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Afghanistan, Vietina (Coraggio Italia): "Situazione fuori controllo. Non possiamo tirarci indietro"

Vietina accende il riflettore sulle donne. "Recluse, invisibili, dopo il ritorno al potere dei talebani rappresentano l'esempio del fallimento di questi venti anni"

"Attacchi suicidi all'aeroporto di Kabul, kamikaze in azione, popolazione terrorizzata che tenta una fuga disperata: giungono dall’Afghanistan immagini strazianti e surreali di una situazione completamente fuori controllo. Non possiamo tirarci indietro rispetto ad un intervento in grado di ripristinare un governo democratico e nel dare accoglienza a chi sta fuggendo dalla violenza e dai soprusi". Lo sostiene Simona Vietina, parlamentare di Coraggio Italia, all'indomani degli attentati e del discorso del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.

"Le scene drammatiche che arrivano da Kabul lasciano senza fiato - prosegue la deputata - Come ci si può rassegnare a cancellare venti anni di storia in pochi giorni? Cosa non è stato fatto o non è stato fatto bene? Abbiamo combattuto a lungo per ampliare le libertà e i diritti fondamentali di tutti gli afghani: tante vite sono state sacrificate per questo nobile obiettivo, abbiamo investito sul futuro, lo sviluppo e l’emancipazione di questo Paese e ora non possiamo permetterci di tornare indietro. Con la ripresa del potere in Afghanistan da parte dei talebani dopo venti anni, si aprono scenari politici, economici ed umanitari che coinvolgono tutto il mondo: mentre gli occidentali fuggono da Kabul, le altre potenze vicine e lontane, iniziano a riposizionarsi per trattare interessi strategici e prospettive di rilancio economico con il nuovo e rinato “Emirato Islamico dell’Afghanistan”, già alla guida del Paese dal 1996 al 2001, proprio mentre gli Stati Uniti e le forze Nato stanno completando il ritiro delle truppe dopo tanti anni di presenza e di lotta per la conquista di un po’ di civiltà".

Vietina accende il riflettore sulle donne. "Recluse, invisibili, dopo il ritorno al potere dei talebani rappresentano l'esempio del fallimento di questi venti anni:
donne che avevano conquistato faticosamente tanti diritti, tornano indietro alla condizione di oggetti, vittime dei soprusi di uomini fanatici che azzerano ogni libertà, annullando la dignità di essere umani. Le donne sono state cacciate dal posto di lavoro, hanno paura, sono chiuse in casa; le mura dei negozi che esponevano fino a qualche giorno fa immagini femminili, sono state ritinteggiate di bianco per cancellare ogni segno di emancipazione, i programmi televisivi sono stati già modificati e strutturati sulla base di quello che il loro regime vuole sia trasmesso e le conduttrici e le giornaliste sono sparite dalla scena; tutti nuovamente obbligati a sottomettersi alla Sharia. L’avanzata dei talebani in Afghanistan è una sostanziale sconfitta sotto il profilo umano, militare e politico".

"Fra tanti dubbi e domande mi chiedo come mai siamo intervenuti per sovvertire tanti regimi dittatoriali e ancora discutiamo dell’opportunità di un intervento forte sul territorio e nel nostro Paese per aiutare queste persone che non possono essere lasciate nelle mani di un’organizzazione terroristica di fanatici spietati - rimarca la parlamentare - non possiamo tirarci indietro rispetto ad un intervento in grado di ripristinare un governo democratico e nel dare accoglienza a chi sta fuggendo dalla violenza e dai soprusi e questo ci dovrebbe far riflettere anche sull’opportunità di creare un esercito unico europeo perché questa è un’azione che l’Europa deve fare unita. Così come la questione dell’accoglienza deve essere affrontata dall’Europa unita. L’Italia si dovrebbe fare promotrice all’ONU di una risoluzione per un'eventuale nuova azione militare in Afghanistan per proteggere la popolazione e in particolare i giovani e le donne che hanno trovato il coraggio di manifestare contro il regime talebano a costo della propria vita; restare indifferenti al loro massacro sarebbe la vergogna più grande del mondo occidentale. La scelta degli USA di ritirarsi ha indebolito le alleanze: la Nato ha potuto fare poco e questo dovrebbe indurre ad una riflessione collettiva sui limiti della garanzia degli Stati Uniti in alcune aree; è inevitabile che se vogliamo essere propositivi e non garantire il perdurare di queste problematiche, dobbiamo fare un maggiore affidamento sulle nostre forze e sulla reale alleanza all’interno dell’Ue".

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