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Approvati i contributi per danni al bestiame provocati dai predatori

Approvati dal Consiglio Regionale i contributi agli allevatori e alle aziende agricole per danni al bestiame provocati dai predatori

Approvati dal Consiglio Regionale i contributi agli allevatori e alle aziende agricole per danni al bestiame provocati dai predatori. “I criteri definiti dall’Amministrazione regionale sono stati migliorati nella Commissione competente, dopo il rinvio unanime da parte dell’Assemblea legislativa, grazie all’intervento risoluto del Gruppo Pdl e l’approvazione del provvedimento nell’ultima seduta dall’Assemblea è avvenuta anche con il nostro voto favorevole - afferma il consigliere regionale Luca Bartolini -. Permangono due elementi critici, il reperimento delle risorse e la burocrazia, ma il passo avanti è stato importante”.

“La tutela del lupo e dei predatori selvatici – spiega Bartolini intervenuto più volte anche in Commissione sul tema – non può avvenire a scapito di chi vive e lavora negli impervi territori montani del nostro Appennino, vale a dire gli allevatori di bestiame e i conduttori di aziende agricole, che, grazie alla loro attività, rendono l’habitat favorevole anche all’insediamento e alla riproduzione dei predatori selvatici. Il provvedimento della Giunta regionale, che aggravava la burocrazia per la richiesta di risarcimento del danno e prevedeva un rimborso pari solo al 90% del danno accertato, è stato modificato in Commissione grazie a nostri emendamenti e il nuovo testo licenziato dall’Assemblea vede adempimenti burocratici più contenuti e, soprattutto, il rimborso al 100% del danno”.

“La Giunta regionale evoca un problema di reperimento di risorse economiche adeguate – continua il consigliere del Pdl – ma, ogni volta che si affronta il tema dei risarcimenti per danni provocati dalla fauna selvatica, non sento mai alcun assessore fare riferimento a entrate che sono cospicue: quelle legate alla concessione venatoria regionale che i cacciatori pagano ogni anno, oltre a quella governativa, per l’esercizio della caccia e quelle inerenti alla quota associativa all’Ambito territoriale di caccia (ATC) in cui praticare l’attività venatoria. Tali entrate, infatti, solo in minima parte vengono utilizzate per il risarcimento dei danni da predatori e selvatici perché, afferendo a più capitoli del bilancio regionale trasversali ai vari assessorati, finiscono in un’opacità contabile grazie alla quale la quota più consistente di esse finisce per essere impegnata per far fronte a spese di ben altra natura”.

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