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L'Agorà della Montagna

Sanità nei comuni montani, "carenze acuite nell’ultimo decennio": le proposte del Pd per sfruttare le risorse del Pnrr

Per il Pd "deve restare fermo il primato dei servizi sanitari pubblici, la tutela della salute dei singoli e delle comunità, per garantire anche su questo fronte la giustizia sociale"

Un documento di cinque punti che individua una serie di necessità e proposte per far fronte alle difficoltà in campo sanitario nei comuni dell'entroterra Forlivese. E' il riassunto dell'Agorà della montagna promossa dal Pd forlivese, con l'obiettivo, spiega il segretario territoriale Daniele Valbonesi, "di mettere a punto proposte volte ad affrontare al meglio i temi più importanti e riuscire a ridurre il divario esistente rispetto alle aree più urbanizzate e più dotate di servizi del nostro comprensorio". In questi primi quattro mesi di lavoro, durante i quali si sono svolti 5 incontri, gli ultimi due sono stati dedicati alla sanità del territorio, con un "proficuo confronto tra amministratori comunali e operatori socio-sanitari".

"I ritardi ed i disservizi che si registrano nella sanità territoriale risalgono a prima dello scoppio della pandemia - evidenzia Valbonesi -: sono particolarmente preoccupanti a fronte dei profondi cambiamenti demografici del nostro Paese ed in particolare dell’invecchiamento della popolazione. Le aree interne, montane in primo luogo, soffrono maggiormente della debolezza dell’assistenza territoriale, soprattutto delle carenze quantitative della medicina generale e della pediatria, ma non solo. Si tratta di carenze che sono note da anni, ma che si sono acuite nell’ultimo decennio: nel breve periodo si rischia dunque un peggioramento della sanità italiana e soprattutto del servizio pubblico universalistico. Per il Pd deve restare fermo il primato dei servizi sanitari pubblici, la tutela della salute dei singoli e delle comunità, per garantire anche su questo fronte la giustizia sociale. La tutela della salute è un elemento chiave per la lotta alle disuguaglianze che sono sociali, economiche, di genere ma anche territoriali (tra Nord e Sud e tra aree urbane e aree interne)".

"Le risorse previste dal Pnrr per la sanità, anche se al di sotto delle aspettative, sono tuttavia una grande opportunità anche per gli investimenti a favore della nostra sanità territoriale - prosegue Valbonesi -. Inoltre recentemente il Ministero della Sanità ha varato un provvedimento, sotto forma di Decreto ministeriale che è ora al vaglio delle Regioni, per il riordino organizzativo della sanità del territorio che prevede diverse azioni per il potenziamento dei servizi socio-sanitari. Servono però urgentemente anche altre misure: in particolare è necessario che, nell’ambito di un accordo nazionale sui medici di base, venga data la possibilità ai Distretti socio-sanitari di avere la facoltà di pianificare meglio e con un certo grado di autonomia l’organizzazione dei servizi sul proprio territorio".

"Le risorse per il Servizio Sanitario Nazionale stanno diminuendo"

"Naturalmente l’avvio e il sostegno di tale processo di riordino necessità di adeguate risorse da parte del fondo sanitario nazionale, sicuramente superiori a quanto previsto dai provvedimenti nazionali in essere - viene evidenziato -. Infatti i 2 miliardi di incremento annuo, nel triennio 2021-2023, non coprono nemmeno gli aumenti dei costi dovuti all’inflazione e soprattutto dei costi energetici che sono in forte incremento: siamo purtroppo di fronte alla diminuzione di risorse statali e non, come invece servirebbe, al loro incremento".

"L’emergenza dei medici di base"

"Il problema oggi più urgente nel nostro territorio è sicuramente quello della assenza dei medici di medicina generale che nei comuni più piccoli e più distanti dalle grandi città sta assumendo il carattere di una vera e propria emergenza che deve essere affrontata come tale sia dall’Ausl sia dalla Regione - si legge nel documento -. Pur sapendo che i medici di base sono liberi professionisti convenzionati e non dipendenti pubblici, ci deve essere uno sforzo straordinario, in attesa che a livello nazionale ci sia la ridefinizione giuridico-contrattuale della figura del cosiddetto medico di famiglia e che venga previsto un diverso sistema formativo. Occorre cioè fornire risposte straordinarie, anche transitorie, volte prioritariamente a risolvere le situazioni che oggi riguardano l’assenza dei medici di base nei comuni di Tredozio, Portico e San Benedetto, Premilcuore e Galeata e quella del servizio pediatrico per tutto l’Alto Bidente e l’Alto Montone".

"Le Case della di comunità"

Le Case della comunità, viene rimarcato nel documento, "costituiscono una delle principali novità contenute nel recentissimo provvedimento del Ministero della Sanità per il riordino della medicina territoriale. In Emilia-Romagna, di fatto, con la denominazione di Case della salute, esistono da diversi anni e sono state prese a modello dal Ministero. Nel territorio del Distretto Socio Sanitario Forlivese esse esistono a Forlimpopoli, Meldola, Modigliana, Rocca San Casciano e Predappio. Ne sono previste altre tre: a Forlì, Castrocaro e Santa Sofia. I fondi del Pnrr dovrebbero finanziare le strutture edilizie e le attrezzature. In futuro le Case della comunità dovrebbero diventare il luogo che accoglie anche gli ambulatori dei medici di base insieme ad apparecchiature per la diagnostica, la presenza degli infermieri, dei medici specialistici, le associazioni del volontariato socio-sanitario ecc. Costruire o ristrutturare fisicamente le Case della Comunità, grazie ai fondi del Pnrr, però non basterà, perchè servirà poi il reperimento del personale necessario e quindi delle risorse finanziarie per garantirne il pieno funzionamento. Nel caso poi dei Comuni che sono totalmente privi o hanno un numero molto esiguo di presenze del medico di base e che distano oltre 10 chilometri dalla prima Casa della Comunità, potrebbe essere opportuno, per rafforzare i servizi soprattutto rivolti alla popolazione più anziana, prevedere la presenza settimanale di un infermiere di comunità appoggiandosi presso i presidi già presenti, come possono essere le farmacie rurali o le case di riposo".

"Il Progetto di legge del Governo per la montagna"

"Pochi giorni fa il Governo ha approvato un positivo Progetto di legge sulla Montagna che prevede, tra le altre cose, anche alcune importanti misure a favore della sanità di montagna - viene ricordato -. Sono previsti dei punteggi preferenziali di carriera per i sanitari, medici e non solo, che hanno lavorato per almeno tre anni in un comune di montagna, inoltre agli operatori della sanità sono riservate delle agevolazioni, sotto forma di credito di imposta, per l’affitto o l’acquisto dell’abitazione".

La partecipazione dei cittadini: le Consulte di comunità

Si sottolinea nel documento: "Un sistema sanitario universalistico, capace di dare risposte ai cittadini e di diminuire il divario territoriale che caratterizza in particolare le aree montane, deve poggiare sulla partecipazione alle scelte organizzative e di pianificazione innanzitutto da parte dei Comuni. Occorre però che vi siano, sia nelle Dirigenze dell’Ausl che nel Distretto socio-sanitario, anche interlocutori attenti e che si impegnino molto nel ricercare le soluzioni più idonee. Il confronto da parte dell’Ausl e del Distretto socio-sanitario con il territorio più periferico deve rivolgersi non solo alle forme della rappresentanza previste attualmente, ma anche a tutta la popolazione. Servono quindi riunioni periodiche da tenere nei comuni e serve la costituzione di vere e proprie Consulte di Comunità che vanno istituite in ogni Comune. Questa proposta, va vista come il tentativo di fluidificare ed umanizzare i rapporti tra i decisori politici ed i professionisti della sanità pubblica da un lato ed i veri portatori di interesse, cioè i cittadini - utenti. Ci auguriamo pertanto che i Comuni del nostro Distretto si attivino in tale direzione".

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