporali “molto elettrici” dopo invasioni sahariane o nordafricane, anche il per il ruolo offerto dal pulviscolo in sospensione.

Si ha una stima dei fulmini caduti?
Tra le giornate del 18 e 19 si sono avute all’incirca 10.000 scariche nella sola Romagna; chiaramente la maggior parte di esse sono state scariche nube-nube o intra-nube; solo il 10-15% di esse è stato costituito da fulmini nube-terra, ma è pur sempre un numero considerevole.

Questa ondata di maltempo segna il declino dell'estate o si è trattato di una momentanea fase instabile?
Direi più la seconda ipotesi. L’estate è ancora in salute e ha subìto solo un buffetto. Molto probabilmente non tornerà quell’estate feroce e canicolare che abbiamo avuto fino quasi a ferragosto, con temperature estreme. Ma il caldo, magari quello più tollerabile, non è finito, tant’è che lo scenario più probabile per il resto del mese mostra un ritorno a condizioni in prevalenza anticicloniche con temperature di 2-3°C superiori alla norma (dal 24 circa), il che indicherebbe caldo consistente per il periodo (consideriamo che andiamo verso la fine dell’estate meteorologica, quindi le temperature diminuiscono fisiologicamente), ma non ai livelli delle passate settimane.

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