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8 marzo, le riflessioni di Marinella Portolani: "I diritti delle donne sono quelli di tutti"

"Tanto per cominciare sarebbe già un passo in avanti e se i padri rivendicassero il diritto di stare in famiglia durante i primi mesi di vita del bambino"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

"Istituita in Italia nel 1922 la festa della donna è un'occasione per celebrare i traguardi raggiunti e individuare le battaglie da combattere tutte insieme. Tre donne sono state uccise nelle ultime 24 ore da maschi che le consideravano loro proprietà, in Italia la cultura del possesso delle femmine é molto più radicata della cultura del rispetto, a scuola le bambine sono le migliori studentesse ma poi vengono ingabbiate da pregiudizi sessisti in studio e professioni che spesso non onorano le capacità, 22% sono le laureate in Italia contro il 17% dei laureati nelle materie Stem, però la proporzione si inverte 37% di uomini contro il 16% di donne.

Nel 1849 Mazzini, padre della "Costituzione Romana", sancì a chiare lettere la parità di diritti e l'uguaglianza di genere, oggi nel 2021 siamo drammaticamente ben lungi dal tutelare le donne per il diritto alla vita (crescita esponenziale di femminicidi anche durante il lockdown). Per la violenza c'è molto da fare i dati sono ancora sconfortanti: nel 2020 in Italia ogni 6 giorni una donna è stata uccisa da un uomo nella sua famiglia o con il quale aveva una relazione durante. Secondo l'Onu una donna su tre subisce violenza nella sua vita 200 milioni sono sottoposte a mutilazioni genitali siamo penultimi in Europa per occupazione femminile, il lavoro delle donne in Italia è fatto di contratti più precari salari più bassi e la donna ha raramente ruoli da dirigenti.

Una su cinque di noi lascia il lavoro dopo la nascita dei figli su pressioni del marito della famiglia o perché si arrende di fronte all'impossibilità di caricarsi anche tutto il peso delle mansioni familiari; quando diventiamo madri questa doppia responsabilità cresce a dismisura perché appena 11 giorni dopo aver affrontato il parto il nostro compagno torna a lavorare. Mentre noi in questo periodo tra punti che guariscono notti insonni dobbiamo pensare a tutto quello che serve al bambino e quando ricominceremo a lavorare entreremo in un ritmo così infernale che per noi sarà meno stancante continuare a fare tutto da sole piuttosto che combattere con il nostro partner , perché si faccia carico della sua parte, mi sembra evidente che per cambiare le cose gli uomini dovrebbero imparare a sentirsi responsabili della loro vita familiare.

Tanto per cominciare sarebbe già un passo in avanti e se i padri rivendicassero il diritto di stare in famiglia durante i primi mesi di vita del bambino; al momento solo le femministe reclamano il prolungamento del congedo di paternità senza peraltro ottenere molti risultati. É il momento di prendere l'iniziativa potrebbe essere d'aiuto a ricominciare da capo e dividersi quelle faccende quotidiane non particolarmente problematiche. Nella quotidianità un capovolgimento di ruoli é spesso più efficace dello stesso scontro diretto e ovviamente educare i nostri figli tenendoli alla larga dagli stereotipi per offrire loro un futuro più equo del nostro, ma bisogna riconoscere che persino con questi accorgimenti gestire la Famiglia é complicato se tutti e due i genitori lavorano a tempo pieno. Ecco perché una di noi 1 su 5 di noi lascia il lavoro dopo la nascita dei figli su pressioni del marito della famiglia, perché si arrende di fronte all'impossibilità di caricarsi anche tutto il peso delle mansioni familiari. Nelle case la cura degli anziani disabili o persone con malattie mentali, tutto è trasferito sulle spalle delle donne.

E' ancora lontana da essere attuata la legge presentata al governo sulla sui diritti rivendicati dai caregivers, la pandemia poi ha amplificato le diseguaglianze di genere la crisi economica ci è costata cara i datori di lavoro hanno sacrificato più velocemente le donne degli uomini il 70% di chi ha perso l'impiego é femmina.  Abbiamo bisogno che il governo non ripeta gli scempi del precedente che si era completamente dimenticato di noi e le  commissioni di esperti sono composte esclusivamente da uomini addirittura si sono dimenticati di prolungare i permessi per fare fronte alla quarantena del covid. Nelle classi serve l'educazione alla parità finché poi questa arrivi nelle case con l'esempio efficace ed effettivo. Occorre che nelle nostre città e nei paesi i nostri mezzi di comunicazione siano occupati in campagne contro i pregiudizi. No al Body shaming, no al Revenge porno e no al Cyberbullismo. La percentuale delle italiane che ha subito violenza verbale per strada prima dei 17 anni è il 79%.

C è urgenza di incentivi per l'imprenditoria femminile c'è bisogno di un piano di infrastrutture sociali che dia respiro alle donne e che rimuova le cause e gli ostacoli che creando disparità e che tengo o le donne al palo. I fondi europei per la ripresa devono servire anche a questo non solo essere destinati a settori ad alta predominanza maschile e di incredibile importanza che si perda questa occasione non affermando il nostro diritto a entrare a pieno titolo nella discussione, sto parlando delle donne e dei fondi del recovery Plan. La voce delle donne manca nel programma per guarire il paese. I fondi europei per la ripresa devono servire urgentemente anche a questo. Donna, madre lavoratrice. Mancanza di welfare che renda possibile una vera conciliazione come succede nei paesi piu evoluti dove le donne non sono costrette a scegliere fra maternità famiglia e carriera. Siamo il paese piu vecchio, non é possibile superare la scarsissima natalità pari a 0 che stiamo vivendo da anni in Italia senza una reale tutela di un welfare che renda possibile con i servizi la conciliazione di lavoro familiare e carriera.

La parità passa anche dal diritto e dalla tutela della maternità e non solo dal diritto all aborto. L'8 marzo celebreremo la Vera ed effettiva festa della Donna quando a fronte di una emergenza in cui la scuola é incerta non si debba scegliere di sacrificare sempre la mamma, perché é quella che piu facilmente guadagna di meno e oggi ha meno prospettive di carriera. Le donne non sono una minoranza ma la metà della popolazione produttiva, ma 4 donne su 10 dipendono dal marito o dal partner in ,isura maggiore rispetto al passato. Molte di quelle che hanno mantenuto il posto si sono trovate con carichi di lavoro impossibili da reggere e il peso familiare sulle spalle.

Oggi auspichiamo e confidiamo sull impegno del Ministro alle  pari opportunità Elena Bonetti e su un effettivo impegno del Presidente del Consiglio Mario Draghi perché i diritti delle donne sono i diritti di tutti e vogliamo celebrare i tanti talenti delle donne e non i femminicidi. Chi denuncia và presa sul serio; basta chiacchiere, vogliamo fatti concreti. Con l'orgoglio di essere, donna auguro a tutte le donne un domani dove non si debba piu essere costrette a scegliere fra la famiglia e la carriera e dove la parità sia basata sul rispetto quotidiano da parte degli uomini e su diritti realmente acquisiti nel lavoro e nella società".

Marinella Portolani, consigliere comunale e presidente commissione Pari Opportunità

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