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Aeroporto ko? "Il bando potrebbe arrivare al 21 marzo"

L'aeroporto "Ridolfi" di Forlì è nuovamente nell'occhio del ciclone. Nei giorni scorsi il Ministro Passera, presentando il Piano degli aeroporti italiani, ha infatti escluso lo scalo forlivese

L’aeroporto “Ridolfi” di Forlì è nuovamente nell’occhio del ciclone. Nei giorni scorsi il Ministro Passera, presentando il Piano degli aeroporti italiani, ha infatti escluso lo scalo forlivese, perché non ritenuto di interesse nazionale. “Alcune contraddizioni vanno senz’altro portate a conoscenza dell’opinione pubblica – commenta il consigliere regionale PD, Tiziano Alessandrini -.  La prima è che mentre si cancella l’aeroporto di Forlì dal piano, l’ENAC (Ente Nazionale dell’Aviazione Civile) ha recentemente emanato il Bando europeo per la sua privatizzazione, manifestando la precisa volontà di affidarlo al mercato”.

“La seconda è data dal fatto che ENAC pare si accinga a prorogare il bando fino al 21 marzo prossimo per non lasciare nulla di intentato. Dunque la comunicazione del Ministro avviene in una fase che obiettivamente danneggia la possibile privatizzazione. La terza è che si cancella un aeroporto assolutamente ben collegato con la viabilità della città e ulteriormente migliorabile con il completamento del sistema tangenziale, con tecnologie aeronautiche molto avanzate, un terminal confacente, una pista ed un sistema di decollo ed atterraggio adeguati”, prosegue il consigliere regionale.

Il prossimo passaggio prevede che il piano del Governo sia discusso nella Conferenza Stato-Regioni per l’intesa finale. CCi auguriamo, quindi, che l’aeroporto di Forlì venga difeso e riportato al livello di interesse nazionale – continua Alessandrini -. Soprattutto ci auguriamo che lo scalo trovi un gestore attraverso il Bando di gara europea e che possa riprendere e rilanciare l’attività commerciale. Qualora e, malauguratamente, ciò non avvenisse credo che la Regione dovrebbe riprendere con forza la sua strategia in tema di aeroporti. Affermare quindi la politica dell’integrazione aeroportuale regionale, portando i soci dell’aeroporto “Marconi” di Bologna, a grande maggioranza pubblica, a riconsiderare Forlì e Rimini come seconde piste di Bologna, creando così le condizioni per un’unica strategia aeroportuale e facendo dell’Emilia-Romagna un punto di riferimento importante nazionale, europeo ed internazionale per il trasporto aereo delle persone e delle cose”.

“Abbiamo tantissimi elementi che consigliano questa soluzione – illustra ancora il consigliere -. Un aeroporto che da solo conta già 5 milioni di passeggeri (Bologna), un bacino turistico fondamentale come la costa (Rimini), un’attività correlata al volo come la presenza di un vero polo tecnologico aeronautico, inteso come agglomerazione di istituzioni di ricerca e formazione che vi gravitano: Istituto Tecnico Industriale Aeronautico Statale, Ingegneria Spaziale dell’Università di Bologna a Forlì, ENAV Academy (scuola dei controllori di volo), le Scuole di Volo e ISAERS con la sua costituenda organizzazione di addestramento per la manutenzione aeronautica. Tutto questo può avere valenza internazionale (Forlì)». Infine, «un cluster regionale di aziende specializzate nelle tecnologie aeronautiche e aerospaziali e nella  manutenzione degli strumenti tecnologici di navigazione e controllo di volo. Ricordo che esiste già uno strumento capace di gestire la politica regionale integrata degli aeroporti. Si tratta di SAR SpA, la società regionale appositamente costituita nel 2011 per favorire la gestione unica degli aeroporti della Romagna, che potrebbe diventare la società per la gestione degli aeroporti dell’Emilia-Romagna. Questo progetto sarebbe un’altra importante innovazione nel campo delle infrastrutture della mobilità – conclude Alessandrini - ed affermerebbe la capacità programmatica e di governo di una Regione cerniera, quindi molto importante nello scacchiere nazionale».

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