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Il clima che cambia, fulmini e tuoni a novembre: "Non è raro, ma neanche normale"

"I dati di trend dell’attività temporalesca mostrano in regione una tendenza a diminuzione nel periodo estivo (giugno-agosto) ma ad un aumento nelle restanti stagioni", spiega Randi

Scrosci abbondanti in Appennino. Ma piogge battenti anche in pianura. E a sorpresa accompagnate da fulmini e tuoni. "Abbiamo avuto il transito di un fronte freddo di origine atlantica proveniente dalla Francia, associato ad aria più fredda in afflusso alle quote superiori contemporaneamente alla presenza di aria alquanto calda nei bassi strati - spiega Pierluigi Randi, tecnico meteorologo di Emilia Romagna Meteo - Meteocenter e vicepresidente dell'associazione Ampro (Associazione Meteorologi Professionisti) -. Ciò ha favorito l’innesco di una estesa linea temporalesca di tipo multicellulare (QLCS), nata in Toscana (dove ha assunto una struttura del tipo MCS V-shaped, più intensa) ma che poi è riuscita a sconfinare sulla nostra regione accompagnando l’evolvere del fronte freddo da ovest ad est".

Randi, fulmini e colpi di tuono a novembre. E' normale tutto questo?
Beh del tutto normale no, anche se non è estremamente raro avere attività temporalesca nel mese di novembre, specie nella prima metà del mese. In genere in questo mese abbiamo la media di una giornata temporalesca (periodo 1981/2010), ma nel novembre attuale siamo già a due giornate, per cui siamo in “vantaggio” sulla tabella di marcia. In realtà i dati di trend dell’attività temporalesca mostrano in regione una tendenza a diminuzione nel periodo estivo (giugno-agosto) ma ad un aumento nelle restanti stagioni, con una estensione temporale dei fenomeni convettivi. Insomma i temporali arrivano prima e si esauriscono dopo rispetto ad un tempo, ma ciò è coerente con la presenza di aria più calda nei bassi strati e col verificarsi di periodi con temperature insolitamente elevate anche “fuori stagione” esattamente come in questo periodo. 

Forti sbalzi termici in appena 24 ore. Cosa sta succedendo?
Il mese di novembre è cominciato così come era finito quello di ottobre, ovvero molto mite se non proprio caldo, con temperature massime sopra i 20°C quando dovremmo averne al massimo 14-15. La responsabilità va attribuita ad un afflusso di correnti meridionali o da sud-ovest molto miti di origine sub-tropicale che sono richiamate da una profonda depressione atlantica con centro tra Francia ed isole britanniche fronteggiata da alte pressioni attive sui Balcani. Questo è un modello di circolazione tipico dell’autunno, tuttavia le masse d’aria affluite sono assai calde, cui si è aggiunto l’effetto fohn appenninico per i venti di caduta dai rilievi che comprimono e riscaldano l’aria. Sta di fatto però che a parità di modello di tempo, oggi tende ad affluire aria più calda che in passato, e qui ci ricolleghiamo al problema del riscaldamento globale già affrontato in passato.

Nei prossimi giorni cosa dobbiamo attenderci?
Rimarrà una situazione alquanto instabile poiché rimarranno depressioni atlantiche molto attive tra Francia e bacino del Mediterraneo, quindi avremo brevi pause con tempo anche discreto alternate a passaggi perturbati. Dopo la fase attuale, che terminerà mercoledì sera, avremo un miglioramento nella giornata di giovedì, ma un nuovo impulso perturbato di origine atlantica determinerà un peggioramento nella giornata di venerdì, poi altre piogge sono ipotizzabili tra domenica e soprattutto lunedì. Le temperature saranno ancora miti per il periodo, anche se tenderanno gradualmente a diminuire verso il fine settimana portandosi leggermente al di sotto della norma; tuttavia il vero freddo appare ancora lontano.

Anche la seconda parte di novembre proseguirà secondo un trend instabile?
Il segnale va in questa direzione, tuttavia la seconda parte del mese dovrebbe vedere pause anticicloniche di maggiore durata, anche se l’incertezza è assai elevata. Di norma questi tipi di circolazione tendono a mantenersi per un certo tempo.

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