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Sabato, 30 Settembre 2023
Politica

Alluvione, Federico Morgagni (Forlì & Co): "Ci si occupi dei problemi reali delle persone e non degli equilibrismi da mestieranti della politica"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

"A due mesi dall’alluvione, Forlì è ancora una comunità ferita; migliaia di famiglie si misurano con i danni provocati dall’ evento, e la risposta delle istituzioni rimane largamente al di sotto dei bisogni. A livello nazionale, meschini calcoli politicisti hanno protratto oltre misura la scelta del Commissario, e ora che è arrivato le sue possibilità di azione sono inibite da una nomina a tempo e dalla carenza di fondi. Frattanto, a dispetto delle dichiarazioni della Meloni, i ristori sono di gran lunga al di sotto dei bisogni delle famiglie e delle imprese e le risorse per i lavori pubblici indifferibili molto sotto la stima dei danni fatta dalle istituzioni locali. I finanziamenti sono inoltre vincolati da una serie di rigidità e lentezze che rischiano di complicarne l’accesso, e spalmati su tre anni. Tutto ciò alimenta, nei territori alluvionati, un forte senso di abbandono e frustrazione.

In questo clima, una presa di posizione condivisa, che rappresentasse i bisogni e delineasse un percorso per la ricostruzione, avrebbe costituito un risultato importante, a condizione che mettesse realmente nero su bianco i problemi dei cittadini e le richieste da sottoporre alle varie istituzioni competenti o a cui rispondere in proprio come Comune. Ciò che andava evitato era invece un documento generico, utile a mettere tutti d’accordo in Consiglio ma elusivo e silente rispetto alle reali necessità.
Con questo spirito ho presentato emendamenti affinché l’ordine del giorno venisse integrato chiedendo, ponendo puntualmente ai vari livelli istituzionali le richieste della città.    

Al governo, fra le altre cose: revisione dei requisiti per l’accesso ai contributi Cis superando le strettoie burocratiche; adozione di tariffazioni agevolate per le utenze di acqua, luce, gas onde salvaguardare gli alluvionati dall’impennata dei costi; possibilità anche per le famiglie di accedere a prestiti bancari garantiti dallo Stato; modalità di erogazione dei ristori che permettano il loro arrivo nei tempi più brevi (es. accordo fra cassa depositi e prestiti e sistema bancario, misure di credito di imposta); stanziamento di fondi per un completo ristoro dei danni all’agricoltura e l’azzeramento temporaneo di tasse e contributi per le aziende del settore.

Al Commissario per la Ricostruzione: stanziamento urgente dei fondi per interventi strutturali di ripristino e manutenzione delle infrastrutture pubbliche; predisposizione di un grande piano per la ricostruzione del reticolo idrografico e per aumentare la resilienza del territorio a fenomeni climatici estremi. E’ così via. Mi è parso poi singolare e incomprensibile che l’ordine del giorno non contenesse alcun impegno specifico per il nostro ente di appartenenza, l’Amministrazione comunale di Forlì. Pertanto ho proposto per il Comune i seguenti impegni urgenti: organizzazione di assemblee aperte, informative e di ascolto nei quartieri alluvionati; censimento dei bisogni degli alluvionati casa per casa; trasporti pubblici gratuiti per chi ha perso autovetture nel disastro; finanziamenti ad hoc per la messa a disposizione di appartamenti di privati per gli sfollati; impiego, in tempi brevi e nella massima condivisione e trasparenza, dei fondi raccolti con le donazioni; ecc.      

In risposta a questi emendamenti, concreti e tagliati sulle esigenze degli alluvionati, le forze più radicali ed estremiste della maggioranza hanno replicato con attacchi scomposti alla mia persona, evidentemente infastiditi o in difficoltà di fronte all’irrompere nella discussione dei problemi reali delle persone; sono poi seguiti bizzarri contorcimenti politici, con i vari gruppi di maggioranza che annunciavano il voto contrario agli emendamenti senza però mai spiegarne le ragioni, sino all’assurdo di definire condivisibili le proposte ma di votare comunque contro. Né soddisfa la giustificazione che tali questioni potranno trovare spazio di discussione nella commissione di studio che verrà istituita. La commissione può essere uno strumento utile, ma i suoi tempi di attivazione non sono in linea coi bisogni più urgenti, dato che comincerà ad essere operativa non prima di fine agosto.

Perché dunque ritardare di altri due mesi l’adozione o la richiesta di adozione di misure di mero buon senso, peraltro rivendicate già da settimane dagli alluvionati? Né è possibile nascondere qualche preoccupazione rispetto all’operato della commissione stessa, dal momento che è stato ugualmente respinto un emendamento volto a precisarne funzioni e competenze. Lo svolgimento del dibattito, il rifiuto di entrare nel merito di una qualsiasi delle questioni poste, il no compatto della maggioranza a tutti gli emendamenti (votati invece da Pd e Cinque stelle) hanno purtroppo confermato che ciò che si voleva produrre non era un documento realmente rappresentativo dei bisogni delle persone ma un accordo politicista al ribasso, che tuttavia poco o nulla rappresenta per tutta la città che sta al di fuori della sala del Consiglio comunale. O che, peggio ancora, trasmette a chi è nell’emergenza, una volta di più, il disinteresse e l’insensibilità delle istituzioni. Dati questi presupposti, ho ritenuto mio dovere politico abbandonare l’aula e non partecipare alla votazione finale su di un testo che non comprendeva nessuna delle richieste avanzate. Non cesserà comunque il mio impegno affinché nelle istituzioni ci si occupi dei problemi reali delle persone e non degli equilibrismi da mestieranti della politica, fornendo quelle doverose risposte che le comunità alluvionate attendono già da troppo tempo".   

Federico Morgagni, capogruppo Forlì e co.

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