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Ambiente, stop inceneritori. Più spazio alla differenziata

Monica Donini (Fds) chiede all’assessore se esistano, all’interno del documento, strumenti per intervenire sull’inceneritore Mengozzi e sulla discarica di Ginestreto “che trattano rifiuti ospedalieri e speciali provenienti da tutta Italia”

No alla costruzione di nuovi impianti di smaltimento (dagli inceneritori alle discariche), riduzione del 25% della produzione di rifiuti, 70% di raccolta differenziata e il 60% di spazzatura riutilizzata, recuperando così le materie scartate ottenere energia pulita puntando sulla “green economy” e garantire, oltre allo sviluppo di tecnologie a impatto zero, la creazione di nuove opportunità occupazionali. Sono questi i principali obiettivi del Documento preliminare per il nuovo Piano regionale dei rifiuti e che la Regione si prefigge di raggiungere da qui al 2020.

A illustrarli, in commissione Territorio ambiente e mobilità, presieduta dalla vicepresidente Paola Marani, è l’assessore all’Ambiente e riqualificazione urbana, Sabrina Freda. “Ad oggi- riferisce l’assessore- la gestione degli impianti esistenti segue logiche di mercato. Per questo è importante rafforzare la leva pubblica, per far rispettare i nuovi parametri inseriti in quello che sarà il Piano rifiuti regionale: prevenzione della produzione, filiera integrata del recupero, autosufficienza, no a nuovi impianti e le città, dove si concentra il 38% della produzione regionale di rifiuti, quali centri nevralgici delle politiche che intendiamo mettere in campo”.

Con il documento, precisa Freda, “si tenta ti sensibilizzare i cittadini, soprattutto nei Comuni, alla più corretta gestione dei rifiuti” e avendo come riferimento la “prossimità territoriale” che è “alla base di una raccolta equilibrata che non includa, salvo quelli ‘speciali’, lo smaltimento dei rifiuti prodotti da altre regioni”. Numerosi gli intervenuti nel dibattito. Monica Donini (Fds) chiede all’assessore se esistano, all’interno del documento, strumenti per intervenire sull’inceneritore Mengozzi e sulla discarica di Ginestreto “che trattano rifiuti ospedalieri e speciali provenienti da tutta Italia”.

Andrea Defranceschi sottolinea come “l’attuale libertà di mercato porti, in Emilia-Romagna, all’uscita di 2,5 milioni di tonnellate di rifiuti e all’ingresso di 3,8 tonnellate, situazioni spesso border line sulle quali bisognerebbe indagare”. Inoltre, andrebbero presi a riferimento esempi come “la centrale di smaltimento rifiuti elettronici di Marzabotto (Bo)”. Giovanni Favia ricorda come in provincia di Reggio Emilia si sia detto stop agli inceneritori e “se questo modello sia davvero esportabile: quanta volontà vera c’è nel piano della Giunta di cambiare davvero le cose?”.

Concorda Sandro Mandini (Idv), che aggiunge: “Le linee guida espresse nel documento preliminare sono largamente condivisibili, ma c’è poi il problema di attuarli i piani. E bisogna aprire una riflessione sul gravissimo conflitto di interessi dato dalla presenza degli enti locali nelle società multiutilities, di cui i Comuni sono soci”. Il consigliere della Lega Nord, Mauro Manfredini, rimarca come in effetti sia difficile pensare di cambiare “con i Comuni soci delle multiutilities e col fatto che bruciare rifiuti produce ricchezza”. In ogni caso, “come commissione dovremmo andare in trasferta a Vedelago a vedere come riciclano il 98% della spazzatura che altrimenti andrebbe smaltita”.

Giuseppe Paruolo (Pd) chiede “approfondimenti” sulle misure proposte, “per renderle davvero realizzabili”, mentre Paola Marani (Pd) sostiene “che quella scelta è la strada giusta: il Documento preliminare porterà a un ordine del giorno dell’Assemblea dopodiché ci saranno 60 giorni per le proposte e le idee di enti locali e associazioni: pensare di non coinvolgere i territori sarebbe improponibile”.

Per Stefano Bonaccini (Pd) “importante è avere un documento sul quale discutere con i territori, intesi come istituzioni e società civile, che chiedono di essere ascoltati. Vorrei però che si determinasse un confronto sulla base di parametri che riconoscano le realtà di grande efficienza che pure in questi territori esistono”.

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