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Ultimo giorno di autunno meteorologico con il freddo artico: sfiorati i -10 sul Monte Falco

L'ondata di freddo lascia in eredità un Appennino Forlivese ovatatto, con il manto bianco che supera i 20 centimetri oltre i 1600 metri

Pozzanghere ghiacciate. Effetto 'neve' su prati e tetti. Rastrellini e bombolette per togliere il bianco dai parabrezza delle auto. L'autunno meteorologico saluta la Romagna con brinate estese su tutto il territorio. Gli effetti dell'irruzione fredda di matrice artica si sono fatti sentire anche in pianura, dove la colonnina di mercurio è scesa al di sotto dello zero nelle aree rurali. Quella della nottata tra lunedì e martedì è stata una brinata piuttosto intensa, favorita dalle piogge delle ore precedenti e dal rapido rasserenamento del cielo, che ha accelerato l'abbassamento delle temperature.

Il freddo è stato piuttosto pungente nelle alture, con valori da pieno inverno sul Monte Falco, a 1.628 metri di quota, dove il termometro ha registrato una minima di -9.3°C. Valori negativi anche in collina, mentre in città spiccano i -1,7°C nella zona di Forlì Sud-Est (dati rete amatoriale di Emilia Romagna Meteo). L'ondata di freddo lascia in eredità un Appennino Forlivese ovatatto, con il manto bianco che supera i 20 centimetri oltre i 1600 metri. Il sole frizzante di martedì avrà le ore contate. Da mercoledì infatti le nubi torneranno ad aumentare, portando precipitazioni a partire dalla nottata tra mercoledì e giovedì.

La nuova fase perturbata sarà preceduta da un'intensificazione della ventilazione dai quadranti sud-occidentali sul crinale, con i venti che nella serata di mercoledì potrebbero raggiungere intensità di Burrasca moderata (62 Km/h - 74Km/h), ma anche valori superiori. Per questo la Protezione Civile dell'Emilia Romagna ha diramato un'allerta meteo "gialla". Giovedì il cielo si presenterà nuvoloso o molto nuvoloso con piogge deboli e diffuse, a tratti moderate sui rilievi. Seguirà una nuova irruzione artica, con condizioni di tempo debolmente perturbato. Successivamente, informa l'Arpae, "dopo una breve e temporanea rimonta del promontorio anticiclonico, una seconda saccatura di origine artica porterà nuovamente condizioni di instabilità associate a deboli precipitazioni, che potranno essere nevose sui rilievi. Le temperature subiranno quindi una nuova diminuzione, specialmente nei valori minimi.

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