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Aeroporto, Zattini: "Consiglio di attivare formalmente l'istanza per chiedere i vigili del fuoco"

Il sindaco Gian Luca Zattini è intervenuto in Consiglio comunale sulla questione aeroporto

"Ho chiesto un incontro col ministro dell'Interno, Matteo Salvini, e sono in attesa di una risposta". Il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini, ha preso la parola in Consiglio comunale in merito alla fase di stallo che sta attraversando l'aeroporto "Ridolfi", rispondendo ad un'interrogazione del capogruppo in Consiglio comunale del Pd Soufian Hafi Alemani nel quale è stato chiesto un chiarimento sull'assegnazione di 64 vigili del fuoco allo scalo di via Seganti. Il primo cittadino, ribadendo come la priorità sia la riapertura dell'aeroporto e che la vicenda abbia un buon esito, ha precisato che l'amministrazione comunale "non ha mai" esternato "una volontà di partecipazione all'interno della società", ma "tutto quello che il Comune può fare sarà messo in campo per aiutare la riapertura".

Zattini ha inoltre aggiunto di aver chiesto un incontro col ministro Salvini, "ma sono in attesa della risposta". Quell'aeroporto, ha rimarcato, "non è una questione politica, ma  tecnica. Ho ricevuto dal ministero degli Interni una missiva che fa riferimento ad un aspetto centrale, ovvero che al momento non risulta pervenuta formale istanza di attivazione del servizio al Ministero. Il sindaco ha anche chiarito che "il Comune non può farsi carico del servizio, prima di tutto perchè società privata e in secondo luogo perchè il Comune non è coinvolto". 

"Il mio consiglio è che questa istanza venga attivata - ha aggiunto Zattini, che ha ricordato anche il tavolo riunitosi in Comune la scorsa settimana -. Non è il tempo delle polemiche, ma dobbiamo essere incanalati a trovare una soluzione. La mia intenzione è coinvolgere la Romagna attorno al tema. Ho interpellato i sindaci di Ravenna, Cesena, Faenza, Cervia e Cesenatico, per avere una spinta in più sul buon esito. Sono attesa di poter rappresentare le istanze che arrivano dal Ministero dell'Interno, che sono punto di partenza; ma ci sono vie alternative le prendo in esame. Ma il mio è un ruolo marginale, essendo non coinvolto direttamente in quella che è una società privata". La questione ruota tutta intorno alla classificazione del "Ridolfi" come aeroporto di rilievo nazionale, anche se non ancora inserito formalmente nella cosiddetta tabella degli aeroporti di fascia A. Una qualifica che lo scalo forlivese si vede riconosciuta già in diversi documenti relativi al bando di concessione. 

La Lega: "Pd in confusione"

"I fatti devono essere trasparenti e il Pd non può sempre giocare sull’equivoco, strumentalizzando gli eventi", affermano i consiglieri del gruppo della Lega in Consiglio comunale a Forlì, commentando un’interrogazione a risposta immediata sull’aeroporto a firma del capogruppo dem, a cui ha risposto il sindaco Gian Luca Zattini. Il primo cittadino, aggiungono, "ha ben motivato l’insussistenza delle motivazioni a monte dell’interrogazione. Per quanto ci riguarda intendiamo mettere alla berlina la pretestuosità dei continui richiami da parte di esponenti del Pd locale, in primis il parlamentare Marco di Maio, al fatto che per la partenza dello scalo mancherebbe un semplice ‘decreto’ del ministro dell’Interno. La lettera ufficiale inviata nei giorni scorsi dalCapo dipartimento del Corpo nazionale dei Vigili del Fuocodel ministero dell’Interno ha chiarito senza ombra di dubbioche la procedura non può partire se la società di gestione non farà pervenire un’istanza formale al dipartimento.Questa istanza – come si legge nel testo - ‘è propedeutica all’avvio dell’istruttoria per la valutazione dell’adozione del decreto del ministro dell’Interno, di concerto con il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, sentito l’ente nazionale per l’aviazione civile Enac, che prevedrebbe l’inclusione dell’aeroporto di Forlì nella Tabella A’, quindi in una diversa tabella di inquadramento rispetto allo stato attuale. Per poter garantire il servizio all’aeroporto Ridolfi, e quindi sostenere maggiori oneri in termini di risorse umane e strumentali, al ministero dell’interno dovrà essere attribuita, attraverso un apposito intervento legislativo, la necessaria copertura finanziaria’. Dunque nessun ritardo da parte del ministero, né ragioni politiche dietro lo slittamento dell’apertura, ma mere ragioni tecniche di cui la società di gestione, che ha avuto almeno due incontri al ministero, l’ultimo il 16 luglio scorso con il sottosegretario Stefano Candiani, competente per materia, e con il personale tecnico, è a conoscenza. Per sbloccare la situazione non basta un semplice decreto del ministro, come continua a sostenere strumentalmente il Pd, ma serve un iter complesso che deve essere avviato dal gestore e seguire i dettami della normativa di settore. E questo Di Maio certo lo sa, ma gioca sull’equivoco, sperando che qualcuno ci caschi. La storia dello scalo, tuttavia, dà ragione alla Lega e torto al Pd che per lunghi anni ha giocato al massacro dell’aeroporto Ridolfi, a favore dello scalo bolognese, secondo i diktat regionali. La Lega è sempre stata sul fronte opposto, favorevole alla riapertura dello scalo. Abbiamo sostenuto e sosteniamo tuttora la società di gestione, al cui successo guardiamo con grande favore. Il rilancio del Ridolfi, infatti, significherà un consistente passo in avanti per il sistema trasportistico, economico e turistico di tutta la Romagna". 

Di Maio: "Non serve nessuna istanza, ma solo la firma di Salvini"

Di opinione diametralmente opposta è però il deputato dem Marco di Maio: "E' surreale quello che sta succedendo al Ministero dell'Interno attorno alla vicenda dell'aeroporto di Forlì. Lo scalo non può aprire perché non ci sono i vigili del fuoco necessari per garantirne la sicurezza. Ricordo che è il Ministero dell'Interno che può decidere come, dove e in che modo assegnarli. Per gli aeroporti di Forlì esiste una tabella che definisce quali sono gli scali nei quali il servizio è assicurato dal ministero e vi rientrano tutti quelli che hanno una concessione di gestione totale come nel caso del Ridolfi".

Ed ancora: "La legge assegna il potere di modificare la tabella ad un decreto di competenza del Viminale, ovvero lo stesso ministero che ha in capo la gestione dei "pompieri". Prima il capo nazionale dei vigili del fuoco - con una lettera contenente errori - poi il sindaco Gian Luca Zattini rispondendo in consiglio comunale, hanno affermato pubblicamente che l'aeroporto di Forlì non apre perché non è stata fatta "l'istanza" di assegnazione dei vigili del fuoco allo scalo. Purtroppo è una affermazione sbagliata, perché non è prevista alcuna istanza in capo ai concessionari (in questo caso gli imprenditori privati che hanno ottenuto tramite bando pubblico la gestione dell'aeroporto) né ad altri. In ogni caso, da dicembre 2018 Enac ha chiesto al ministero di adoperarsi per assegnare i vigili del fuoco; si sono svolti incontri in prefettura, incontri "segreti" a Roma, addirittura un sopralluogo in pompa magna alla sede dell'aeroporto con due sottosegretari di questo Governo e oggi vengono a dire che è una "questione tecnica" e che manca una istanza, come a far credere che sia responsabilità del gestore il fatto che l'aeroporto non apra".

"Non voglio fare nessuna polemica, ma porre una sola domanda: ministro Salvini, vuole o no firmare il decreto che porta Forlì nella tabella A come tutti gli altri aeroporti analoghi oppure no? Vuole o no assegnare i vigili del fuoco allo scalo forlivese? Ma soprattutto: vuole fare qualcosa (davvero poco, basta una firma) affinché l'aeroporto riapra oppure preferisce cercare qualcuno su cui scaricare le colpe? Non c'è molto altro da dire e tantomeno il bisogno di accampare "problemi tecnici" che in realtà non esistono".

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