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Chi ha tradito il Pd? Chi ha rimpolpato il M5S e mandato alle stelle la Lega? L'analisi sui flussi di voto

A rispondere a tutte queste domande è una dettagliata analisi elaborata dall'Istituto Ixè per il Gruppo Citynews, a cui ForlìToday appartiene

Chi sono gli elettori che hanno permesso al Movimento 5 Stelle di fare il “pieno elettorale” anche nella regione rossa per eccellenza? Verso quali partiti sono fuggiti gli elettori di centro-sinistra che hanno decretato la disfatta del Partito Democratico? Ed ancora: cos'è che ha reso più forte il centro-destra in Emilia-Romagna? A rispondere a tutte queste domande è una dettagliata analisi elaborata dall'Istituto Ixè per il Gruppo Citynews, a cui ForlìToday appartiene

Analizzando i cosiddetti “flussi di voto” in Emilia-Romagna il quadro che emerge è abbastanza chiaro e in un qualche modo sfata l'idea che potrebbe sorgere di primo acchito, vale a dire che gli elettori di centro-sinistra si sono riversati in massa nel movimento fondato da Beppe Grillo. E' un fenomeno che si è verificato, ma non così massicciamente. 

La disfatta del Pd: gli elettori hanno scelto Lega

Partiamo proprio dalla disfatta del Pd, che è l'argomento più in voga del dopo voto del 4 marzo. Dall'analisi dell'Istituto Ixè per Citynews emerge che in Emilia-Romagna il 56% di coloro che votarono Pd alle Politiche 2013 hanno riconfermato la loro scelta domenica scorsa. Quasi la metà quindi, ha cambiato idea. Per andare dove? Al netto dell'astensione (che è stata del 14%  del precedente elettorato del Pd), il primo rivolo è andato a “rimpolpare” la Lega Nord (ha fatto questa scelta l'8,2% degli ex elettori Pd), il secondo il M5S (scelto dal 7,2% di chi nel 2013 aveva votato Pd) ed infine Liberi e Uguali su cui è transitato il 5,9% degli ex elettori dem).

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M5S primo partito, perché?

Il Movimento 5 Stelle in Emilia-Romagna è cresciuto per una combinazione di fattori. Anzitutto, almeno vedere l'indagine dell'Istituto Ixè per la nostra regione, non è vero che il M5S ha mantenuto lo stesso elettorato che aveva ottenuto nel 2013. Il 60% di questo infatti ha rimesso la 'x' sul M5S cinque anni dopo, ma il 40% ha abbandonato i pentastellati, vale a dire un “tasso di abbandono” molto simile a quello del Pd. Verso chi? L'astensione, ancora una volta, per il 13,6% dell'ex elettorato M5S ma soprattutto verso la Lega Nord (17,3% degli elettori del M5S del 2013 in Emilia-Romagna hanno fatto questa scelta). Da parte sua la Lega non “restituisce” altrettanto: solo il 9,3% del suo ex elettorato confluisce nel M5S. L'interscambio tra queste due formazioni politiche è l'unica variabile apprezzabile per entrambe, essendo invece entrambe “impermeabili” a flussi in uscita verso Pd e Forza Italia. Chi ha ingrossato, dunque, le fila del M5S? Sicuramente il Pd, come detto sopra, in modo significativo l'area a sinistra del Pd (l'ex Sel dona il 14% del suo elettorato di cinque anni fa, ma anche l'area della destra sociale (Fratelli d'Italia “dona” al M5S il 15,4% del suo ex elettorato). Ma è stata l'area centrista a rafforzare grandemente i grillini: la metà (il 49,6%) di coloro che nel 2013 scelsero il progetto politico centrista di Mario Monti, Scelta Civica, confluiscono nel M5S (un altro 25% di questo elettorato non più rappresentato ha disertato le urne, vale a dire il tasso di astensione più alto). Infine il M5S pesca il suo nuovo elettorato dall'area dell'astensione (il 17,7% di coloro che non votarono nel 2013 in Emilia-Romagna, e quindi con un saldo positivo rispetto all' "uscita" verso il non-voto).

La Lega è il vero vincitore in Emilia-Romagna, ecco perché

Si parla di vittoria del centro-destra, ma in Emilia-Romagna, dati dell'Istituto Ixé per Citynews alla mano, la vittoria è della Lega. Il Carroccio è il partito che è riuscito a tenersi stretti tutti i suoi precedenti elettori del 2013 (in realtà numericamente parlando erano molto pochi, per esempio rispetto al M5S, e quindi è più facile tenersi stretto il proprio elettorato “fedelissimo”). L'82,4% di chi voto Lega nel 2013 ha riconfermato la sua scelta. Poi la Lega (non più Nord) ha preso un po' da tutti, senza dare niente a nessuno, tranne che qualcosa ai grillini: i suoi principali “donatori” in Emilia-Romagna sono, nell'ordine Forza Italia (36,4% dell'elettorato berlusconiano del 2013), Fratelli d'Italia (il 21,7% dell'elettorato del 2013), M5S (17,3% dell'elettorato 2013), Pd (8,2% degli elettori 2013). Infine la Lega ha preso anche dall'area dell'astensione (il 7,8%). A tutte queste formazioni dalla Lega sono travasate solo briciole: il 3% dell'ex elettorato leghista ha scelto Forza Italia, l'1,8%  ha scelto Fratelli d'Italia, il 9,3% ha abbandonato il Carroccio per il M5S, zero percento verso il Pd , mentre infine solo 1,9% del vecchio elettorato leghista del 2013 ha scelto di non votare.

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Le classi d'età: M5S per i giovani, Pd e FI per gli anziani, l'astensione e Lega a mezza età

L'indagine dell'Istituto Ixè per Citynews dà un'inequivocabile lettura per le classi d'età. Il M5S ottiene grandi numeri tra i giovani: 37% tra i 18-24 anni, il 46% tra i 25 e i 34 anni, il 45% tra i 25 e i 44 anni, il 27% tra i 55 e i 64 anni, il 18% tra i 55 e i 64 anni e appena l'11% negli over 65. La Lega, invece, fa il pieno nella mezza età: ha il 15% tra i 18 e i 24 anni, il 18% nella fascia 25-34, il 16% nella fascia 35-44 e poi esplode al 34% tra i 45 e i 55 anni, andando al 25% tra i 55 e i 64 anni, calando di nuovo al 18% tra gli over 65. Il Pd ha molto del suo elettorato tra i più vecchi: ha il 15% tra i neo-votanti, tra il 14% e il 18% tra 25 e i 55 anni, vale a dire quanto la Lega, poi cresce notevolmente dopo i 55 anni andando al 30% e addirittura al 45% negli over 65. Forza Italia in Emilia-Romagna è praticamente scelto solo da over 45 anni, prima di fatto è inesistente, poi va all'8% tra i 45 e i 54 anni, per poi assestarsi al 16-18% dell'elettorato sopra i 55 anni. Per quanto riguarda infine Liberi e Uguali, questo pesca trasversalmente su tutte le fasce d'età, con qualcosa in più tra i neo-votanti, ma crolla totalmente a picco nella fascia intermedia tra i 45 e i 54 anni (appena l'1,9% dell'elettorato. Infine l'astensione: è un fenomeno particolarmente diffuso tra i giovani 18-24 anni (uno su quattro non è andato a votare), probabilmente per disinteresse, e tra i 45 e i 54 anni, forse per disillusione (30% di astensione), dopo queste due fasi della vita di disaffezione al voto si torna in parte alle urne. La fascia tra i 25 e i 34 anni è la più partecipe al voto (14% di astensione)

Se si guarda al genere sono partiti più “femminili” Leu, Pd, M5S e Forza Italia, sono più “maschili” Lega, Fratelli d'Italia e le formazioni politiche più piccole ed estreme, sia a destra che a sinistra. Il non voto in Emilia-Romagna è più forte tra le donne (25%), rispetto che tra gli uomini (17%).
 

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