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Alessandrini (Pd): "Il Pd e l'economia"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

Nei giorni scorsi il PD forlivese ha presentato le proprie proposte sull’economia. L’obiettivo è quello di mettere a disposizione della gevernance del territorio (Istituzioni, Organizzazioni economiche, Sindacati dei lavoratori, Istituti di credito, ecc.) idee ed indirizzi da cui poter trarre spunti e riflessioni ed eventualmente utilizzarli nell’esercizio del ruolo da chi lo riterrà opportuno. La bontà dei convegni è questa, cioè se si riesce a seminare qualcosa che possa poi attecchire, altrimenti è un esercizio sterile e quasi inutile. Ho la speranza che qualcosa siamo riusciti a seminare. Intanto, il PD ha fatto una scelta di campo netta: non è per la decrescita felice (toglierebbe di più a chi ha meno), bensì è per la crescita e per lo sviluppo sostenibile e compatibile, prima di tutto con l’ambiente.

E allora spazio alla grande ed innovativa idea della “green economy”, non perché va di moda, ma perché è una necessità. Green economy intesa come correzione sensibile dell’attuale modello di sviluppo in quanto, dopo molti anni, sta percorrendo pericolosamente la curva discendente, come un qualsiasi prodotto che ha raggiunto il massimo della maturità. Forse abbiamo già accumulato qualche ritardo nei tempi di intervento. Adesso l’imperativo è sostenere la nostra imprenditoria, a partire da quella più attenta alla competizione, a fare leva sull’innovazione, sulla ricerca, sulla qualità e sul contenuto tecnologico dei prodotti per fissare l’asticella della competizione sul livello alto, per competere con le imprese più avanzate delle regioni d’Europa e del mondo, evitando di fare leva solo sulla diminuzione dei costi di produzione e di gestione perché il livello dei diritti raggiunti e la qualità del lavoro non potrà mai scendere a quello dei Paesi emergenti o della Cina o dell’India.

Alle Istituzioni, a tutti i livelli, ed al territorio spetta il compito di mettere a disposizione gli strumenti: una burocrazia meno opprimente (in Regione stiamo discutendo la legge sulla semplificazione del sistema amministrativo regionale e locale); le opportunità della ricerca applicabile che metteranno in campo i tecnopoli, la formazione e la specializzazione delle risorse umane fornita dai politecnici (per Forlì tecnologie dell’informazione e della comunicazione); il sostegno per incoraggiare l’internazionalizzazione delle imprese, per incentivarle a costruire le reti di imprese (chi ne fa parte generalmente assume funzioni di leadership e si fa interprete della proiezione internazionale e dei processi innovativi delle imprese più piccole); la disponibilità di credito (sta diventando la nuova emergenza per via degli alti costi e della ristrettezza) attraverso un nuovo rapporto banca-impresa e nuovi ed innovativi strumenti come i “bond di territorio” una precisa proposta avanzata nel recente convegno del PD

Una branca importante della green economy è rappresentata dalla produzione di energia da fonti rinnovabili. Siamo un territorio molto attento a queste innovazioni. Siamo la terza provincia, dopo Bologna e Ravenna, a produrre energia elettrica da fotovoltaico. C’è spazio per sviluppare di più l’idroelettrico, l’eolico domestico, la diffusione della cogenerazione e trigenerazione per recuperare calore dai processi produttivi, biomasse agroforestali e zootecniche. Queste energie possono rappresentare un formidabile elemento di sviluppo anche per i territori collinari e montani. Un impulso allo sviluppo avverrà attraverso l’attivazione della filiera del riciclo, a partire dai prodotti più comuni come plastica, vetro e compost. Ne beneficeranno l’economia e la salute. L’edilizia da sempre è uno dei più importanti volani della nostra economia, anche per l’indotto che promuove. Oggi è in forte difficoltà. Il PD ritiene ci siano le condizioni per una nuova ripresa. Come? Attraverso la realizzazione di una vera e propria filiera di imprese delle costruzioni, specializzata nella progettazione, produzione ed installazione di impianti per fonti energetiche rinnovabili e sistemi di risparmio energetico.

Per ridurre drasticamente il consumo di suolo bisogna fare leva sul recupero, sulla ristrutturazione, anche attraverso la demolizione e la ricostruzione di interi comparti urbani o singoli edifici obsoleti. Occorre rilanciare l’edilizia sociale ed anche la disponibilità di alloggi pubblici in affitto a prezzi contenuti. Un contributo ci può derivare della decisione della Regione di costituire fondi immobiliari chiusi. Questo tema da solo merita di essere ulteriormente approfondito con le Organizzazioni dei costruttori per valutare il loro contributo per risolverlo. E’ altrettanto importante realizzare la “filiera dell’abitare” che si fa carico di porre al centro un sistema urbano sempre più inclusivo per sviluppare un progetto di comunità. A questo riguardo un ruolo importante è riservato all’impresa, in modo particolare a quella cooperativa. Dobbiamo promuovere un passaggio difficile: dalla costruzione di case energivore dobbiamo passare a case energetiche. Nel convegno sono state avanzate altre proposte. Non c’è lo spazio per richiamarle. Ci aspettiamo che quelle avanzate possano cambiare in meglio il nostro territorio e la nostra economia coniugando crescita sostenibile, coesione sociale ed equità nella distribuzione della ricchezza.

 

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