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App per il contact tracing, Morrone: "No ad invasioni nella vita degli italiani"

"Mi sembra che il Governo stia facendo un passo molto più lungo della gamba", ha scritto su Facebook il parlamentare della Lega

Si parla molto in questi giorni dell'app "Immuni", scelta dal governo come modalità di contact tracing per limitare i contagi nella "fase 2".

L'app, che è entrata anche nel mirino del Copasir, ha sollevato e continua a sollevare dubbi sul rispetto della privacy. In sostanza dovrebbe consentire agli utenti di tenere un  controllo sui propri dati. I contatti avuti con gli altri vengono tracciati, ma restano 'bloccati' nello smartphone fino a quando non si ha certezza che la persona che l'ha installata sul proprio cellulare è risultata positiva al Covid-19. A quel punto la persona stessa può dare il consenso, permettendo quindi di rintracciare tutti i contatti dei giorni precedenti. 

Interviene con un post su Facebook, il parlamentare della Lega, Jacopo Morrone. "Con le libertà individuali e i diritti costituzionali dei cittadini non si scherza. Mi sembra che il Governo stia facendo un passo molto più lungo della gamba. Non si possono consentire scorciatoie ad una vera e propria invasione nella vita degli italiani, giustificandola con l’emergenza sanitaria. A tutto c’è un limite. Paradossale poi che in Italia si sia diffusa una campagna ‘svuotacarceri’ per liberare migliaia di detenuti anche senza braccialetto elettronico (vero ministro Bonafede?) e, contemporaneamente, si punti a obbligare gli italiani perbene a essere tracciati attraverso una ‘app spiona’ o il braccialetto elettronico. Credo che sia un dovere delle forze democratiche e liberali fare quadrato per tutelare il diritto alla libertà che non è, né dovrà mai essere, un valore negoziabile o da svendere”.

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